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       marzo 1974

Il genio di Michelangelo

nelle medaglie di Pierino Monassi

di Pietro Menis

 

 

 

Nel 1975, per la ricorrenza cinque volte centenaria della nascita di Michelangelo, sarà portata a termine una originale ed indovinata manifestazione commemorativa, la fusione di sessanta medaglie riproducenti opere o particolari di opere del « divino Maestro ».

L'iniziativa di questa eccezionale esecuzione è dovuta alla casa « Franklin Mint » di Yeadon, nello stato americano della Pensilvania, specializzata in coniazioni a vasto raggio di monete antiche, di collezioni d'arte, di medaglie commemorative.

La collezione, denominata « il Genio di Michelangelo », venne anche ripresa per la sua importanza storico-artistica, dalla « Numismatica italiana » e da Case specializzate d'altri paesi, quali il Canada, la Germania di Bonn, l'Inghilterra, la Francia, il Giappone ecc.

La tiratura dei singoli « pezzi » è riservata ai collezionisti che si sono a suo tempo impegnati per l'intera collana. Ogni medaglia è numerata progressivamente e, dopo emesso il numero d'esemplari prestabilito, la matrice viene spezzata per garantire l'autenticità e per evitare falsi o doppioni.

I preziosi dischetti sono fusi in oro, argento e bronzo ed hanno un diametro di 44 mm. Sul diritto di ogni medaglia campeggia la riproduzione di un'opera del Maestro, mentre tutti i rovesci recano la decorazione stellare Michelangiolesca che abbellisce la piazza del Campidoglio a Roma, datata al 1507, cioè prima che l'artista iniziasse i lavori della basilica di S. Pietro. Al centro di questo disegno è riprodotto il ritratto del maestro, dedotto dalla testa bronzea realizzata da Daniele da Volterra che fu suo allievo; all'intorno ricorre una breve frase descrittiva dell'opera riprodotta sul davanti, incisa usando i caratteri della tipica forma grafica creata da Michelangelo stesso.

La custodia delle medaglie, in similpelle, reca sulla facciata impressa in oro la figura stilizzata del Maestro ed il titolo: « Il Genio di Michelangelo ».

Se era stata ardimentosa impresa la progettazione di riprodurre su medaglia l'opera michelangiolesca, la sua realizzazione costituiva per l'artista un problema di non facile soluzione. Ci voleva del coraggio ed anche un pochino di spregiudicatezza, associata ad umiltà e rispetto per il Genio che aveva ispirata tanta opera.

Infatti, interpretare e riprodurre entro uno spazio di dimensioni ridotte, quali sono quelle di una medaglia, opere grandiose per volume e concetto, comporta uno sforzo non comune, soprattutto quello di restare fedeli allo spirito originario della composizione.

In un articolo illustrativo, destinato ai prenotateci, gli stessi progettatori della collana affermano che, per l'artista, si è trattato di « un incarico fra i più difficili nella storia dell'arte della medaglia ».

Dopo lunghe trattative con la Casa « Franklin Mint », dopo meditazioni e ripensamenti, l'oneroso impegno viene assunto dallo scultore-medaglista friulano di Buia, Pierino Mo-nassi. Egli confesserà poi, in una intervista, di « avere trascorso ore ed ore del giorno e notti insonni, a studiare il modo migliore di rappresentare il disegno sul conio, giacché per ogni opera da riprodurre, doveva attenersi alla sintesi del soggetto prescelto ».

Ad esempio, nella prima medaglia della serie, per « la creazione di Adamo », tolta dalla scena dell'affresco della cappella Sistina, Monassi raffigura il solo progenitore del genere umano per intero, disteso, mentre in alto, sopra di lui, appare soltanto la mano di Dio Creatore « sufficiente a dare vita e spirito all'uomo ».

Non così però l'artista potrà fare con la scena del « Diluvio Universale » o con la « Battaglia dei Giganti »; qui lo spazio nel cerchio metallico è colmo in tutte le sue ridotte dimensioni.

Difficoltà incontrerà il Monassi, particolarmente nella riproduzione della creazione del Sole e della Luna e in quella della « Pietà Rondanini ».

Ma tutto ciò non allenta l'entusiasmo dell'artista per l'opera intrapresa, anzi le sue stesse medaglie, una dopo l'altra, come una specie di incanto lo esaltano, gli danno lena e slancio per proseguire.

