15 maggio 1976 Ore drammatiche sotto una pioggia torrenziale di Renato Berti Il «Villaggio Brescia» ha superato la prova di otto ore di nubifragio Sgomberate le tendopoli allagate - Distribuite nella notte brandine «bresciane» |
NOSTRO SERVIZIO Buia, 14 maggio Non bastava il terremoto. Ci voleva anche questo finimondo: dieci ore continuate di tempesta, di raffiche violentissime, di fiumi d'acqua rovesciatisi su questa gente che non ne può più. Era troppo: a molti sono saltati i nervi, qualcuno ha abbandonato tutto e se n'è andato. «Ho avuto più paura della sera del terremoto — dice una vecchietta — per questo sono scappata». La povera donna era fuggita dall'auto terrorizzata al culmine della tempesta. Anche il «Villaggio Brescia ha avuto i suoi danni. Le lamiere del box delle docce sotto la furia del vento si sono completamente sfaldate volando a diversi metri di distanza; quattro tende si sono completamente sfasciate tutte le altre, nonostante in molti abbiano vegliato per tenerle salde, hanno riportato danni più o meno gravi. Per fortuna stamane è tornato il bel tempo. Questo ha dato un po' di coraggio e la forza di azzardare l'inventario dei danni subiti. In altre tendopoli la situazione è assai grave: molto di quello che era stato fatto nei giorni scorsi per dare un tetto ai terremotati è andato distrutto. Decine e decine di tende giacciono nell'acqua e nel fango ormai inutilizzabili. Al Villaggio Brescia, però, la situazione è nonostante tutto meno disperata che altrove Grazie alla ghiaia mista a terriccio stesa prima di montare il campo, l'acqua è filtrata ed è stata smaltita più velocemente. Il sole poi ha infuso nuovo coraggio. Il campo, nonostante qua nessuno abbia dormito, sembra davvero una fucina. Provvidenziali sono venuti e dare manforte anche tre volontari torinesi e una quindicina di studenti dell'Istituto Malignani di Udine. Tutti ragazzi in gamba. Le tende vengono rinforzate con nuovi picchetti più robusti improvvisati con rami d'albero e pezzi di tondino ripiegati. Intorno viene tracciato un solco molto più accentuato. Il capannone per la cucina è ormai quasi pronto. Si mettono a posto i tavoli, le poltroncine e il linoleum (per il pavimento) arrivati nel cuore della notte da Brescia (grazie alla sottoscrizione) con un camion messo a disposizione dalla O.M. Viene innalzato anche il tendone, pure donato dai nostri lettori, che servirà da refettorio e da ritrovo. Anche le docce, infine, prima di mezzogiorno sono tornate al loro posto adeguatamente rinforzate. E prima di sera, anche se ormai stanchissimi, i nostri amici hanno ritrovato tutto il loro coraggio. Ora siamo in grado anche di affrontare la bufera. Si è trattato, comunque, di una notte tragica. Il giovedì è il nostro giorno maledetto — dicono al campo — l'altra settimana il terremoto, ora, proprio quando eravamo nelle condizioni più delicate, il nubifragio». La pioggia è iniziata, fitta ma non allarmante, verso le ore diciotto. Nessuno all'inizio ci ha fatto quasi caso: da diversi giorni, infatti,' a momenti di sole si alternavano violenti acquazzoni. Alle 20, però, la situazione si è fatta preoccupante. Tuoni, lampi, pioggia sempre più ritta e, soprattutto, raffiche sempre più violente. Le tende cominciano a traballare ed avvertire violenti scossoni. Ci sono molte persone che nei giorni scorsi dormivano per terra nei sacchi a pelo; da diverse tendopoli vicine arrivano notizie di allagamenti. Sotto la pioggia sferzante, carichiamo di brandine un camioncino (almeno qualcuno potrà dormire sollevato da terra) e partiamo in un giro per le frazioni vicine. Con noi c'è Franco Solina, che fa parte dell'equipe bresciana, un responsabile del campo, Giuseppe Tonino e un camionista generoso di cui non siamo neppure riusciti a sapere il nome. Ci copriamo alla meglio e partiamo per trascorrere ore e ore sotto la bufera a distribuire brandine almeno dove ce ne è più bisogno. Nella notte, in un'atmosfera di disperazione, incontriamo vecchie piangenti in ciabatte e con la tenda allagata. Qualcuna non resiste e cerca di ripararsi in qualche casa, anche se è pericolante. In una zona isolata di Sottocostoia, un'altra frazione di Buia, un'ombra con la lanterna ci fa segno di fermarci. E' una donna anziana e zuppa d'acqua. Ci accompagna in cantina: ci sono due donne e tre bambini. Neanche un uomo. Hanno espressioni allucinate, i bambini gridano ad ogni sopraggiungere di tuoni e allo scricchiolare delle finestre sotto la forza del vento. La tenda che gli era stata data si è sfasciata, ora hanno paura di rimanere sotto un nuovo terremoto. Data la zona nessuno potrebbe aiutarli. Cerchiamo di tranquillizzare soprattutto i bambini. Lasciamo loro qualche coperta, ci accertiamo che i locali siano abbastanza solidi. Purtroppo non possiamo fare altro. Continuiamo il nostro giro. Poi torniamo al campo. Li per fortuna, grazie alla ghiaia, l'acqua è meno alta. Troviamo i nostri amici che rinforzano i picchetti sotto il vento gelido e sferzante di pioggia. Ma la situazione continua a peggiorare. Una dopo l'altra, sei tende volano per aria. Ogni volta corriamo a salvare le coperte o quanto è possibile dall'acqua.| All'improvviso ci accorgiamo che sul viso di questa gente è scomparsa la gioia che vi avevamo intravisto mentre sorgevano le loro tende. Per il Villaggio di Brescia, appena nato, è davvero una brutta avventura. Ad una certa ora, per fortuna, arriva ad aiutare anche il gruppo incursori della Marina. E' crollata anche la tenda che serviva da deposito a coperte e sacchi a pelo da consegnare domani: in poco tempo, grazie a loro, vengono trasferiti in un'altra tenda. Poi i generosi incursori aiutano a rinforzare le altre, a ripiantare i picchetti, e ad ammucchiare la ghiaia sui lati. In mezzo a questo caos, alle 3 di notte, arriva da Brescia il camion che aspettavamo messo a disposizione dal la OM, con altra roba utile mandata grazie alla sottoscrizione dei nostri lettori. A guidarlo sono Battista Lonati e Franco Baruzzi. Anche loro hanno dovuto più volte fermarsi per strada a causa del maltempo. Quella che portano è, nonostante tutto, una voce di speranza, una nuova sferzata di coraggio. Sono brutti momenti, ma domani il bel tempo e la solidarietà ne porteranno di migliori. A tarda ora siamo in grado di trasmettere altre notizie confortanti. La situazione al Villaggio di Brescia è ormai normalizzata. La merce arrivata dalla nostra città è già stata distribuita. E insieme è arrivato anche un po' di entusiasmo. E' arrivata inoltre un'altra notizia estremamente confortante destinata a rialzare il morale di tutti. Nel nostro villaggio, dove grazie alla solidarietà bresciana è stato possibile ospitare Unti terremotati senzatetto, domenica mattina si celebrerà tra le nostre tende un matrimonio tra due giovani del paese, AnnaCarla Garzoni e Pietro Tondo. Il capo della spedizione bresciana Maestrini, ha accettato commosso di esserne il testimone. E' un gesto significativo bellissimo. Non occorrono commenti. |