Ad  Arturo TOSO  

 

«Per aver promosso il risveglio della friulanità, sostanziandola di profondi valori di pensiero e di fede nell'arco di una vita spesa nello studio, nell'insegnamento medio e universitario in Patria e all'Estero, nella eletta conduzione di istituti per la formazione della gioventù. »

 

L'incontro della realtà cristiana e umana con la friulanità più sentita, quale radice della civiltà locale e del popolo friulano, è il fatto saliente dell'esistenza ancora dinamica ed attiva di Arturo Toso, nato a Udine il 5 luglio 1921.

È sufficiente scorrere le tappe della Sua vita per rendersi conto dell'opera da Lui svolta per la crescita di un Friuli migliore, alla luce di una ideologia cristiana neotomista, dove la speranza del superamento del contingente è la molla di una doverosa ricerca e di una possibile fratellanza universale.

Dopo essersi laureato in Filosofia a Roma, nel 1943 si unì ai giovani della Brigata Osoppo ed andò con loro sulle montagne, a combattere per un mondo più umano, più giusto, più libero, ma venne fatto prigioniero e deportato nei Lager nazisti.

Alla fine della guerra, ritornato in Patria, per alcuni anni insegnò Filosofia, in seguito ottenne l'incarico di Preside, prima a San Pietro al Natisone e poi a Tolmezzo, fu anche addetto culturale negli Istituti Italiani a Monaco di Baviera e a Colonia.

Ora è Docente di Filosofia all'Università di Padova e Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Renati di Udine.

Educatore cosciente e cristiano, Toso ha dedicato l'esistenza all'insegnamento e alla vita educativa, ben consapevole delle parole del Vangelo: «Alcuni seminano... altri raccolgono!»

Nel 1966 è stato tra i fondatori del «Movimento Friuli» e suo primo Presidente.

Da sempre collabora, con articoli filosofici e letterari, a innumerevoli riviste, è autore di ricerche storiche e di saggi critici particolarmente apprezzati ed è fattivamente impegnato in Accademie e Gruppi di Studio in tutta Italia, soprattutto in Friuli, dove invita intellettuali di altre regioni per farli conoscere nei nostri ambienti culturali.

Alla serietà dello studioso, alla vivacità dello scrittore, ha aggiunto i suoi due grandi amori: la Fede e la Libertà, che caratterizzano l'inizio e la fine di ogni sua dinamica operativa.

Oggi il prof. Toso è Proboviro dell'Associazione Nazionale ex Deportati. Il tempo scolora i ricordi della guerra, gli orrori dei campi di sterminio, i forni crematori, i luoghi della terra dove più aspra fu la lotta e la resistenza contro gli invasori, ma chi ha esperimentato sulla propria pelle tanta sofferenza, non può dimenticare i lutti, le offese arrecate all'Umanità, lo scempio di tanti milioni di vite.

Per questo, da anni, Arturo Toso si è assunto l'impegno di far conoscere ai giovani studenti cos'è stata veramente quella terribile «avventura», guidandoli di persona attraverso i famigerati ex Lager, non per alimentare l'odio verso un popolo, ma perché quei misfatti non abbiano più a ripetersi, perché i figli non ricadano negli sbagli dei padri.

Simbolo di fratellanza, di amore e di pace tra gli uomini, è anche il Monumento a Padre Massimiliano Kolbe, che Arturo Toso ha voluto venisse eretto a Udine, nel piazzale antistante la Chiesa dei Cappuccini, in Via Chiusaforte.

In questi anni il prof. Toso ha ricoperto importanti e significativi incarichi:

- Preside del Liceo Classico «Dante Alighieri» di Gorizia;

- Preside del Liceo Scientifico «Nicolò Copernico» di Udine;

- Presidente del Comitato di Udine dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano;

Vicepresidente del Comitato Regionale Iniziative Castellane.

Profondo conoscitore e cultore di Storia, recentemente ha tenuto un corso sul «Risorgimento Italiano e Friulano», all'Università della Terza Età, ottenendo vivo successo.

È autore di:

«La poesia di Silvio Domini»; «Renato Del Din, Medaglia d'oro al V. M., primo Caduto dell'Osoppo»; «Ragione e fede: un equivoco storico e dialettico»; «L'utopia nel pensiero filosofico»; «Il generale Alberto La Mormora tra Piave e Tagliamento nella primavera del 1848; » «Riuso dei Castelli storici»; «L'onestà atavica di un popolo» (in «Friuli terremotato»).

Ha curato:

«L'amministrazione militare austroungarica nei tenitori occupati dall'ottobre 1917 al novembre 1918»; «L'assedio di Osoppo (1848)» di L. Andervolti; «Il Friuli e la Romania» di S. Delureanu.

Sue sono le prefazioni a numerosi libri in italiano e friulano.

Tiene anche rapporti d'Intercultura per favorire gli scambi tra studenti stranieri e italiani e per ospitare, nei Licei italiani, studenti stranieri.