Il nostro medaglista, che nelle sue manifestazioni artistiche preferisce e predilige il bassorilievo, nella collana « Il Genio di Michelangelo », ha saputo adeguarsi di volta in volta alla scena che riproduceva, usando « linee leggere e fluide per rappresentare le pitturee, più pesanti, più energiche, per riprendere la forza della scultura ».

Pierino Monassi è nato ad Avilla di Buia nel 1934, virgulto di una antichissima famiglia locale. Nel borgo natale trascorse l'infanzia e la giovinezza, frequentando, prima la scuola elementare e poi la media aspirando certamente ad un tenore di vita diverso da quello tradizionale, ma non sognando di diventare un artista.

Difatti, terminate le medie, aveva pensato ad una occupazione che gli bastasse ad inserirsi nella vita.

Ma ecco che un caso fortuito, una combinazione eccezionale mutava all'improvviso la sua rotta. Lo zio di Pierino, Guerrino-Mattia Monassi, incisore capo alla Zecca dello Stato di Roma, lo chiama presso di sé.

Si era al tempo del Concilio Vaticano II, e lo zio si era impegnato a preparare una serie di medaglie sotto il titolo « Il Credo » ed aveva urgenza di soddisfare il Comitato committente. Si ricordò allora di quel nipote, Pierino, che qualche volta, durante le sue soste in famiglia, gli aveva « rubato » dell'argilla per « giocare » con essa a fare abbozzi informi ed irregolari.

Quel ragazzone poteva essergli utile nello studio; c'erano gessi da « tirar sù », bronzi da lucidare ed altri da patinare, medaglie da limare e catalogare.

Pierino Monassi scese allora a Roma. Terminata però la sua prestazione « manuale » presso lo zio, si iscrisse alla Scuola Statale della medaglia, superando i corsi e conseguendo il diploma di medaglista-scultore.

Istantemente il neo diplomato trovava impiego presso lo Stabilimento Pagani di Milano, dove si mise tosto all'opera.

Da allora la sua attività artistica non conobbe sosta. Oltre alla prestazione presso la Casa assuntrice, si dedicava liberamente allo studio ed alla realizzazione di opere nuove, medaglie, targhe, bassorilievi, fusi e sbalzati che comparvero nelle Mostre d'arte più qualificate, italiane ed estere, sicché la sua produzione veniva segnalata e fatta oggetto di attenzione e di critica da parte degli studiosi nel settore.

Fu così che Pierino Monassi veniva «scoperto » dagli Americani della « Franklin Mint »; lo ricercarono e gli proposero, senza condizioni, la realizzazione della collana « Il Genio di Michelangelo ». Volevano che con questa impresa ardimentosa, fosse un giovane italiano a cimentarsi!...

Il giovane scultore-medaglista, prima di decidere, si recò in America per constatare di persona, per vedere il lavoro da eseguire... per un contatto con quel mondo dinamico, dinanzi al quale ogni ostacolo pare superabile, ogni via appianata dalla potenza della sua opulenza...

Finalmente Pierino Monassi accettava di mettersi al lavoro, però senza inserirsi laggiù, oltre Oceano; da Milano, sua sede abituale, ogni mese avrebbe mandato un gesso con il soggetto da tradurre in medaglia.

E mantenne l'impegno, spesso sottoponendosi, in quasi un lustro di tempo, ad una fatica, anche se gioiosa, improba e snervante. Fra poco, le sessanta medaglie riproducenti le opere più significative di Michelangelo, saranno un fatto compiuto e costituiranno, oltre a motivo di godimento spirituale, un vero patrimonio d'arte.

La collana abbraccia l'intero ciclo dell'opera immane compiuta da Michelangelo, dalla cappella Sistina alle basiliche Romane, dai monumenti di Firenze alle opere raccolte nei musei e comprende capolavori che vanno dalla prima giovinezza alla maturità. Ogni singola medaglia è accompagnata da un pieghevole che illustra la storia dell'opera riprodotta, la sua origine, l'anno di fattura, la sua attuale ubicazione, le vicende occorse lungo il fluire dei secoli; una vera « enciclopedia » sull'arte e sulla vita del sommo artista.

Pietro Menis