Ad Eduardo PIRONIO 

 

«Pal esempli di Furlan Argjentin, tacât al so popul migrant e lavoradôr, e pe opare di glesie e di umanitât a pro de vere liberazion dal Vanzêli, in Americhe Latine e pal mont intîr.»

 

Sua Eminenza il Cardinale Eduardo Pironio, non è nato in Friuli e neppure in Italia, eppure Egli si sente Friulano e sente Percoto come il paese della sua famiglia, ma soprattutto della sua fede.

Ecco quanto Lui stesso ha scritto in data 18 ottobre 1974: «Percoto-Percût è per me non soltanto un bel paese del Friuli, ma una vera sorgente di vita spirituale. Da bambino ogni giorno sentivo a casa parlare di Percùt, della sagra di Percùt, del campanile di Percût...

Così ho imparato ad amare Percoto... Ogni volta che arrivo mi batte fortemente il cuore, guardo il campanile della fede, entro in Chiesa e bacio il fonte battesimale dove incominciò per mio padre la vita di Dio. »

Come moltissimi Friulani, dunque, anche Giuseppe ed Enrica Pironio hanno dovuto lasciare la casa, il paese, gli affetti più cari per cercare fortuna in Argentina, una terra di grandi possibilità nella quale, all'inizio del secolo, la sorte di un uomo poteva facilmente cambiare in meglio. A Nueve de Julio, dove la famiglia Pironio si era stabilita, nacque il piccolo Eduardo. Era il 3 dicembre 1920. Entrato giovanissimo nel Seminario di San Josè de la Piata, si appassionò agli Studi di Filosofia e Teologia, studi che in seguito completerà a Roma, presso il Pontificio Ateneo «Angelicum».

Il 5 dicembre 1943, nella Basilica di Nostra Signora di Lujàn, Eduardo Pironio fu ordinato Sacerdote; poco dopo cominciò ad insegnare Teologia nel Seminario Pio XII, nella diocesi di Mercedes, Diocesi della quale divenne Vicario Generale nel 1958.

Fu consacrato Vescovo il 31 maggio 1964, in tale occasione prese, come titolo, il motto: «Christus in nobis - Spes Gloriae».

Erano quelli gli anni in cui nella Chiesa Cattolica spirava il vento innovatore del Concilio Vaticano II e si affermava la tematica dei «Segni dei tempi», introdotta da Giovanni XXIII nella «Pacem in terris», che tante speranze ha suscitato tra i popoli.

Il giovane Vescovo ha subito fatto Suo l'insegnamento del Papa, ha fatto Suo l'invito alla fratellanza umana, alla giustizia sociale, al diritto all'esistenza e ad un tenore di vita dignitoso per tutti. Per questo, eletto Segretario Generale del CELAM, Paolo VI non ebbe alcun dubbio nell'affidargli anche la carica di Segretario Generale della Seconda Conferenza dell'Episcopato Latino-Americano, che si tenne, nel 1968, a Medellin, dove, per la prima volta la storia sociale e politica dei popoli Sud Americani venne interpretata come storia di salvezza.

Durante i lavori dell'Assemblea, furono descritte con particolare incisività, le condizioni di allarmante sottosviluppo, di inquietudine sociale, di disuguaglianza culturale di un intero Continente, fu denunciata la povertà delle masse analfabete, umiliate ed emarginate dalla gestione della propria terra e spesso anche della propria vita, chiuse in una rassegnazione nella quale, ancor oggi, soltanto a tratti si aprono spiragli di risveglio.

Gli stessi Vescovi che hanno levato le loro voci di protesta in una ferma condanna della violenza, a Medellin, però, hanno anche sottolineato l'esigenza di non tradire la Croce, di rimanere uniti nella certezza della Fede, perché il Messaggio Cristiano possa essere vissuto nella sua genuinità.

Ed il Cardinal Pironio ha contribuito fattivamente a trovare le giuste indicazioni per superare gli inevitabili momenti di tensione, per scoprire la linea su cui il dinamico rapporto tra immutabile e mutabile, tra permanente e nuovo, permetta alla evangelizzazione di individuare le forme più consone perché il non-uomo possa diventare uomo.

La Teologia della Liberazione è impossibile capirla al di fuori della Chiesa, essa è soprattutto ecclesiale, perché si fa nel cuore della comunità, con i Vescovi, i Preti, i laici, i Teologi.

Dopo Medellin nella realtà Latino-Americana, è nata una Chiesa con un profilo nuovo, con proposte nuove, piena di anelito di emancipazione, di maturazione personale e di integrazione collettiva; gran parte di questa positiva trasformazione è merito del Cardinale, che questa sera festeggiamo.

Dotato di una grande autorità morale, Èudardo Pironio ha sempre cercato di introdurre, gradualmente, la collegialità, la collaborazione dei laici ed il dialogo ecumenico, ha sempre prestato grande attenzione alla voce dei Vescovi e dell'intera comunità dei credenti.

Al termine del Concilio Vaticano II, Papa Paolo VI lo ha nominato membro del Sinodo dei Vescovi e membro della Santa Congregazione per la dottrina della Fede.

Nel 1975, mentre era Vescovo di Mar del Piata e Presidente del CELAM, gli giunse da Roma la nomina a Proprefetto della Congregazione dei Religiosi e degli Istituti Secolari.

Un elemento che sicuramente ha influito su tale nomina», è stata l'esperienza, da Lui più volte dimostrata attraverso precisi interventi, sulla rinnovata visione della condizione carismatica e giuridica dei Religiosi.

Con i suoi 54 anni è così diventato il più giovane prelato della Curia Romana!

Nel Concistoro, tenuto da Paolo VI il 24 maggio 1976, fu eletto Cardinale, nello stesso anno divenne Prefetto della Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari.

Oggi il Cardinale Pironio, ricopre la carica di Presidente del Pontificio Consiglio per i laici, ancora una volta impegnato a rendere vivace ed incisiva l'azione della Chiesa.