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a cura di Michele Venturini

 

State ascoltando Pietro Giampaoli  - Registrazione del 1988 (aveva allora 89 anni) 

La classe dell'insegnante Marisa Comoretto si era recata ad Urbignacco in casa Giampaoli per assistere ad una lezione su "Come nasce una medaglia".

Si parla spesso di patrimonio genetico anche nella quotidianità dei discorsi spiccioli fra dirimpettai o nelle considerazioni, più o meno superficiali, al bar di fronte a un caffè. Lo si fa di solito riferendosi a persone di uno stesso ceppo nelle quali si riscontra una oggettiva caratteristica comune come costituzione fisica, longevità... A sentir parlare della famiglia Giampaoli, senza nemmeno approfondire troppo il discorso e prima ancora di soffermarsi sulla figura di Celestino, celebre medaglista scomparso lo scorso 14 dicembre a Roma, ne appaiono subito due. Vena artistica espressa ai livelli più alti e "tempra" fisica sono i denominatori comuni per la famiglia. Le storie di Pietro, Celestino e Vittorio sono le classiche d'altri tempi in cui i protagonisti partono privi di mezzi e da situazioni di difficoltà e potendo contare solo sulla propria passione e sul proprio talento raggiungono i livelli più alti.

Che sia solo questione di talento? Sicuramente no. Scavando nella vita e nella personalità di queste persone si apprezza la grande dirittura morale e viene alla luce quanto l'impegno e la dedizione siano determinanti nel raggiungere certi risultati, più del talento. Celestino Giampaoli è stato insignito nel 1991 con il "Premi Nadâl Furlan" con il quale il Circolo Culturale Laurenziano premia ogni anno i più illustri conterranei che si siano dimostrati autorevoli interpreti dei valori cristiani.

Nato a Urbignacco il 5 aprile 1912, è parte di quella straordinaria storia dell'arte medagliastica e numismatica che si identifica nella famiglia dei Giampaoli.

I fratelli Pietro, Celestino e Vittorio, ciascuno con personalità originale e distinta, compongono il quadro di una tradizione artistica che ha dato il massimo alla medaglia contemporanea.

Dei Giampaoli, Celestino ha l'intelligenza vivace, la curiosità verso ogni sfumatura del mondo e dei suoi fenomeni, la creatività instancabile accompagnata da una non

comune manualità. È legato a Buja da un affetto profondo come traspare fin dalle sue prime opere pittoriche. La borsa di studio Marangoni per la scultura, i corsi di pittura alla scuola d'arte del Regio Museo Artistico Industriale, le scuole di nudo presso l'Accademia di Francia e di S. Luca sono le tappe di avvicinamento su diversi filoni artistici che confluiranno verso la medaglia. Gli studi a suo tempo effettuati sotto la guida del maestro Alberto Gerardi, la collaborazione con i fratelli Pietro e Vittorio e quella, più tardi, con Diejaeger, Mistruzzi,

Brozzi, Mirko Basaldella e Guerrini consolidano ed arricchiscono negli anni la sua formazione tecnica ed artistica.

Le dure e dolorose esperienze della guerra in Libia e della prigionia in India, arricchiscono il suo attaccamento all'arte che tiene viva osservando e disegnando la realtà circostante in appunti che, una volta rientrato in Patria, trasformerà in acqueforti.

Celestino è sempre stato riconoscente alla città di Roma che gli ha permesso per oltre 60 anni di vivere e creare le sue opere nella Torre dei Capocci.

Da tecnico oltre che da artista, ha dimostrato impareggiabili qualità didattiche come esperto alla Zecca Turca e a Bagdad, dove ha addestrato il personale ed adeguato le macchine alla produzione di monete e medaglie. È stato insegnante di scultura ed incisione alla Gori e Zucchi di Arezzo.

Ciò che è stato straordinario, e per molti versi inedito, nella personalità di Celestino è stata la curiosità per la meccanica e le sue leggi; con fantasiosa creatività e acuta intelligenza, ha tradotto in realizzazioni pratiche sorprendenti invenzioni. Medaglie e sculture sono comunque soltanto una parte della sua vita, quella che si esprime in metallo.

Chi ha avuto la felice occasione di incontrarlo ha scoperto in lui sguardi, parole, gesti concreti, un'intensità di affetto per la moglie Rina e i suoi figli Lucia, Marco e Luca, che con la stessa sensibilità proseguono la tradizione artistica. Celestino Giampaoli si è serenamente spento nella sua abitazione a Roma, attorniato dai familiari, il 14 dicembre. Ai funerali del 17 dicembre nella capitale è seguita una funzione in serata a Urbignacco, sua parrocchia d'origine, e la sepoltura nella tomba di famiglia, accanto al fratello Pietro, nel cimitero di Madonna.