Friuli nel Mondo

marzo 2006

3 aprile: Fieste de Patrie dal Friûl

di Domenico Zannier

 

  Il 3 aprile da diversi anni è diventata una data cara ai friulani, specie a quei friulani che intendono promuovere una conoscenza della Storia quale matrice della propria identità di culture e di popolo. Per la Fieste da la Patrie la data scelta non è casuale, sebbene la lunga e plurimillenaria vicenda friulana offrisse anche altri punti di riferimento. Una identità friulana comincia a maturare durante il Regno Longobardo con il Ducato del Friuli, con esclusione del litorale bizantino.

I ducati longobardi infatti godevano di ampia autonomia all'interno di una monarchia di blanda centralità. Importante era l'enunciazione di un territorio chiamato Friuli nel contesto di quell'ampia Regione che era stata la Decima augustea della Venetia et Histria. Alla caduta del Regno Longobardo il dominio franco rispettò in un primo tempo l'assetto antecedente, cambiando solo i titolari del potere locale. Le devastazioni degli Avari cessarono con il definitivo annientamento

di quel popolo verso il 795-796, quando si pose fine a un flagello di incursioni e rapine, iniziate ai primi del 600. Ne fu autore Carlo Magno con l'appoggio morale di Paolino Patriarca di Aquileia. Purtroppo per due secoli dopo arrivarono le feroci devastazioni degli Ungari e fra tanta desolazione il Friuli venne aggregato alla Marca di Verona. La svolta per una nuova autonomia arrivò con i Patriarchi tedeschi all'inizio del secondo millennio.

Gli imperatori avevano bisogno di feudatari sicuri e fedeli. La soluzione dei vescovi-conti offriva una notevole base di stabilità politica e venne attuata in gran parte del territorio. Il Patriarca Poppone di Traungau ottenne per la Chiesa di Aquileia praticamente tutto quello che era stato possesso del Duca del Friuli, compreso il potere giudiziario e il diritto di battere moneta. Siamo allo Stato patriarcale di fatto. Alla morte di Poppo si susseguirono gli avvenimenti che portarono alla costruzione dello Stato Friulano di diritto.

Siamo nel periodo delle lotte per le investiture ed il nuovo patriarca Sigeardo (o Siccardo) si schiera con Enrico IV, quello di Canossa, di cui era stato cancelliere e gli assicura il passaggio delle Alpi per rientrare in Germania e vincere i feudatari ribelli. Fu un appoggio decisivo di cui Enrico non si dimenticò.

Il 3 aprile1077 con un diploma datato da Pavia l'imperatore concedeva al suo fedelissimo Sigeardo l'investitura feudale con prerogative ducali su tutta la contea del Friuli. È l'atto di nascita - come osserva G. C. Menis - dello stato patriarcale. Sigeardo celebra la Pasqua del 1077 con l'imperatore ad Aquileia e lo accompagnò a Ulma in Germania, dove morì, avendo ottenuto pure la Marca di Camiola e la Contea d'Istria. Da allora il Friuli, libero da soggezioni ad altre autorità comitali, fu retto fino alla conquista di Venezia dai suoi Patriarchi, ebbe le sue costituzioni e il suo parlamento. Il 3 aprile ci riporta quindi a un momento irripetibile di autonomia del Friuli. Esso va visto nel contesto dell'epoca, senza indebiti travisamenti e con significati legati al mondo della società medievale.

Tuttavia i fatti trascendono tempi e intenzioni per proiettarsi nel futuro e dare adito a nuove viventi realtà. Non si può dubitare che il Patriarcato abbia forgiato una coscienza friulana. Le costituzioni di Marquardo di Randeck "Constitutiones Patriae Fori Iulii", dove il nome di Patria del Friuli, che sarà rispettato anche da Venezia, spicca in tutta evidenza, ci autorizzano a festeggiare e, direi meglio, a celebrare l'evento. Il nome di Patria evoca sempre un determinato territorio con una sua gente e il patrimonio di civiltà che essa ha realizzato nei secoli. Per noi friulani ha sapore di famiglia, di casa, di lingua, di religione cristiana. Nel mondo moderno è impensabile un potere statale con un capo teocratico, civile, religioso e militare insieme, sebbene i nostri Patriarchi si   destreggino tra imperatori e papi. Pensiamo a distinguere meglio gli ambiti, ma non a farli prevaricare.

Oggi abbiamo il problema di rigurgiti laicistici fuori misura, addirittura gelosi di libertà diverse e trascendenti. Per il Friuli il 3 aprile del 1077 segnò l'avvio di un mondo idealmente più giusto nelle turbolenze feudali e di un senso di nazionalità non nazionalista, aperta a popoli di lingua diversa, uniti da una unica Fede. Si può essere "nazione", popolo di una nascita culturale e civile unitaria, soltanto se si accettano le varie nazioni in rispetto e convivenza. Friulanità, Italianità e Europa non si contraddicono, ma si integrano in una prospettiva di fraternità universale.