| Ad Arrigo POZ
«Pal sô servizi di art e di amôr a fâ biele la Cjase di Diu e il so Friûl cristian e civîl.» |
Arrigo Poz è nato nel 1929 a Castello di Porpetto un paese friulano, dove il Medio Friuli trapassa lentamente nelle campagne della Bassa. Un mondo ritagliato nel particolare di un gruppo di case, di un orto, di un campo, ma che inizia a sfumare nei vasti spazi di una pianura che si allarga e si allunga all'infinito e sente, in fondo al suo essere, il respiro del mare. È il mondo di Poz, un mondo di contadina povertà, di orgoglioso riserbo, di senso religioso della vita, di velata e dignitosa tristezza. Arrigo Poz a quindici anni avverte la sua vocazione pittorica. Va da un maestro che si chiama nientemeno che Zigaina. Impara la tecnica, assimila idee, ma con gli anni matura una personalità sempre più individuale e profonda. Le idee di alcuni ambienti culturali del Friuli vengono criticamente filtrate dal suo spirito. Prevale il suo ethos cristiano su tutto. La sua pittura, che fluisce ai margini del neorealismo, si esalta in una ricerca lirica dei valori dell'infanzia e dei campi. Approda, con gli anni, ad uno stile personalizzato al massimo e perviene alla grande pittura e al mosaico. I suoi soggetti sono la natura, L'uomo e sempre più spesso Dio, la Vergine Madre del Cristo, Cristo e le figure bibliche vetero e neotestamentarie. La sua dimensione religiosa cresce, il suo spazio artistico si allarga ed assume una più corposa sostanza. Segno e colore, inventiva e composizione, hanno dentro un'anima che crede e che ama. Arrigo Poz dipinge per le situazioni sociali da correggere, per gli ideali cristiani da promuovere. Le mostre non si contano più, personali e collettive da Udine a Milano a Bruxelles. Le trasmissioni alla RAI e alla televisione cercano di dargli una dimensione puntualizzatrice. Critici d'arte da Damiani a Stefanini, da Manzano a Mutinelli, da Sgorlon a Zannier, da Menichini a Bartolini si esprimono favorevolmente sulla sua produzione e non ne cito che pochi. La Basilica delle Grazie, la Chiesa di Salt di Povoletto e quella di Molin Nuovo, il nuovo Tomadini, la Chiesa di S. Giovanni al Natisone cantano a Dio con la sua arte. Il messaggio di Poz è arte, è Fede, è Amore. Il Friuli oggi glielo riconosce e lo premia. Tra il 1984 ed il 1985, Arrigo Poz ha completato il ciclo delle vetrate per il Convento delle Suore Francescane di Gemona, sviluppando il tema del «Cantico delle Creature». Nella Cappella del Noviziato, con il «Grande sole» e «L'albero della Vita», l'artista ha ripreso con vivace freschezza di colori, il concetto francescano delle laudi a Dio «Altissimu, onnipotente, bon Signore». Ha dipinto, per la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, anche un grande pannello ad olio (212 metri quadri). Nel 1987 ha collocato luminose vetrate, istoriate con temi religiosi, nelle Chiese dei Rizzi e di Percoto ed una notevole tela, raffigurante i discepoli di Emmaus, nella Chiesa di Vidulis. La sua ultima fatica è una grande composizione realizzata per il Santuario del Monte, a Marsure (Pordenone), in cui è raffigurata la Madonna «Mater Ecclesiae». Le vetrate di Poz, attraverso cui filtra sublimandola, la luce del giorno, si inseriscono sempre a meraviglia nell’ideale spazio cui sono state destinate ed esprimono la personalità dell'artista, Il ritmo libero, scattante delle sue opere, il predominio vittorioso dei bianchi, dei blu, dei rossi, dei gialli, rivelano un 'aderenza al compito assegnato ed una sicurezza di mestiere che sono naturali in chi, a quest'arte, ha dedicato lungo studio e grande amore. |