BUJA e il Carnevale dei Ragazzi di Ermes Santi | |
Parlare del Carnevale dei Ragazzi è rendere omaggio ad una carissima persona che in molti ricordano con gratitudine ed affetto: Don Valerio. Egli è stato effettivamente il motore infaticabile e pieno di risorse e, insieme, l'esecutore ammirevole di una iniziativa che penso abbia fatto onore alla nostra comunità Non si tratta solamente di orgoglio per l'aspetto esteriore della manifestazione ma anche di soddisfazione per i risultati psicologico-umani ottenuti Mai, in tempi normali, come in quegli anni di baldanzosa partecipazione, abbiamo visto finalmente uniti tutti i ragazzi del nostro paese (e non solo quelli) in un festoso superamento dei vincoli borghigiani, mai s'è vista tanta collaborazione tra i ragazzi, famiglie, scuola e autorità scolastiche, civili e religiose, queste ultime accomunate da concordi finalità sociali ed educative. In un pomeriggio di febbraio del 1965 incontrai don Valerio, come al solito indaffaratissimo. Mi spiegò che stava organizzando alcuni giovani e ragazzi che volevano costruire un carro allegorico; sarebbero andati in giro con esso a festeggiare in santa allegria il carnevale, sulle orme di quanto facevano per i loro piccoli le suore dell'asilo "A. Nicoloso". Stavo allora lavorando attivamente al progetto di unificazione delle scuole elementari di Buia, seguendo l'esempio dei paesi più evoluti, in vista di un intendimento più ambiziosa riuscire, attraverso i ragazzi, a realizzare l'unificazione del paese, da sempre diviso per la sua distribuzione geografica in tante frazioni distanti fra loro e in tante parrocchie, da tempo immemore "saldamente" autonome. " Perchè non chiamare tutti i bambini di Buia a realizzare un loro carnevale, chiedendo la collaborazione della scuola?" proposi. Con don Valerio ci si capiva al volo perchè molte erano le affinità nel campo educativo e sociale. Concordate le modalità, riunimmo alcuni insegnati che si erano subito dichiarati entusiasti, formammo un Comitato, ci mettemmo d'accordo con le autorità scolastiche che appoggiarono l'iniziativa Il carnevale del 1966 vide sfilare il primo corteo di carri allegorici, allestiti in gran parte dalle varie scuole elementari di Buia Tutti i maestri avevano lavorato, con i bambini, con passione, coinvolgendo le famiglie in una gara di disponibilità e di inventiva Forse quello fu il corteo più poetico fra tutti perchè più ingenua fu l'ispirazione, ma anche più fresca e spontanea Fu una sfilata di colori e fantasia quale mai s'era vista a Buia Negli anni successivi accanto ai carri preparati dalle scuole presero sempre più piede quelli dei vari borghi (in particolare Santo Stefano, Collosomano e Ursinins Grande non mancarono mai). La tecnica realizzativa si perfezionò col trascorre degli anni ed il nostro carnevale cominciò ad essere conosciuto ed apprezzato anche al di fuori dei confini comunali, tan'tè che ne sorsero altri sulla stessa falsariga Non basta Cominciarono a giungere inviti a partecipare a corsi masacherati in varie città e cittadine della regione. Così si videro partire i nostri carri alle prime luci del mattino per percorrere, trainati da trattori, le vie del Friuli e giungere in tempo alle sfilate. Chi può dimenticare la sorridente disponibilità di chi si sobbarcava la fatica del trasferimento alla guida dei trattori o dei mezzi di scorta? Eppure quanta fratellanza ed allegria! A mezzogiorno poi partivano tanti pullman per portare tutti i nostri ragazzi, in maschera, perchè anch'essi partecipassero attivamente. Era o non era il loro carnevale? Monfalcone, Udine, Pordenone, Sacile(per indicare solo i centri maggiori) ci videro sfilare. E trionfare, perchè, a onore dei bujesi, i nostri erano i carri migliori Si continuò in crescendo fino al 1976 . . . Ci sono avvenimenti che segnano la fine di un'epoca e ciò che accadde nel '76 fu uno di quelli. Con il ritorno alla normalità un gruppo di giovani, legati alla "lezione" di Don Valerio, ha raccolto questa eredità di iniziative ed ha rispolverato le tradizioni del carnevale. Sono loro che si sono addossati il carico di iniziare un nuovo ciclo. Noi auguriamo che riescano a rivivere le soddisfazioni ed i successi che li premieranno in funzione del loro entusiasmo e della loro collaborazione che riusciranno a trovare nei loro concittadini. |