INDIETRO

Bollettino della Parrocchia di Tomba

Novembre 1962

La storia di Tomba di Buja

(2 parte)

di Pietro Menis

 

FOTO

 

In una «Stampa del Comune di Buia», che raccoglie le numerose e lunghe liti che il paese sostenne per difendere i suoi diritti contro privati e giurisdicenti, si legge come, sulla pianura di Campo, passava la «Strada Regia che da Porto, per Codroipo e Ragogna, portava ad Osoppo, Ospedaletti e quindi al Canal del Ferro»; strada di comodo traffico per «le merci che andavano e venivano di Alemagna».

Trattasi per certo della strada che tutti gli storici conoscono, la quale partendo da Concordia si innestava alla Julia-Augusta nelle vicinanze di Gemona. Essa risale al XXII anno del consolato di Augusto, cioè all'anno 2 dell'era volgare. Di essa è stato ricostruito il tracciato fino a S. Tomaso di Majano e da qui in su gli studiosi non sono d'accordo, perché manca ogni vestigia per stabilirne l'itinerario.

Il Marchetti scrive che «l'ipotesi più accettabile è quella che pone l'unione delle due strade non lungi da Artegna, in corrispondenza con le modeste alture moreniche fra Buja e questo paese».

È però certo che già in epoca remota, prosciugatosi il grande bacino glaciale e iniziata la vegetazione, sulla piana di Campo si aprirono delle vie di comunicazione, le quali costituiscono il tragitto più breve e diretto dalla località menzionata di Majano al Canal del Ferro.

Si apprende ancora che oltre alla strada sunnominata Regia che da Sud a Nord tagliava la

pianura, altre vie, in territorio di Buia, portano lo stesso nome. In una perizia del «pubblico Perito» Domenico Menis di Artegna, in data 9 gennaio 1768, ricercato dall'«Onorando Comune di questo Loco (di Buia) a far la perticazione e misura della longhezza ed estensione del Fiume Ledra che scorre sopra le pertinenze di detta Villa, principiando dal sito ove s'incontrano ed uniscono le acque del torrente Bosso e fiume sudetto e continuando fino al confine di Pietra, fra questa Villa e la Villa di Majano» troviamo ben tre strade Regie che dalla sinistra del corso d'acqua passano alla destra; la prima delle quali «tende a Gemona e altrove», la seconda tende ad Ospitaletti e la terza ad Osoppo.

 

La «Locanda» di Tomba di sotto.

 

Nel primo tratto della pianura di Campo, all'estremo lembo Nord del territorio di Majano, sul confine con Buia, in località chiamata Tomba di Sotto vi sono tre o quattro vecchie case rustiche ed un'aia; il tutto è un residuo dell'antica «Locanda o Muta» posta sulla strada Regia per comodità dei viandanti.

Di essa si ha memoria all'inizio del 1500, e precisamente il 26 maggio 1506, in una ennesima lite fra il Comune di Buia ed i Savorgnani giurisdicenti, a causa di abusi e soprusi perpetrati da quest'ultimi nell'antica castaldia, dove, pur avendo dei diritti, essi erano vincolati da uno Statuto comunale che era in vigore fin dal 1371.

In quel giorno fra «li Magnifici ser Antonio e ser Zuanne de Savorgnano da una parte e li Uomini e Comun di Buia dall'altra, avanti il tribunal del Magnifico Luogotenente» si stipulava un concordato per regolare diritti e doveri di ambo le parti.

Fra l'altre obbligazioni cui erano tenuti ad osservare i Savorgnani e loro eredi «perpetuamente» v'era questa che riportiamo per esteso perché è fondamentale perla nostra storia: «Per lo avvenir i Savorgnani debbono affittar la loro Osteria di Campo, posta presso la Tomba con espresse condizioni che mai alcun alcun Osto, che farà Osteria possa tegnir Bestiame grosso, se non tanto quanto li farà di bisogno per lavorar li campi, che tignirà ad affitto; e de minudi non possa tegnir più che il numero di 40, e non li possa vender se non a minudo, e non possa detto Osto in lo tempo, che li armenti di Buia vanno a pascolar, dar ricapito la notte a Bestiame grosso o minudo, lo quale passa in detto tempo in quantitade, eccettuato se non fosse per impedimento e fortune di Acque grandi, che in questo caso possa locar di notte Carradori così Cargnelli come Todeschi con lo loro Bestiame, e de ogni sorte Carradori insieme con loro Bestiame e Somari con Cavalli, e ogn'altro Viandante, non derogando però allo Accordo fatto fra lo Comun di Buia e Majan, scritto per man di Ser Valentino Nodaro circa lo pascolar».

 

Importanza della Strada Regia

 

L’importanza di questa strada che tagliava in due il nostro Friuli da Nord a Sud appare chiaro vuoi per le merci e vuoi per il traffico diretto verso l'Italia, eserciti compresi.

Di quest'ultimi abbiamo notizia in una cronaca che il Vicario della chiesa di Madonna di Buia, il Padre Odorico Piemonte, ci ha lasciato tra le pagine del Registro dei Morti (1684-1795).

Sotto l'anno 1735 egli scrive: « In questo medemo anno la Maestà Cesarea di Carlo VI Imperatore regnante, ha spedito molti squadroni di soldati per difendersi da gli Alleati, cioè Spagna, Francia e Savoia, tutti e tre uniti in Italia a' danni del su detto Imperatore.

Parte dei sudetti squadroni sono passati per il Canal del Ferro e per la campagna di Campo; prima una compagnia a cavallo al numero di mille e quattro cento nel mese d'ottobre prossimo scaduto, poi il mese di novembre altre due o tre squadre di cinquecento al giorno circa. Terminate le quali hanno principiato a viaggiare li Pedoni di ottocento per squadra in circa al giorno con buona ordinanza, tutte con le loro Armi, Tamburi, Trombe, Piffari ed altri istrumenti di guerra; e questi Pedoni sono stati soliti marchiare due, tre squadroni alla settimana, cioè giorni nò et uno sì; alle volte soprasedevano otto e fino a quindici dì senza marchiare, poi ritornavano come prima, a tal segno che havendo dato principio alii primi di novembre come sopra, hanno continuato fino alle feste del SS.mo Natale dell'anno corrente, sicché si calcola in tutti, che saranno arrivati al numero di quindicimila quelli, che sono marchiati per costà; oltre degli  altri in maggior numero, si dice, che hanno ottenuto il passo per Gorizia e per la Stradalta».

Il Piemonte, che nella sua cronaca scriveva soprattutto sulle condizioni meteorologichee sui raccolti dell'anno, nell'anno seguente 1736 scriveva: «Scarsezza grande di fieno, et insieme carestia causata dalle Milizie di Cavalleria che per queste parti sono ripassate nell'autunno corrente, cioè due otre Squadroni di soldati Imperiali a Cavallo senza pagare un soldo a chi ha contribuito il detto fieno o vena, et prima s'ha dovuto somministrarlo con ordini del nostro Serenissimo Principe. E grazie a Dio - finisce - s'è conchiusa la Pace fra le oltre scritte Monarchie, cioè Imperio, Francia e Spagna».

(Archivio Arcipretale di Buia). Pietro Menis