Natale 1999 |
I primi vagiti della Caritas di Buja di Maurizio Santi Smith |
Nel campo della carità, a Buja in quest'ultimo anno del secolo e del millennio, si è verificato un segno profetico ed anticipatore di avvenimenti che in futuro accadranno nelle nostre comunità. Nella primavera di quest'anno il dramma del Kosovo, che anche nel nostro paese ha visto una grande mobilitazione di volontari per la raccolta di materiale e fondi, ha evidenziato la necessità della costituzione di un gruppo che operasse sull'intero territorio del comune. Dopo alcuni contatti con i parroci ed una riunione informale tra la Caritas parrocchiale di Santo Stefano e gli operatori delle altre comunità, il 1° settembre ha avuto luogo il primo incontro della Caritas di Buja. Il nuovo gruppo, costituito da oltre venti persone, aggrega e unisce varie realtà di volontariato già presenti nelle cinque parrocchie del nostro comune. Nell'incontro di settembre sono state gettate le basi della nuova Caritas di Buja: cucire le forze di volontariato delle varie comunità per costituire un gruppo inter-parrocchiale capace di conoscere e rispondere meglio alle necessità presenti sul territorio, avere maggiore efficacia nei gesti di solidarietà, essere un esempio di fratellanza e collaborazione tra le varie comunità. Incontrarsi regolarmente per pregare, riflettere, approfondire e cercare di risolvere casi concreti di vecchie e nuove povertà è stato, inoltre, il solenne impegno preso da tutti i membri che già in passato avevano collaborato assieme per concretizzare le stesse iniziative. Per la Caritas di Buja la prima grossa possibilità d'impegno concreto non è tardata ad arrivare: una incredibile serie di terremoti catastrofici (Turchia, Grecia, Taiwan, Messico) in un arco di tempo brevissimo. Per poter dare un sostegno e garantire una presenza immediata ed attenta dove si soffriva, venne deciso di celebrare una "Giornata Caritas" eccezionale dove proporre una raccolta di fondi per l'emergenza terremoti. Domenica 3 ottobre in tutte le Sante Messe che sono state celebrate a Buja un membro del gruppo ha letto una riflessione sul significato di amore cristiano ed, evidenziato il dovere di una grande generosità verso i terremotati, ha proposto una raccolta di fondi da inviare direttamente nelle zone distrutte dai sismi attraverso la Caritas Diocesana. In circa una settimana vengono raccolti complessivamente 7 milioni che sono immediatamente devoluti alla Caritas Diocesana per il sostegno alle popolazioni senza tetto, la promozione di progetti di solidarietà e ricostruzione degli edifici rovinati. Con i segni concreti che pone, la Caritas ha però soprattutto un fine pedagogico, il suo compito principale è, infatti, quello di evangelizzare sottolineando che la pratica della carità è essenziale per la vita cristiana in quanto la fede senza le opere è una fede morta. Questo perché non è possibile pensare di incontrare Dio senza passale attraverso il prossimo. Per mettere in rilievo questa verità, nella "Giornata della Caritas" di Avvento del 5 dicembre, si è stabilito di non raccogliere fondi ma solamente proporre una riflessione sulla solidarietà e rinnovare l'invito a persone ed Associazioni ad una maggiore attenzione, in particolare in quest'anno proclamato dall'ONU "Anno dell'anziano", ai nonni ed alle nonne della Casa di Riposo o residenti nelle proprie abitazioni. La Caritas di Buja si sforza, di mostrare che testimoniare significa cercare di superare il concetto di carità come elemosina e propone di impegnarsi gioiosamente, ed avendo sempre davanti il progetto di fratellanza universale di Dio, nell'aiuto del prossimo, per ristabilire la giustizia, costruire la pace e l'unità di tutto il genere umano, a partire dalle proprie comunità. |