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La medaglia celebrativa 

della Osoppo

di Poz e Monassi

di Domenico Zannier

 

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Le vicende della Resistenza in Friuli sono sufficientemente conosciute, anche se su certi particolari non mancano ancora rilievi e dibattiti. All’indomani dell’8 settembre nel 1943 la nostra regione si trovò in una situazione caotica e difficile. L’esercito in seguito all’armistizio era rimasto senza punti precisi di riferimento, che non fossero quelli legati alla lealtà per la propria nazione e ai valori della libertà. Nacquero le formazioni partigiane nel territorio occupato dai Tedeschi e dai loro fiancheggiatori e poiché, all’interno di esse, maturava lo scontro ideologico sul futuro assetto del Paese, ci fu chi temette la perdita della democrazia e del suolo nazionale.

Fu questo il motivo della costituzione della Brigata Osoppo, una formazione che pagò con il sangue la sua prospettiva di libertà e di integrità della Patria. Al termine del conflitto il risultato perseguito era finalmente raggiunto con la salvezza del Friuli. A sessant’anni dalla fondazione dei Fazzoletti Verdi dell’Osoppo è stata realizzata una medaglia commemorativa, opera degli artisti friulani Arrigo Poz e Piero Monassi. Il numisma scaturisce da una simbiosi artistica tra un pittore e un incisore, entrambi di indiscutibile capacità di sintesi e di raffinata e geniale stesura.

Arrigo Poz ha operato sul piano pittorico-grafico e Piero Monassi sul modellato e sul rilievo, con un progetto esemplare comune. Sono stati tenuti in adeguato conto i motivi storici della committenza  e la simbologia commemorativa. Nel diritto della medaglia in posizione quasi centrale campeggia il volto di un volontario della libertà. I capelli dell’Osovano scendono sulla fronte e si allungano verso la nuca dissolvendosi in mutazione di un intreccio filante di fuscelli e di spine. Gli occhi meditabondi sono accesi da una idealità lontana che deve essere la realtà del domani.

Al collo si avvolge il fazzoletto verde, simbolo della speranza e del riscatto. Oltre il braccio prosegue il fascio di stecchi, elevandosi a cerchio. Il mento tradisce la barba della solitudine armata tra i monti. La legenda recita in alto “Associazione Partigiani Osoppo Friuli” su doppia fila. Nel retro la composizione accenna motivi emblematici sulla centralità dei valori fondanti la famiglia e la vita civile: il fuoco e l’alare. Sopra di essi lembi di bandiere si allungano sventolando e recando iscrizioni di rito.

C’è un verso di Mameli “L’Italia s’è desta”. Nella banda centrale leggiamo la dicitura: “8 settembre 1943 - 8 settembre 2003”. In basso alla destra delle fiamme che si alzano verticalmente campeggia il motto “Pai nestris fogolârs” (per i nostri focolari), che richiama il famoso e classico “Pro aris et focis”, ma con colorazione più calda e familiare, tutta friulana. La medaglia si offre nella sua completezza grafico-scultorea come un pegno di riconoscente memoria per coloro che combatterono e caddero per la nostra resurrezione morale e civile, dandoci una Patria libera e umana, custode di democrazia e fautrice di progresso.