A  Mario DE APOLLONIA

 

«Pe sô sclete e vive produzion di cjanz

 

e di contis, madressude di volontât e di spirit».

 

Scrittore autentico e sensibilissimo, autore di pagine intrise di sconforto e di rimpianto, Mario De Apollonia è nato a Romans di Varmo nel 1941.

Avrebbe voluto diventare avvocato, ma nel 1964 ecco i primi segni della malattia che ha condizionato totalmente la sua vita.

Da quel momento la sofferenza si perde, trasfigurata, nella modulazione della parola...

Nascono: «Lis scenis di Drin e Delaide» pubblicate sulle pagine de «La Vita Cattolica» negli anni 1978-1980. Un mondo questo di realtà e di immaginazione, di mirabile freschezza e di ingenuità d'accenti.

Ma nascono soprattutto le poesie di «Cjalant tal flum la lune» (2° premio al Concorso Pighin nel 1979), poesie dove, come dice Gianfranco D'Aronco, «Mario De Apollonia esprime, in una meditazione senza fine, la sua condizione umana che gli nega la possibilità di unirsi alla gioia degli altri.

Un canto di sapore leopardiano il suo.

La luna, (la vita) appare imprendibile: il suo riflesso è a portata di mano, ma anch'esso è ingannevole».

I sogni della gioventù sono stati travolti dalle acque impetuose del fiume...

Ancjemò no suspietavin

che il Tiliment in plene

nus ai varèz robâz, chei nestris siums,

e strissinâz fin tal mâr

là ch 'e jé muarte

inneade cun lôr

la nestre zoventût,

par simpri.Negli anni 1980-81 De Apollonia scrive il romanzo «Il timp par ledrôs», stampato in prima edizione nel 1982 e in seconda nel 1985.

Con quest'opera, dove in ogni pagina sono presentati i valori della friulanità, le radici profonde di un popolo costretto ad emigrare per vivere, con quest'opera dicevo, l'autore ha vinto ancora una volta il premio Pighin, nel 1981.

... E Celso Macôr, nell'introduzione scrive: «O vin te nestre narative plui resinte un romanz ch'al sa daj une vôs furlane al cjant universal, che mai nol finìs, dal amôr e de vite, de solitudin e de muart, de disperazion e de sperance, chest libri al è «Il timp par ledrôs» di Mario De Apollonia.»