13 maggio 1976

Da ieri è in funzione a Buia la tendopoli dono dei lettori

di Renato Berti

 

Nessuna battuta d'arresto nel realizzare le indicazioni dei sottoscrittori.

A tempo di record sono state montate le 59 tende che potranno ospitare 500 persone . Il  «villaggio» porterà il nome della nostra città - Sono stati distribuiti generi di soccorso e alimentari .

 Buja 12 maggio

Friuli: settimo giorno. Siamo a Buia, uno dei paesi più colpiti dal terremoto. Siamo venuti quassù a portare una voce di coraggio e di speranza resa possibile dalla generosità bresciana.

Passati i momenti più terribili, quelli che hanno portato lutto e desolazione, anche Brescia vuole essere presente e partecipe soprattutto in questa fase: vuole testimoniare momento per momento fianco a fianco dei terremotati, il grande coraggio e l'incredibile volontà di questa gente. Le tende offerte dal nostri lettori, assieme al materiale, necessario per rendere autosufficiente quest'unità che potrà ospitare 500 persone, sono giunte a destinazione a Buia, un paese che nella sciagura ha avuto 50 morti, centinaia di feriti, e il 99 per cento delle case distrutte o inabitabili. Prima di sera tutte le tende erano montate. Domani verrà installata la cucina da campo, l'infermeria; i servizi igienici saranno in funzione prima di sera.

La tendopoli, nel nome di chi l'ha resa possibile, sarà chiamata «Villaggio Brescia». Scriviamo queste note su un tavolino traballante sistemato davanti a una tenda del campo in costruzione, in mezzo a decine di persone strette insieme da una frenetica volontà di ricostruire e di reagire alla tragedia: gli abitanti del posto, che non hanno ancora finito di piangere e già hanno ricominciato a lavorare una squadra della marina, numerosi soldati, e i colleghi del Giornale che, da quando sono arrivati, non si sono fermati un solo minuto. Di fronte al dolore e al coraggio di tutti coloro che hanno avuto lutti e hanno perso la propria casa e per i quali è sorto questo villaggio, abbiamo rinnovato l'impegno di Brescia:Cioè l'impegno di seguire questi nostri fratelli non solo ora, nella fase di realizzazione della tendopoli, ma anche dopo, quando vi sarà bisogno di tante altre cose.

Del resto, sin dal primo giorno quando sono arrivati i camion bresciani, la gente di qui ha capito lo spirito della nostra iniziativa. Siamo subito stati circondati di amicizia, di attenzioni. Abbiamo lavorato e mangiato al loro fianco e abbiamo dormito nelle stesse tende. «Quello del  villaggio Brescia deve essere un esempio», dicono e si buttano al lavoro perché tutto funzioni nel migliore dei modi. Molti stanno già mettendo da parte i mattoni per ricostruire le case distrutte. «Dateci del materiale - abbiamo sentito dire più volte - e vi faremo vedere che ricostruiremo! tutto da soli e in poco tempo.

E' un'intesa e un impegno che vale la pena di raccontare fin dall'inizio.

Con tre autotreni e un'auto, incolonnati insieme a molti altri inviati da tutte le parti d'Italia, ci troviamo subito alle prese con le pillole antitifo. L'acqua può essere inquinata, c'è pericolo di epidemia. Al casello di Udine c'è un gruppo di giovani volontari milanesi: E' gente orgogliosa, vedrete che dovrete insistere per dar loro qualcosa». Andiamo con un alpino al centro di coordinamento. Tutto il necessario per vivere e per dormire per 500 persone: è un esempio di organizzazione. Potreste andare a Buia, dove c'è ancora una, richiesta di 500 posti-letto», dice il Colonnello che smista le merci in arrivo. ....................

............. in piazza del municipio. Cade un pezzo di grondaia davanti alla macchina in una nuvola di polvere. Si avvertono sinistri rumori di crolli. In jeep alla luce di torce elettriche, si controlla se sono crollate case e, soprattutto, se ci sono vittime.

Stamane, di buon'ora, abbiamo rintracciato il sindaco, preso accordi, e con i camion siamo venuti nella frazione di Ursinins. Nel volgere di poche ore, dove prima c'era un campo di grano, viene stesa la ghiaia: il Villaggio Brescia comincia a prendere forma. Tutti lavorano con grande impegno. Tra chi aiuta organizzando, informando, montando le tende, oltre all'equipe del Giornale, ci sono anche numerosi altri bresciani; Tra i primi incontriamo Luciano Pensante (abita a Castenedolo ma ha i genitori a Buia): ci offre aiuto e collabora a coordinare il lavoro. Grazie a lui arrivano in breve migliaia di piatti e bicchieri di carta, che in queste occasioni si rivelano sempre preziosissimi.

Tra i marinai, che pure hanno dato un contributo validissimo alla sistemazione della tendopoli, c'è il capo in seconda Giampiero Consoli, di Adro. I marinai nelle vicinanze hanno allestito un ospedale di emergenza dove nella sola giornata di ieri sono stati compiuti 200 interventi. Incontriamo, infine Paolo Giovenco della Polstrada, che lavora a Brescia dal '64 (i miei sono di Gibellina) dice —, e ai tempi del terremoto hanno ricevuto molte offerte. Anch'io, ora voglio fare tutto il possibile per aiutare questa gente. Mentre cresce la tendopoli si presentano casi pietosi, disperati. Un vecchio gravemente ammalato che non vuole abbandonare la casa semicrollata costruita dopo 60 anni di lavoro; cinque famiglie di agricoltori che non possono abbandonare le bestie; una povera donna rimasta sepolta per 6 ore, che non vuole più allontanarsi dal luogo dove è morta la figlia di 17 anni.

La generosità bresciana è servita anche a dare un tetto a queste persone.

Sin dal pomeriggio prende vita anche l'organizzazione di campo. Ogni decisione viene presa insieme agli abitanti del villaggio. Loro stessi gestiscono parte dell'organizzazione, per ogni sera è prevista una riunione in cui si stabiliranno i provvedimenti da prendere all'indomani. Sempre con il massimo accordo, nonostante i lutti, i continui disagi, la tensione, le notti in bianco per la paura del terremoto che non vuole andarsene. E prima di sera le tende sono già su: ciascuno con lettini, le coperte, le lanterne, le brandine e una scorta di viveri.

Al villaggio Brescia la vita è ricominciata: per il grande coraggio di questa meravigliosa gente friulana e per un atto d'amore, di fede e di solidarietà dei nostri lettori.