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Dipingere 

dal colore

di 

Anna Sonvilla

 

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"Creare il colore non significa proiettare le proprie immagini in un indefinibile caos di colori, bensì giungere all'immagine in modo nuovo, nel presente, partendo dalle vicende vissute col colore. Il vero creare è un atto nuovo e irripetibile, che avviene in modo originale nel presente. Ogni artista moderno anela a vivere un simile "momento". Ma ciò è frutto di esercizio continuo e di autoconoscenza". Così Ambrogio Bonfanti, pittore, parla della sua esperienza del colore, vissuta secondo l'impulso espresso da Goethe nella sua "Teoria dei colori".

Sono sempre stata affascinata dalla pittura, ma non avrei mai dedicato impegno ed energia ad una forma artistica che fosse solo espressione di me stessa e della mia vita interiore, o, all'opposto, solo una fedele riproduzione dell'esterno. In entrambi i casi sentivo che sarei caduta in un'unilateralità (mondo interiore o mondo esterno) che mi avrebbe impoverita. Ciò che cercavo era un'esperienza che fosse in grado di entrare profondamente nella mia vita e di cambiarla.

Nell'approccio proposto da Goethe, e poi sviluppato da Rudolf Steiner, compare invece qualcosa di assolutamente nuovo. Il dialogo col colore, percepito come un essere vivente dotato di una sua volontà, porta il pittore ad esprimere qualcosa che va oltre la sua visione personale: una manifestazione della realtà spirituale del colore, riconoscibile da altri esseri umani.

La pittura è dunque una scoperta delle leggi universali che si manifestano in noi stessi e nel mondo esterno, una strada di autoconoscenza e di conoscenza, capace di trovare il punto d'equilibrio tra soggettivo e oggettivo.
Questa strada, che ho riconosciuto pienamente come mia dal 1986, mi ha portato a lasciare
l'insegnamento delle materie tecniche per vivere la pittura non solo come incontro col colore, ma anche, tramite mostre in Friuli e nel Veneto, come incontro con altri esseri umani per mezzo delle immagini dei miei quadri.

L'approfondimento delle leggi del colore, in se stesse in grado di favorire equilibrio e salute, mi ha permesso, pur non essendo terapeuta, di organizzare lavori di pittura di gruppo e di partecipare ad un progetto di riabilitazione per gli ospiti dell'Ospedale Psichiatrico di Sant'Osvaldo nel 1996. Lo studio del colore mi ha con sentito anche di esplorare ambiti molto diversi e inaspettati: la scuola inglese per bambini "The Mills" di Udine mi ha richiesto pitture murali sul paesaggio inglese: l'Associazione per l'Agricoltura Biodinamica mi ha chiesto uno studio botanico sulle piante officinali dalle quali si ricavano preparati che hanno un influsso benefico sulla terra (achillea, valeriana, camomilla, tarassaco, quercia, equiseto, ortica).
La tecnica che uso è l'acquerello su carta bagnata.

Il mio lavoro si realizza da un lato nella pittura come pura esperienza di colore, e nella quale il tema prende gradualmente consistenza durante il lavoro, indipendentemente dalle mie intenzioni; il quadro è allora espressione di una parte di me che non conoscevo, un ampliamento di coscienza. Dall'altro, per non rimanere troppo immersa nelle mie immagini interiori, mi dedico alla pittura descrittiva, nella quale, scegliendo le combinazioni di colore più adatte al tema, realizzo alla fine la rappresentazione ricercata. È uno studio della natura che non si limita a copiarla passivamente, ma sperimenta linee e colori cercando da un lato di cogliere l'immagine reale e visibile, dall'altro di esprimere delle qualità meno legate al mondo fisico.

Alcune piante, ad esempio, contengono elementi di rosso perché agiscono sul sangue o portano calore all'organismo; alcuni animali nascono dall'azzurro perché rappresentati in momenti di riposo o di intimità. Per la pittura di gruppo scelgo di lavorare sui diversi aspetti di un tema unico: le atmosfere delle quattro stagioni, gli alberi legati ai sette pianeti (ciliegio - Luna, olmo - Mercurio, betulla - Venere, quercia - Marte, acero - Giove, cipresso - Saturno, frassino - Sole); i dodici segni dello Zodiaco.

Seguendo questi fili conduttori, ognuno incontra diversi elementi sia della propria vita interiore sia della vita esteriore. Alcuni di questi elementi gli sono più familiari perché legati al suo temperamento, più introverso o più estroverso, mentre altri gli sono meno conosciuti e più difficili da affrontare. Ma incontrarli tutti significa aprire nuove finestre nella propria percezione, aggiungere altri elementi alla nostra esperienza, lavorare a ricomporre in noi la totalità.