A Mario QUARGNOLO

«Mestri di critiche e storie da l'art cinematografiche, taliane e mondiâl, pes sôs oparis di sigure cognossince e di cristiane e furiane lidrîs.»

 

Mario Quargnolo, storico e critico cinematografico, è nato a Udine il 2 ottobre 1922.

Dopo aver conseguito il diploma di maestro elementare, si dedicò, per alcuni anni, all'insegnamento, ma   la sua vera passione è sempre stato il cinema.

Ancora giovanissimo incominciò a collaborare con alcuni giornali, per potersi comperare libri e riviste di cinema o per poter presenziare, a sue spese, a proiezioni di particolare interesse o a festivals di risonanza internazionale.

Umberto Barbaro, Luigi Chiarini, Rudolf Arubein, Paul Rotha e Pasinetti sono stati i maestri della sua formazione critica, basata sull'analisi dei contenuti, sul dato estetico, ma anche sull'aspetto storico di un film.

Nelle sue recensioni, il critico udinese ricompone in linee essenziali la vicenda, senza aggiungere   nulla che non sia necessario all'economia della tematica, mantenendo sempre quel rigore di scelta e quella finezza d'intuizione che sono le caratteristiche preminenti del suo stile.

Tra le sue pubblicazioni più  importanti ricordiamo: "Dove va il
cinema italiano" (Milano 1972), "Il Cinema degli altri" (1975), "Dal tramonto dell'Operetta al tramonto della Rivista" (1980), "La Censura ieri e oggi nel cinema e nel teatro" (nel 1982), "Luciano Albertini, un divo degli anni venti" (1978), "Maciste e Compagni" (1981), ma soprattutto "La parola ripudiata" (1986) in cui Quargnolo affronta il tema che lo ha sempre appassionato: il passaggio dal muto al sonoro.

Studi specifici di Quargnolo  riguardano poi il cinema "scritto in friulano", come egli stesso ama chiamarlo, cioè il Cinema di Marcello De Stefano.

Come storico del Costume ha  sempre avuto un'attenzione particolare per tutto ciò che riguarda la sua città - Udine - così nel 1977 ha scritto "Vecchi cinema udinesi, ", nel 1982 "Vecchia Udine" e poi "Caffè  e osterie di Udine", fino al recentis-simo "Udine, o cara", pagine in cui la penna è guidata da un'aria di nostalgia carica di ricordi, pagine do ve rivive la città com'era un tempo.

Suoi scritti e recensioni sono sempre presenti sui giornali friulani e i suoi studi sono citati nelle più importanti pubblicazioni di cinema.