A Giuseppe BURGNICH

 

«Pai sôi ains di apuestul e di creatôr di progrès 

 

te tiere soreglade da l'Afriche, cul impen di formâ, 

 

cu la lûs di Diu, al lavôr e al savê la zoventût 

 

ch'e ven sù, par un miôr doman. »

 

Tra i tanti Missionari friulani che lavorano in silenzio in qualche angolo sperduto dell'Africa, promuovendo vita, cultura e amore, c'è anche Giuseppe Burgnich, nato a Ruda (Udine) il 29 marzo 1930.

re impegnato in campo sociale, giorno dopo giorno, ha sentito crescere dentro a sé il desiderio di mettersi al servizio dei fratelli più poveri.

Così, quando nella primavera del 1972, l'allora Arcivescovo di Gorizia, Mons. Pietro Cocolin, dopo una consultazione con tutte le realtà vive della Diocesi, decise di aprire una Missione in Costa d'Avorio, Giuseppe Burgnich si offerse immediatamente come Missionario laico.

Aveva in testa un progetto ben preciso: realizzare una Scuola tecnica, perché i giovani del luogo, soprattutto i più bisognosi, potessero imparare una professione sicura.

La sua doveva essere una scuola di vita!

Dopo mesi di preparazione, il 6 gennaio 1973, giorno dell'Epifania, Burgnich ricevette dalle mani dell'Arcivescovo il Crocifisso ed il mandato e, assieme ad altri otto religiosi, raggiunse la località di Kossou nel cuore della foresta.

Lì, un'impresa italiana che aveva costruito una diga, stava smantellando capannoni ed officine.

In uno di questi capannoni, recuperando tutto quello che era possibile, Bepùt, come amichevolmente lo chiamano tutti, diede avvio al suo programma con i primi quattro allievi.

Era il 25 luglio 1973! Si cominciò con lavori strettamente manuali, poi con i primi attrezzi, alla fine arrivarono anche vari macchinari.

Da allora, la «Scuola Tecnica di Arti e Mestieri» di Kossou si è venuta sempre più ampliando nel numero degli iscritti e nelle strutture, vera ed autentica fonte di promozione umana!

Attualmente sono una quarantina i giovani che la frequentano.

Giungono alla Missione totalmente inesperti, spesso analfabeti; dopo tre anni ritornano ai loro villaggi provetti muratori, falegnami, incisori, scultori in legno, pronti ad affrontare con serenità e dignità l'avvenire.

Tre anni di studio e di lavoro e poi un mestiere appreso con precisione e competenza. Per questo arrivano a Kossou ragazzi da tutta la Costa d'Avorio, a volte anche dalla Guinea e dal Mali!

Sono più di trecento gli allievi che ormai hanno lasciato la scuola; molti di essi si sono uniti ed hanno formato delle piccole Cooperative di lavoro, assicurando, così, ad essi e alle proprie famiglie un domani migliore.

In 15 anni di vita, la «Scuola di Arti e Mestieri», voluta da Bepùt con fede e coraggio, è diventata una bella realtà. Gli edifici sono stati ampliati: accanto al capannone-officina ci sono oggi i dormitori, le cucine, le riserve per l'acqua, i terreni coltivati a frutteto, l'allevamento dei conigli e dei colombi e, da poco, anche belle e spaziose aule per il disegno tecnico, necessario per chi frequenta i corsi di falegnameria e carpenteria. La costruzione di queste sale è stata fatta totalmente dagli allievi, che così hanno imparato a mettere in pratica quanto appreso in teoria.

Kossou è diventata un simbolo, un punto di riferimento per le nuove generazioni ivoriane!

Le Autorità locali non hanno potuto ignorare la sua importanza educativa, il lavoro di formazione umana e spirituale che essa svolge sui giovani allievi, per questo, il 30 aprile 1988, Giuseppe Burgnich è stato nominato «Cavaliere della Costa d'Avorio» per meriti educativi e sociali.

Tale onorificenza gli è stata consegnata dal Ministro dell'Insegnamento Tecnico e Formazione Professionale, Ange Barry Battesti, durante una significativa cerimonia, celebrata alla presenza di religiosi, ex allievi e personalità.

Per applaudire Bepùt, il piccolo villaggio si è messo in festa, coinvolgendo anche quelli vicini, tutti hanno voluto dirgli «grazie» per 15 anni di lavoro e di impegno missionario, per non aver mai cessato di credere negli uomini, nella collaborazione tra i popoli e nella fratellanza.