A Valerio ZAMPARO 

 

«Apuestul di Crist tal pandi veretât e caritât tai momenz di pâs e di torment, simpri dongje di duc’, e pari tal spirt di tante nestre zoventût.»

 

16 Maggio 1976 - Matrimonio alla tendopoli del "Villaggio Brescia"

Don Valerio Zamparo è nato a Togliano di Torreano il 10 luglio 1933. Consacrato sacerdote nel giugno 1960, è stato per quattro anni viceparroco a Socchieve, per poi passare a Buja nel settembre 1964!

Qui ha iniziato come educatore dei ragazzi e dei giovani che allora, per la maggior parte, erano iscritti all’Azione Cattolica, cercando di coinvolgerli, oltre che in attività religiose, anche in giochi, in discipline sportive e culturali, ma soprattutto li ha avvicinati tra loro contribuendo al superamento del campanilismo locale .

Don Valerio, infatti, si è fatto amare non solo dai ragazzi della parrocchia di San Lorenzo martire, ma da quelli di tutta Buja che hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo come indimenticabile insegnante di Religione nella Scuola Media, dove ogni anno fiorivano particolari iniziative di socializzazione e di catechesi .

I ragazzi allegri e spensierati che un tempo lo acclamavano nel campetto della canonica, nelle sale della “Casa della Gioventu”, nei corridoi della scuola al grido ritmato di  Don -Va,  Don-Va, ora sono uomini, hanno famiglia, alcuni ricoprono anche cariche di grande responsabilità eppure nei loro cuori sono incancellabili i momenti felici passati assieme : i tornei di calcio, dove vincere una partita era sempre una conquista e un’emozione, i “mitici “ campeggi, irripetibile patrimonio comune di esperienze, le spensierate e spesso avventurose gite, le allegre mascherate che stimolavano la fantasia sino a trasferirla in un mondo magico, le colorate ed “effervescenti” mostre regionali del disegno .....

I suoi ragazzi hanno organizzato cineforum, allestito mostre, redatto giornali, promosso dibattiti, avviato campagne di informazione, sotto la sua guida hanno maturato un notevole spirito critico che li ha resi aperti e responsabili. Don Valerio li ha, infatti, aiutati a guardare dentro di sè, a chiarire  propositi, sentimenti, pensieri, ha fatto conoscere loro il valore della vera amicizia, dono totale e senza riserve del cuore!

.....E dopo il terremoto, quanti di loro, hanno potuto continuare gli studi per merito Suo, quanti hanno grazie a Lui, trovato un lavoro e con esso la speranza per ricominciare......

Don Valerio si è dedicato con particolare cura e sensibilità anche agli anziani  della Casa di Riposo per i quali dava vita a varie iniziative in diversi momenti dell’anno liturgico e agli ammalati della nostra comunità che visitava frequentemente.

La sera del 6 maggio 1976, la vita è cambiata per tutti noi di Buja, naturalmente anche per i sacerdoti!

Senza più la fedele 500 schiacciata da una guglia del campanile, senza la possibilità di recuperare abiti di ricambio rimasti nei piani alti della canonica, Don Valerio per giorni e giorni ha percorso infaticabile le strade del paese ancora piene di macerie su un vecchio furgoncino blu, sempre pronto a portare aiuto materiale e morale a tutti, soprattutto alle persone anziane ed ai bambini che non potevano certo rimanere a lungo sotto le tende.....

E’ stato proprio in questo momento di dolore e distruzione che l’attività pastorale di Monsignor Cracina e di Don Zamparo, ha raggiunto il suo apice.

Grazie al loro tenace lavoro, la parrocchia ha conosciuto un grande movimento di solidarietà nazionale ed internazionale, stringendo saldi rapporti con molte comunità con le quali abbiamo vissuto mesi intensi, straordinari, carichi di ricordi.

Con l’aiuto concreto di questi amici sono stati ripristinati la “Scuola Materna “ che, oltre ad offrire un ambiente più sereno ai piccoli, è servita ad aiutare le famiglie ad affrontare meglio i disagi del post-terremoto, la “Casa della Gioventù“ da sempre luogo di incontro e centro delle attività comunitarie ed il “Campanile” simbolo vivo del nostro paese.

Questa esperienza indimenticabile, Don Valerio ce l’ha riproposta recentemente nelle pagine dense di fatti di: “Un testimone della solidarietà a Buja .....  a vent’anni dal terremoto”, pagine non certo allegre, eppure anche se lo spettro della morte incombe, si trova in esse un messaggio di fiducia e di speranza in un mondo migliore.

Dal 1979 il Premio “Nadâl Furlan” è una “presenza” importante nella vita del nostro paese, ne ha accompagnato la ricostruzione ed ha svolto una funzione culturale che ha pochi confronti .

E’ nato grazie all’iniziativa di Don Valerio e del Circolo Laurenziano, formato da un gruppo di persone che, con una carica di entusiasmo e buoni propositi, un patrimonio di idee e di progetti, ha fatto sì che il “Nadâl Furlan” potesse crescere anno dopo anno, coagulando intorno a sè sempre maggiori consensi e convinte adesioni.

Nel luglio del 1982, dopo 18 anni di permanenza tra noi, Don Valerio ci ha lasciato, lo stesso giorno anche Monsignor Cracina ci ha detto addio .....

Prima di partire hanno voluto donarci, in segno di amicizia, una strenna: “Briciole di storia e vita bujese”, “una palpitante lettera di addio - come ha detto il prof. Domenico Zannier, che si è trasformata nello stesso momento del saluto in una cara e perenne presenza”.