Ad Edoardo REINER

«Che dal alt dai sôi studis, de sô vite di apuestul, nus à tornade la glorie di Marc d’Avian, sant capucin e furlan, difensôr de Glesie e des Nazions par che l’Europe ‘e flurissi cristiane vuê e pai secui a jessi.»

 

Edoardo Renier, con questo nome è stato battezzato, è nato a  Chioggia l’11 maggio 1909.

Educato nella prima infanzia presso l’Oratorio dei Padri Filippini, a nove anni è già “fraticello” a Rovigo, con una vocazione precocissima e sicura.

Terminato il ginnasio a Verona, veste l’abito cappuccino nel Convento di Bassano del Grappa, qui il 23 maggio 1925 professa i voti che lo legano all’Ordine e  diventa fra’ Venanzio da Chioggia.

Dopo aver frequentato il liceo a Padova, passa a Venezia dove segue i corsi di teologia, che conclude tanto rapidamente da dover “ripetere” un anno per raggiungere il minimo di età consentito per l’ordinazione sacerdotale.

Mandato a Roma, in appena tre anni si laurea in Teologia Universa, presso la Pontificia Università Gregoriana.

Rientrato in Veneto, inizia ad insegnare filosofia dogmatica, sacra scrittura, ebraico, greco biblico e soprattutto teologia morale, nei Seminari di Padova (dal 1936 al 1938), di Udine (dal 1938 al 1941) e di Venezia ( dal 1941 al 1963).

Centinaia sono i sacerdoti formati da Padre Venanzio e da tutti, ancora, pervengono testimonianze di stima e di affetto per il vecchio maestro.

Oltre che dalla cattedra, il Cappuccino si distingue dai pulpiti: quaresimali e tridui si susseguono per lui, senza mai un po' di riposo, in tutte le regioni d’Italia e, ovviamente, in moltissime località delle Venezie.

Padre Venanzio è un grande comunicatore, un maestro di eloquenza non comune, ricca di contenuti teologici e spirituali, incisiva e semplice, preparata con metodo e sempre aggiornata.

Non fa meraviglia, poi, vederlo dedicarsi alla pastorale: per dodici anni a Venezia, è Assistente diocesano dei giovani di Azione Cattolica.

Per la Chiesa Veneziana, per oltre un ventennio, è anche Censore ecclesiastico, attività che coniuga con quella di autore di moltissimi saggi.

Nel 1950 inizia l’impegnativa attività giuridica nel campo della “Giustizia matrimoniale” quale membro del Tribunale Ecclesiastico delle Tre Venezie.

In seno al Tribunale è, mano a mano, Censore, Difensore del vincolo e Giudice.

Nel 1972, per la fiducia del Patriarca di Venezia, Cardinale Albino Luciani - futuro Papa Giovanni Paolo I - e  col voto unanime di tutti i Vescovi del Triveneto, viene eletto Presidente del Tribunale stesso.

Nel 1977 Padre Renier riapproda in Friuli, che diventa la sua terra adottiva.

Dapprima lo troviamo al Santuario mariano di Castelmonte, poi nel Convento dei Cappuccini di via Chiusaforte a Udine, in seguito per qualche mese si ferma a Portogruaro e, finalmente, dal 1987 è a Pordenone che egli conosce da tempo e dove è già noto, a causa di quel Padre Marco d’Aviano che ormai guida da anni le tappe della sua vita.

Predicatore eccezionale, instancabile difensore del Vangelo lungo le strade e nelle piazze d’Europa, grande taumaturgo, ma anche abile diplomatico e formidabile consigliere politico di imperatori, di re e di potenti, il Cappuccino Marco d’Aviano è stato uno dei protagonisti e più fervidi sostenitori dell’unità degli Stati europei, durante le drammatiche vicende che nel Seicento hanno visto i Turchi arrivare sino alle porte di Vienna.

A questo friulano straordinario, a questo “uomo europeo”, le cui idee ed intuizioni rivelano una grande modernità, Padre Venanzio, nominato Vice -Postulatore della sua causa di beatificazione, ha dedicato saggi, articoli e conferenze, per lui ha scritto “difese”  e lettere, ha tenuto contatti importanti ed impegnativi, ha organizzato celebrazioni, convegni, mostre e viaggi.

E’ merito di Padre Venanzio se oggi c’è stata una riscoperta della figura di questo frate che in Austria e nei paesi dell’Est è ritenuto un eroe nazionale e la cui salma, caso veramente unico, riposa a Vienna nella cripta della Chiesa dei Cappuccini, accanto a quella degli imperatori e dei re della famiglia d’Asburgo.

A 90 anni compiuti Padre Renier continua, gagliardo ed imperterrito, il suo apostolato e la sua attività culturale.

Ad assisterlo è sempre il venerabile Marco, il più grande friulano d’Europa, del quale fra’ Venanzio si sta facendo ambasciatore, soprattutto quest’anno in cui ricorre il terzo centenario della morte!

Il culmine delle celebrazioni commemorative si è avuto lo scorso settembre, con il grande pellegrinaggio nella capitale austriaca delle diocesi del Friuli-Venezia Giulia, di Vittorio Veneto e Belluno-Feltre. Sulla tomba di Marco d’Aviano, assieme a più di 600 persone, hanno pregato tutti i Vescovi della nostra Regione, il Nunzio Apostolico, l’Arcivescovo di Vienna, l’Ambasciatore d’Italia, le Autorità regionali e, naturalmente, Padre Venanzio.

Se il Cappuccino friulano salirà all’onore degli altari, ciò sarà da ascrivere alla sollecitudine, intelligenza e saggezza del nostro premiato, che ha saputo “risuscitare” una causa ormai morta, aprendola alla dimensione d’incontro tra fede e cultura.