Sot la nape 1974  N° 3-4

Chiamata alle armi a Buja nel 1761

di Pietro Menis

 

Come avveniva la mobilitazione dei soldati in Friuli duecento anni addietro? Lo apprendiamo da un foglio mutilo, formato protocollo, datato 1761, staccato da un volume di notizie locali, raccolte da Giacomo Pezzetta di Tomba di Buja, venuto in nostro possesso.

In quell'anno 1761 il Pezzetta era Massaro del Comune di Buja ed aveva 33 anni di età e « per mia disgrazia », dichiarerà, il suo compito dovette esercitarlo in una « annata di maggiori intrighi, e facende imbriose, che mai siano state avanti a ricordo di uomini vecchi; a motivo di ciò m'è parso proprio il far il presente memoriale acciò servi per memoria ».

I capi del Comune, « Capi Regenti principali », con il Pezzetta in quell'anno erano Ser Zuanne qm. Giacomo Comoretto Sindaco e Ser Valentino qm. Gioseffo Lostuzzo, scrivano.

Ma ascoltiamo quanto scrive il nostro Massaro dell'avvenimento: « Così seguitando questa carica, accadde il caso, che il 22 marzo era il Sabato Santo in tempo che io era preparato per andare in campagna ad arare con gli animali preparati così il dopo il pranzo, viense in quel tempo un Fante a Cavallo con un mandato precipitoso di dover formar subito in termine di giorni 8 alquanti soldati di Villa a proporzione dei fuochi di Lista ( = a famiglie iscritte nella lista dei contribuenti) e di condurli subito a Udine in Castello acciò fossero pronti per il servizio del Nostro Serenissimo Prencipe, e con ordine espresso di far scielta dei più baroni ( = birbe, mariuoli) e vagabondi e di far preda di essi anche con violenza ».

« Udito da me il tal ordine » prosegue il Pezzetta « in questo caso feci staccare subito gli animali che erano preparati per andare a arare e presa in mano la Lanza, e in fretta me ne andai dei sudetti due Capi di Comune e, intesi il fatto, si andò subitamente, chi in un Borgo e chi nell'altro ad invitare il Consiglio, e circa le ore 21 si era radunato al loco solito ».

E qui gli angosciati Reggenti del nostro Comune concertarono, in tutta segretezza, « acciò la Gioventù scaltra e di mala vita non s'accorgessero e scampassero per il timore di essere fra i prescelti ».

« A' motivo di ciò, in tal Consiglio, senza strepiti si passò la parte, che noi tre Capi del Comune, agitassemo soli, in questo affare, acciò sortisca senza rischio della vita ».

 « Questi mandati » cioè l'ordine di mobilitazione « erano universali a tutte le Ville » e veniva precisato che « più Ville » facessero (insieme) tanti « Uomini Soldati, a proporzione dei Fuochi di Lista ».

Il mandato imponeva che tra « Buja, Tarcento, Prampero, Buerys e Majano facessero Uomini Soldati n. 9 ».

Il « comparto » era così stabilito dalle autorità: « Buja Uomini 3 e mezzo, Tarcento Uomini 3 e tre quarti, Prampero Uomini un Ottavo, Buerys Uomini Mezzo, Majano Uomini 1 e un Ottavo ».

Di conseguenza, le Ville dovettero unirsi « nella facitura di questi Soldati », così Buja dovette unirsi a Buerys. Difatti i buiesi che, coi suoi sette Fuochi di Lista dovevano mettere insieme « tre uomini e mezzo », si unirono a Buerys, che aveva un solo Fuoco di Lista e quindi doveva una sola « mittà di Uomo ».

In cambio del mezzo uomo che doveva unirsi ai nostri, Buja si impegnava « a succumbere alla ottava parte delle spese che ha incontrato Buerys in tali intrighi, così difficoltosi e precipitosi per far preda di questi quattro uomini ».

Se riuscirono e come « a predare » i quattro uomini-soldati i nostri Dirigenti, non lo sappiamo, perché, come s'è detto, il nostro documento è mutilo.

Sappiamo tuttavia dei mezzi che si sono serviti. Radunati di nuovo in Consiglio, si stabiliva che il Massaro ed il Sindaco si fossero recati a Gemona « a levare il Ministro Ufficiale » e che con questo, riuniti la sera del 3 aprile « nella Casa di S. Antonio in S. Stefano sulla Piazza, ivi ordivano la traina ».

Cioè « si fece scelta di alquanti soldati di Cernide ( = Cernida, nome che portavano i soldati friulani arruolati dalla Repubblica di Venezia) che con la loro schioppa andassero per le case », secondo l'ordine prestabilito, « di notte tempo a levar il tale, o il tale, e, non trovando uno, ricercassero l'altro ».

Così « alle due di notte una turba di loro », soldati di Cernida, si era sguinzagliata per le case del paese alla cattura dei quattro predestinati da condurre a Udine « in Castello al servizio del Serenissimo Prencipe ».

La pagina del memoriale del Massaro Giacomo Pezzetta finisce qui; essa è tuttavia un documento sufficiente a darci una immagine dei tempi e dei costumi vigenti.

Le faccende di quel 1761, cui accenna il Pezzetta, « con intrighi e facende imbriose, che mai siano state in avanti a ricordo di uomini vecchi », si possono ricostruire dalle note che il « Libro delle annuali spese di questa Comunità di Buia », che egli stesso aveva vergato con solerzia e frequenza da « diario ».

Il 27 marzo il Massaro aveva speso « per un Consiglio straordinario soldi 5 per cadauno a tutti i consiglieri » che importava L. 6.

E nello stesso giorno, per « un rilievo di una lettera a Venezia » L. 4.

Il 14 aprile il « Massaro col Sindaco e scrivano in cibarie, per essere stati dal Sig. Barnaba per riparare il sussidio e Fuochi di Lista », aveva speso L. 4,4.

Nel successivo 19 aprile « il Massaro coi sette Uomini deputati di questo luogo in occasione che si ultimarono li conti dei Soldati col Degan di Buerys, come appar in foglio alla minuta all'Ostaria Corgnolo, in cibarie speso L. 11,4 ».

Altro impegno il 26 aprile, « il Massaro col Degan dei Soldati e Caporale acciò vadino a Udine per la mostra Generale L. 4.10 ».

Il 28 aprile il Massaro, « contava ad un nostro Protettore, come passò la parte in Consiglio di far un regalo per riparare il Sussidio e Fuochi di Lista, Zechini n. 8, che fa L. 176 ».

A due mesi di distanza di « quel Sabato Santo, 22 marzo 1761 », la vicenda di quella « mobilitazione », pare concludersi, almeno « amministrativamente ».

Il 28 maggio infatti leggiamo: « Speso il Massaro allora della fazione dei Soldati, in ordine dei due Mandati del Serenissimo Principe delli 21 marzo sino li 10 aprile, con l'assistenza dei noi sette Uomini deputati di questo spettabil Consiglio, come si vede in foglio scritto alla minuta delle spese fatte per Buja, e per Udine, e per vestire li Soldati, giusto il Comando di S.C., che il tutto risulta la summa di L. 664,98 delle quali sottratte L. 86,8, che riceve il Massaro del Degan di Buerys, giusto il comparto fatto, che toccava a proporzione in tali spese; resta a noi il paro sparo speso la summa di L. 578,18 ».

PIETRO MENIS

 

 

 

Impronte comunali nel periodo napoleonico 1805/1813 (foto Umberto Aita)

 

Municipalità di Buja, 1808

Podestà di Buja, 1812

Podestà di Buja, 1812