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N° 3 anno 2001

Il futuro è nelle nostre mani

 

 

Davanti agli avvenimenti che in questi ultimi giorni si sono succeduti nel mondo abbiamo ritenuto importante dedicare lo spazio dell’editoriale ala pubblicazione della presa di posizione della Tavola della Pace sul ’attacco a New York. 

Di fronte alla tragedia che ha colpito gli Stati Uniti, vogliamo esprimere al popolo americano e alle famiglie di tutte le vittime un forte sentimento di solidarietà. Con loro condividiamo un profondo dolore, l’angoscia e il senso di smarrimento che sta scuotendo le nostre vite ed il mondo intero. 

Nessuna giustificazione può coprire un simile atto di terrorismo condotto contro decine di migliaia di persone innocenti. La condanna deve essere ferma, netta ed unanime, così come deve essere la reazione di tutte le donne e gli uomini amanti della pace.

Questi terribili attentati terroristici devono farci riflettere. I loro effetti si sono già propagati in tutto il mondo e sono destinati a durare a lungo. Facciamo appello al senso di responsabilità di tutti i capi di Stato e di Governo: non possiamo lasciarci travolgere da una inondazione di odio, sangue e terrore. Dobbiamo evitare di restare intrappolare in un vortice sanguinoso di violenza, guerre e terrorismo su scala mondiale.

 Non solo l’America, ma il mondo intero sta diventando più insicuro. Questo è il momento in cui tutti i popoli e gli Stati della Terra si devono unire per mettere un freno al disordine internazionale che minaccia tutti e per costruire un nuovo ordine mondiale fondato sul rispetto della vita e sul ripudio della violenza, della guerra e del terrorismo. 

Per rendere il mondo più sicuro è necessario promuovere più cooperazione internazionale a tutti i livelli e in tutti i campi. Nessuno può più pensare di isolarsi. La pace e la sicurezza sono beni comuni globali indivisibili. Dobbiamo costruire pace e sicurezza per tutti. O non ci sarà per nessuno.

 

All’assunzione di responsabilità di molte organizzazioni della società civile deve corrispondere un nuovo e diverso impegno degli Stati. Nessuno può farcela da solo.

 Abbiamo bisogno di rafforzare subito le Nazioni Unite (unica “casa comune” di tutti i popoli del mondo) e tutte le istituzioni internazionali democratiche dove occorre costruire le risposte alla disperata domanda di sicurezza, di pace e di giustizia che sale da ogni angolo del paese. Popoli e governi, società civile e istituzioni debbono unirsi nell’indispensabile tentativo di mettere fine a tutti i conflitti e alle grandi violazioni dei diritti umani che continuano ad insanguinare il mondo. Abbiamo bisogno di costruire nuovi ponti e non nuovi muri. Abbiamo bisogno di combattere l’egoismo, il cinismo, l’indifferenza, tutte le forme di razzismo ed esclusione economica e sociale che alimentano la disperazione. Abbiamo bisogno di donne e uomini che riscoprano il senso vero e il primato della politica e si mettano al servizio del bene comune globale.

 Il nostro è un appello alla calma, al senso di responsabilità e all’impegno per la pace. Il futuro è nelle nostre mani.

 E’ con questo spirito e questa consapevolezza che oltre 200.000 persone hanno marciato lo scorso 14 ottobre da Perugia ad Assisi contro ogni forma di violenza e terrorismo, per la pace e la riconciliazione tra tutti i popoli.