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L'orma di Napoleone a Buja di Gemma Minisini Monassi | |
Quando nel 1796 scoppiò la guerra fra Francia ed Austria al giovanissimo generale Napoleone Bonaparte fu affidato il comando dell'armata d'Italia. In poco tempo gran parte della penisola settentrionale cadde in mano ai francesi. Il 16 marzo 1797, nella tarda mattinata, Napoleone giunse nei pressi di Valvasone. Sulla sponda destra del Tagliamento, a capo della "Divisione Guyeau", attaccò gli austriaci i quali tentarono inutilmente di frenare l'avanzata del nemico. Il 18 marzo 1797 il generale Bernadotte entrò in Udine mentre le truppe francesi, provenienti dalla strada Pontebbana e dalla strada di Pulfero, dilagavano in tutto il Friuli (anche a Buja una strada fu chiamata "Napoleonica", laddove i tedeschi, nella seconda guerra mondiale seguendo vecchie mappe risalenti al periodo napoleoníco, finirono impantanati nelle paludi tra Tomba e Majano). Le avanguardie francesi giunsero al Semmering, un centinaio di chilometri da Vienna. Solo allora l'Imperatore d'Austria si decise a chiedere la pace alla Francia. Pace che si stabilì di firmare a Campoformido (località a metà strada tra Udine e Passariano, dove Napoleone assieme alla moglie Giuseppina risiedeva nella villa dei conti Manin). Il pomeriggio del 17 ottobre, i plenipotenziari austriaci Coblenz e Degelman, si recarono, dunque, a Campoformido nella casa di Bertrando della Torre, come era stato fissato; ma Napoleone fece loro sapere che il trattato si sarebbe dovuto firmare a Villa Manin. I diplomatici austriaci, allora, si affrettarono a raggiungere Passariano, per paura che, arrivato il corriere del Direttorio, venissero avanzate nuove pretese. Napoleone per ben ospitare la delegazione austriaca fece imbandire, nel salone centrale della villa, un banchetto. I delegati austriaci, piacevolmente sorpresi, ballarono e gustarono pietanze fino a tarda notte, dimenticandosi del vero motivo per cui erano venuti a Villa Manin di Passariano. Il trattato fu firmato in realtà nelle prime ore del giorno 18 ottobre 1797 e non il giorno 17 come era scritto sulla carta predisposta dai diplomatici e come ci insegna la storia. Il trattato di Campoformido, quindi, contiene nella sua stipula ben due imprecisioni: il luogo ed anche la data. In seguito al trattato la Francia cedeva all'Austria l'intero territorio di Venezia, compreso tutto il Friuli, in cambio del Belgio e della Lombardia. La millenaria Repubblica che si era mantenuta neutrale, tramontava così per sempre, sacrificata agli interessi di due potenze straniere. Quando nell'autunno del 1805 ripresero le ostilità tra Austria e Francia, Napoleone era già stato proclamato Imperatore ed incoronato Re d'Italia. Dopo pochi giorni di guerra gli austriaci furono costretti ad abbandonare il Friuli (ed anche Buja) che per la Pace di Presburgo venne ammesso al Regno d'Italia. Nel dicembre del 1807 l'Imperatore Napoleone, accompagnato dal Vicerè Beauharnais, fece il suo ingresso trionfale ad Udine. Durante la seconda dominazione francese, il Friuli venne diviso in dipartimenti: la fascia centrale, con Udine capoluogo, formò il "Dipartimento di Passariano". Ancora una volta i bujesi furono chiamati a dare un pesante tributo di denaro e sangue, a Napoleone. A Buja le tasse personali, nonché quelle per la libera attività e l'eterna prediale, si pagavano presso una apposita ricevitoria. In un "avviso" del 18 gennaio 1812, fatto stampare ed affiggere dal Ricevitore del Comune, Signor Valentino Menis di Artegna, si legge: "...e, volendo conciliare assieme col mio interesse quello delli Censiti del suddetto Circondario Comunale, mi sono determinato di cedere l'esercizio della Ricevitoria medesima al Sig. Francesco Allessio residente nella Comune di Buja. Nell'atto pertanto, che prevengo li censiti di questa per loro favorevole disposizione li diffido a verificare dal giorno d'oggi in poi li pagamenti tutti riguardanti le pubbliche imposte del Corrente 1812 in Cassa del Sig. Allessio predetto, che verrà aperta nella propria Comune di Buja...". Buja aveva nella sua ricevitoria, il suo notaio. Da un contratto del 1809 si legge: "...io notaio sottoscritto ho apposto il segno del mio tabellionato a questa copia autentica di prima edizione rilasciata al Monasso Zuane una delle parti interessante. Francesco del defunto Zuane Aita publico Notaio residente in questo comune di Buja Dipartimento di Passariano". Il segno del "tabellionato" o sigillo di questo Notaio rappresenta un elemento iconografico di grande interesse: vi campeggia l'aquila napoleonica sul cui corpo è impressa la corona ferrea radiata, con sotto una "N". Intorno si legge: "R. BUJA-F.A.N.D.P." (Rogante di Buja Francesco Aita Notaio Dipartimento di Passariano), il tutto cimato con un'altra corona imperiale. Nel 1806 Napoleone ordinò la soppressione degli ordini religiosi, delle confraternite, dei conventi e la confisca dei loro beni; in tale occasione cessò di esistere anche la più antica confraternita di Buja, quella di San Antonio Abate, eretta nella Chiesa di S. Lorenzo nel sec. XIV°. Dobbiamo riconoscere, però, che durante la dominazione francese in Friuli, a provvedimenti drastici ed impopolari, hanno fatto riscontro anche norme che hanno portato benefici alla comunità bujese. Una amministrazione ed una burocrazia efficienti e moderne, lo sviluppo della cultura e dell'istruzione pubblica, la nascita del Catasto l'unificazione dei pesi e delle misure con l'introduzione del sitema metrico decimale, l'esecuzione di importanti opere pubbliche, soprattutto viarie, tra cui la grande strada Eugenia che collegava Udine con Tarvisio. La sconfitta di Napoleone a Lipsia nel 1813 ha avuto come immediata conseguenza il crollo del suo sistema politico. In poco tempo gli austriaci hanno rioccupato militarmente il Friuli che, assieme al Veneto ed alla Lombardia, veniva riammesso all'impero asburgico.
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