Natale 2008 |
Caritas di Buja 25° del gruppo "Fat a man di chês di Buje" di Maurizio Missio |
"Tre dunque le cose che rimangono: la fede, la speranza, la carità, ma di tutte la più grande è la carità" ha scritto San Paolo nella lettera alla comunità di Corinto. Ma dove si ravvisa la carità in una società in cui imperversano strepiti e clamori e porsi sotto i riflettori è diventato un imperativo categorico? Dove scorgerla al giorno d'oggi quando solo il pettegolezzo e la diceria fanno "bella" mostra di sé grazie a strumenti mediatici sempre meno critici e meno propositivi, monopolistici e sempre più teatro di frivolezze e fatuità? Tanto altro non fa notizia. Tanto bene che c'è nel mondo, a saper guardare e a saper ascoltare, non fa notizia! E invece sì che la deve fare se c'è chi vede, chi sente, chi opera. Diceva madre Teresa di Calcutta "Fa più rumore un albero che cade, che mille alberi che crescono nel silenzio". Quanto c'è di vero in queste parole: anche nella nostra realtà di Buja dove ci sono persone che operano senza frastuoni, senza articoli propagandistici sui giornali e facili gratificazioni. Lavorano silenziosamente dietro le quinte, principalmente per cercare di sopperire alle necessità di famiglie in difficoltà che poco o nulla possiedono. Dall'inizio degli anni ottanta, un gruppo di signore che nel tempo è sempre aumentato, mette a disposizione i propri carismi per aiutare concretamente persone che sono nel bisogno e nella povertà di mezzi materiali. Ma quali sono i carismi che condivide questo gruppo di signore che si firma "Fat a man di chês di Buje"? Il tempo prima di tutto, il tempo di ognuno, che per quanto limitato esso sia è speso per gli altri. Quindi la propensione a farsi carico delle necessità di chi si trova in stato di bisogno. Un altro talento, o più semplicemente "dono", è un'abilità, una capacità, che negli anni si è andata affinando, di creare dei lavori che sono delle piccole ma vere opere d'arte. Da oltre vent'anni un gruppo di signore si incontra regolarmente per dare vita ad una passione e ad un'abilità che si è fatta sempre più raffinata; queste signore creano splendidi ed originali pezzi di cucito, punto dopo punto, colore dopo colore, filo dopo filo tessono su trame ed orditi intrecci e ricami. Il ricavato della loro diffusione viene devoluto in beneficenza e così riescono, ogni anno, a destinare dei fondi per urgenze e necessità di persone in disagio sia nella nostra comunità sia nei quattro angoli del mondo. Molte iniziative proposte e sostenute dalla Caritas di Buja sono state rese possibili grazie al sostegno sempre pronto e generoso del gruppo "Fat a man di chês di Buje". Senza l'aiuto concreto di questo gruppo, difficilmente la Caritas di Buja avrebbe potuto rispondere, in maniera adeguata, all'appello di Mons. Gugerotti per sostenere la Caritas della Georgia a favore della casa di riposo di Tiblisi, negli interventi umanitari dei profughi del Caucaso, aiutare generosamente la suore francescane che operano a Maigarò nella Repubblica Centrafricana, adoperarsi prontamente e concretamente in soccorso di famiglie bisognose della nostra comunità. La prevalente funzione pedagogica della Caritas di sensibilizzare tutte le persone al senso e al dovere dell'amore e della solidarietà e a facilitare il passaggio da una carità identificata con l'elemosina ad una carità concepita come condivisione, con il gruppo "Fat a man di chês di Buje" ha sempre sfondato una porta aperta. Ecco dunque un bel esempio di splendida solidarietà e partecipazione alle difficoltà e alle sofferenze degli altri; nel silenzio, con pazienza, costanza e, assiduità. Un gruppo che opera in silenzio, nella gioia, senza clamori e senza cercare le luci dei riflettori puntati addosso, perché la carità non si gonfia, come ci sottolinea San Paolo. Questa è una realtà oggettiva, fattiva, che fa della condivisione e della compartecipazione ai disagi e ai bisogni degli altri una attiva e fruttuosa opera di solidarietà. E fa notizia perché abbia voce il silenzio di mille alberi che crescono. A ben guardare c'è molto di che stupirsi! |