A Marco MARRA  

«Mestri di scuele, di art e di esisti, ch'al à scombatût par un mont, vert e celest, di salût e bontât, e nus à salvade la vere muse de Cjargne di doimil agn in ca, come just e cjandit amôr.»

 

Legato da sincero e profondo affetto alla “sua” Carnia, dove da anni è instancabile testimone di cultura, Marco Marra è nato ad Arta Terme il 10 marzo 1932.

Rimasto orfano di guerra ad appena tredici anni, ha subito i condizionamenti del dramma familiare che gli hanno impedito di realizzare il suo sogno: frequentare la scuola d’Arte. Si è diplomato, quindi, presso l’Istituto Magistrale di Tolmezzo, dedicandosi subito all’insegnamento, con crescente interesse per la filosofia e la pedagogia.

Ha sviluppato esperienze d’avanguardia nel campo dell’educazione artistica ed ha insegnato per un biennio, con metodi innovativi, tirocinio e didattica, presso la stessa scuola che lo ha visto studente.

All’attività professionale ha affiancato una ricerca costante nel campo delle arti visive, incominciando ad esporre negli anni ‘50, per sviluppare poi, via via, un linguaggio pittorico ben definito.

Dopo le esperienze post impressionistiche ed espressionistico-astratte degli anni ‘60 e ‘70, è approdato all’astrattismo geometrico.

Ha esposto le sue opere in molte mostre, collettive e personali, in Italia e all’estero, ottenendo sempre significativi riconoscimenti e buone recensioni critiche.

Ha rivolto il suo interesse anche all’arte applicata  (oreficeria, arazzo, vetrata, mosaico), con diverse realizzazioni, legate soprattutto all’architettura d’interni.

Sui temi della difesa del patrimonio culturale della sua terra, nei settori storico, artistico, architettonico ed archeologico, Marco Marra si è impegnato costantemente sin dalla fine degli anni ‘60, quando è stato nominato Presidente della sezione Carnica di “Italia Nostra”. Incarico che ha svolto per ben 25 anni, avviando numerose iniziative, non solo per valorizzare e preservare la memoria collettiva di una Comunità, ma anche per favorire la tutela ambientale del comprensorio alpino, con particolare riferimento alle problematiche delle aree protette, alla salvaguardia e al ripristino del patrimonio idrico ed ai problemi del dissesto idro-geologico.

Il recente sviluppo economico, infatti, ha sicuramente strappato alcune zone da storiche condizioni di arretratezza, ma al tempo stesso ha spezzato quel sottile e delicato equilibrio che l’uomo ha costruito nei millenni con l’ambiente che lo circonda.

Nel 1980 Marra ha fondato e  diretto il “Centro Carnico di Arti Visive”. E’ nata, così, la prima Galleria d’Arte della  Carnia, dove si sono susseguite esposizioni di pittura, scultura, grafica, artigianato artistico, design ed architettura.

Contemporaneamente si è battuto perché, dopo il 6 maggio 1976, la rinascita non fosse solo un fatto materiale di ricostruzione fisica, anonima, di chiese, di case e di borghi, ma un atto vero di speranza e di coraggio. Ha lottato per salvare l'ambiente e la storia di un  popolo dalle radici antiche, desideroso di conservare la propria identità. Grazie a lui le facciate sobrie ed eleganti delle case, con i ballatoi di legno ed i portali in pietra, oggi come ieri, costituiscono gli elementi di un paesaggio che si fonde con il verde luminoso dei prati e quello più cupo dei boschi.

Interventi, conferenze, mostre e convegni lo hanno sempre visto protagonista. La sua è stata una presenza costante ed attiva anche all'interno di Enti e di Istituzioni pubbliche, quali la Comunità Montana e vari Comuni, al fine di ottenere importanti risultati come, ad esempio, il recupero strutturale ed il restauro della storica Pieve di San Pietro, danneggiata dal terremoto.

Nel 1977 ha dato alle stampe il volumetto: " San Pietro in Carnia: i segni della storia ", nel quale ha sintetizzato lo sviluppo storico ed architettonico dell'antica Collegiata, con l'analisi del suo patrimonio artistico e la rievocazione del ruolo svolto nell'Alto Friuli dalla celebre Chiesa Matrice, in campo religioso e civile. 

Marco Marra si è anche impegnato per la riscoperta, valorizzazione e, naturalmente, promozione del patrimonio archeologico. Nella zona pianeggiante, compresa tra le acque del Bût ed il rilievo collinare, Zuglio, l'antica Iulium Carnicum, sotto metri di terra ancor oggi nasconde gelosamente vari strati della sua storia. 

Per decenni, tutto ciò che affiorava dal terreno attraverso scavi più o meno regolari, veniva ammassato e conservato in un locale Antiquarium. Solo nel 1995, dopo anni di forte impegno da parte di tutta la popolazione, dell'Amministrazione Comunale e soprattutto del pittore di Arta Terme, è stato inaugurato il " Civico Museo Archeologico Iulium Carnicum ". 

Bronzi, medaglie, frammenti di statue in metallo ed in marmo, anfore, cippi funerari, capitelli, cornici, lucerne, iscrizioni, tessere musive hanno finalmente trovato una sistemazione definitiva. Nel museo di Zuglio ci sono tutti gli ingredienti per un racconto straordinario che va dall’età preistorica a quella alto-medioevale e se noi, oggi, conosciamo un po' di più la Carnia ed il suo fitto tessuto di testimonianze d'arte, di cultura e di storia, lo dobbiamo, in larga parte, a Marco Marra.