| A Franco GALLINI«Parvie de sô atenzion pusitive a duc’ i malâz di tumôr e pe ricercje dai rimiedis di vite e salût cun iniziativis di bontât e di sperance.» |
Franco Gallini è nato a Pordenone 60 anni fa. Nel dicembre del 1977, assieme ad alcuni amici, ha dato vita alla “Via di Natale”, allo scopo di promuovere e sostenere iniziative di studio, ricerca scientifica, educazione, istruzione e diffusione delle conoscenze sanitarie per prevenire e combattere il cancro. Nessuno di noi matura pienamente la propria esperienza umana chiudendosi nell’isolamento e nell’indifferenza, estraniandosi dalla realtà sociale, dalla viva presenza degli altri. Così la “Via di Natale” attraverso l’opera infaticabile del suo Presidente il Sig. Gallini appunto, ha per prima cosa offerto la possibilità ad un gruppo di medici oncologi dell’Ospedale di Pordenone, di frequentare corsi di aggiornamento, convegni di studio e soggiorni presso i maggiori centri oncologi mondiali con il presupposto che, invece di fare raccolte di soldi per mandare un malato a curarsi all’estero, era meglio che un medico andasse a studiare, cosicché i cittadini avessero nelle locali strutture sanitarie le stesse possibilità di cura e di assistenza di un centro specializzato. Con queste idee il sig. Gallini, i suoi amici ed alcuni giovani medici, hanno cominciato a girare per i paesi del Friuli a tenere conferenze, principalmente sulla prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori. Alla sera si rivolgevano ad un pubblico adulto, al mattino agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado. Questa forma di propaganda medica ha avuto un grandissimo successo, non senza qualche critica, perchè a stimolarla e a farla erano semplici cittadini, medici laureati da pochi anni e non grossi nomi della medicina. Attento a tutte le problematiche legate al cancro, il sig. Gallini, aveva anche capito che per ottenere il massimo di speranza di guarigione o quantomeno di beneficio, era necessario avere una struttura specifica. Ecco quindi che, nel marzo 1979, viene organizzata una raccolta di firme tra i cittadini e, con staffette a piedi, partendo da quattro diverse località della Regione vengono raccolte in un solo giorno lungo le strade ed i centri attraversati, ben 80 mila firme, consegnate successivamente al Consiglio Regionale di Trieste con la richiesta di istituire un centro per lo studio e la cura del cancro. La sensibilizzazione a livello politico, amministrativo, ma soprattutto tra la popolazione, ha subito dato i suoi frutti e quelli che sembravano sogni e utopie sono diventati realtà. Nel 1984 è nato il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, al servizio non solo delle genti del Friuli-Venezia Giulia, ma di tutta Italia. I contributi che spontaneamente sono pervenuti alla “Via di Natale” sono stati impiegati oltre che le borse di studio al personale medico ed infermieristico, anche per l’acquisto di attrezzature ed apparecchiature mediche. Nel 1989, il sig. Gallini, si è reso conto che bisognava sì aiutare i malati, ma anche i loro familiari che giungevano al CRO con il grosso problema di trovare alloggio per periodi anche molto lunghi. Ha rivolto così un appello ai cittadini presentando il progetto di un prefabbricato e, come sempre, la gente ha risposto in modo generoso. Dalla fase di progettazione alla realizzazione della “Casa Via di Natale 1”, con 12 posti letto, sono passati pochi mesi. Infatti, già nel gennaio del 1989, la Casa accoglieva le prime persone; sino ad oggi ne ha ospitate oltre 2500, in forma totalmente gratuita. Nel frattempo si è cominciato a pensare alla “Casa 2” ! Il primo progetto prevedeva 34 mini appartamenti, ma in fase di costruzione si è presentato il problema del malato terminale oncologico. Ecco che, con un semplice atto del Consiglio di amministrazione, la “Casa 2” si è arricchita di un piano. La struttura è stata inaugurata l’11 novembre 1995, completa di 46 alloggi pronti ad accogliere i malati in terapia al CRO, i loro familiari e gli ammalati terminali. Si è così avverato il sogno di un uomo che, attraverso proposte concrete, ha saputo tradurre in pratica i valori che danno un senso all’esistenza, il sogno di uomo profondamente sensibile che con il suo grande cuore riafferma la fiducia e la speranza in un mondo migliore. |