A Pietro GIAMPAOLI  

 

«Per la sua opera di insigne maestro incisore, che ha aperto la via dell'arte a innumerevoli artisti, e per le sue splendide realizzazioni nel campo della medaglia e della moneta in tutti i Paesi del mondò, in una vita di sacrificio e di operosità. »

 

Pietro Giampaoli è una delle colonne portanti dell'arte incisoria italiana e della medaglistica in particolare.

È nato a Buja il 14 febbraio 1898.

Soldato della Prima Guerra Mondiale, nel corso della ritirata di Caporetto, viene catturato dall'esercito austro-ungarico.

Proprio nel corso della prigionia un suo compagno del campo di lavoro, un Russo, lo inizia al mondo dell'incisione. I primi approcci con il bulino sono infatti effettuati sui bossoli delle granate e sulle fascette dei proiettili. Dopo varie vicende, legate allo sviluppo ed agli eventi del conflitto mondiale, i suoi superiori, intuendone l'estro e le capacità tecniche, gli offrono la possibilità di recarsi a Milano. Congedato, affina, attraverso varie incisioni effettuate per conto di stabilimenti come Gerosa e Johnson, le sue potenzialità espressive.

Conclusosi il conflitto, Giampaoli si iscrive all'Accademia di Brera, però, è costretto a lavorare di notte per mantenersi agli studi.

Dopo aver vinto il primo premio per lo sbalzo ed il secondo per l'incisione, si trasferisce da Milano a Venezia, perché vincitore di una borsa di studio, e qui termina l'Accademia.

Nel 1936, viene chiamato dalla Zecca di Stato a Roma dove, tra l'altro risiede tuttora. Opera, nello stabilimento di via Turati, per oltre 25 anni, diventando incisore capo.

I suoi lavori più famosi, all'interno delle oltre 100 monete modellate, sono le 20 Lire di rame (ancora in circolazione) e le splendide 500 Lire in argento, nobilmente rinascimentali, dove inserisce il profilo della moglie Letizia.

Dal '50 al '65 incide e lavora attorno a numerose opere commissionategli dallo Stato del Vaticano: sue sono le monete dell'Anno Santo 1950, le 500 Lire in argento di Papa Pio XII, la serie del Concilio Ecumenico Vaticano II ed ancora le monete commemorative annuali del pontificato di Giovanni XXIII sino al '65, e quella per l'incoronazione di Paolo VI.

Nel corso di quegli anni, si evidenzia, in Giampaoli, quella costanza e continuità di lavoro che lo caratterizzano tuttora. Infatti modella ed incide numerose monete per la Turchia, la Tunisia, per Israele, per l'Oman e, dal '62 ad oggi, anche per il Sovrano Militare Ordine di Malta. Dal '72 incide le monete annuali per la Repubblica Maltese.

Nel 1949, tra l'altro, ha vinto il primo premio alla Mostra Internazionale di Madrid. Questo riconoscimento evidenzia quanto, a livello internazionale, è sempre stata riconosciuta la competenza di Giampaoli nelle varie fasi dell'esecuzione della moneta: dal disegno, all'incisione, dalla definizione del modello, allo stesso conio.

Nel '68 viene eletto corrispondente per l'incisione, in rappresentanza dell'Italia, presso l'Istituto Francese dell'Accademia delle Belle Arti di Parigi.

È stato ospite di diverse Zecche europee, che hanno apprezzato anche il suo modo originale di coniare monete con nuove leghe.

Sue sono diverse medaglie ufficiali: per l'inaugurazione dell'Università di Ferrara, per l'Accademia Pontificia, per il Comune di Roma (ricostruzione del teatro Argentina); per la Numismatica Italiana la serie dei Grandi Navigatori, dell'Unità d'Italia e del Concilio Ecumenico Vaticano II, eseguita in collaborazione col fratello Celestino.

Ancora sue la moneta di Marconi emessa dalla Zecca Italiana nel '75 per i collezionisti, la moneta di Michelangelo del '76, quella coniata dalla F. A. O. nel '77, che riporta il profilo di Grace di Monaco e la medaglia ufficiale per la visita di Giovanni Paolo II a Loreto (1979).

Al Friuli e al paese natale ha dedicato pezzi numismatici di rilievo, quali il ritratto di Mons. Celso Costantini, la medaglia della conquista del K 2 per Ardito Desio, l'effigie della Madonna dei fornaciai di Avilla.

Il suo stile, che fonde purezza di linee, equilibrio di volumi e una freschezza convogliata in argini spumeggianti dal culto della classicità„ è aulico e di radice popolare insieme.

Pietro Gianpaoli rifugge dalle lodi, non rifugge mai dalla ostinata ricerca della perfezione.

Tra le ultime e più significative opere del maestro: la medaglia nata in occasione del Millenario di Udine (1983), dove l'Angelo del Castello domina il Friuli «Dalis mons insin al mar», quella per i mille anni di Buja (1983), qui in un 'edicola a colonnine tortili Cristo allarga le braccia sull'Imperatore Ottone II e la moglie Teofane, l'omaggio all'amico pittore Enrico Ursella con il quale Giampaoli condivise in gioventù momenti di speranza e delusioni, ed ancora placchette, ritratti di nipoti e di importanti personalità.

Una galleria vastissima, che desta meraviglia per la sua compiuta bellezza.