14 maggio 1976 In mezzo ai terremotati che ricevono l'aiuto dei nostri lettori Buja: decine di friulani chiedono di alloggiare al di Renato Berti |
Una lettera ed una telefonata al Giornale per ringraziate «senza parole grosse» NOSTRO SERVIZIO Buia, 13 maggio. Primo risveglio al «Villaggio Brescia». Con un po' di pioggia; dopo altre due piccole scosse notturne; ma finalmente, dopo tanto, con il morale meno a terra. Facciamo di primo mattino un giro di ricognizione. Tra, le tende poco distanti dalle ruspe che stanno abbattendo le case pericolanti, indoviniamo sui visi dei nostri amici nuove sensazioni, si tenta persino di scherzare, si ritrova a poco a poco, con fatica, un po' di allegria. Stamane, un gruppo di terremotati ci ha consegnato una lettera. Dice tra l'altro. « Ringraziamo, senza grosse parole, quanto hanno fatto i vostri lettori. Ringraziamo i vostri «ragazzi» per ciò che hanno fatto in pochissime ore, scavalcando ogni forma burocratica, arrivando direttamente a contatto, con i più disagiati dove non ci sono le alte e piccole sfere dell'amministrazione pubblica ». Anche stamane, nonostante la pioggia, siamo tutti al lavoro. Gli abitanti del villaggio portano gli ultimi ritocchi alle tende; gli operai della SIP riescono finalmente a ristabilire il contatto telefonico. Ad aiutare, oltre i volontari e marinai, sono anche tornati quasi tutti gli emigranti. Anche loro si sono rimboccati le maniche e si sono messi subito al lavoro. Nel pomeriggio si riuscirà a far funzionare le docce e i bagni. Si prepara la spiazzo dove montare l'infermeria. Terminato il montaggio delle transenne anche la cucina è quasi pronta. Si tratta solo di sistemare il tetto e le pareti di lamiera (che sono state recuperate in un deposito semidistrutto). Nel comune intanto , è arrivato il primo grosso pentolone per la cucina; tutto il resto dell'attrezzatura sarà fornito grazie ai fondi devoluti dai nostri lettori. Domani e dopodomani al massimo, si potrà mangiare più comodamente alla cucina del campo. Finora, il rancio è stato consumato accanto alle macerie di quella che era una tipica Borgata friulana: una serie di case tutte intorno e, nel mezzo, un vecchio cortile. E' proprio una cucina di fortuna, fatta di assi, di fornelli, e tavoli disseppelliti dalle rovine. La nostra cuoca è Anna Londero, una graziosa, ragazza di 21 anni. L'aiutano alcuni compagni. I piatti serviti sono gustosi da far quasi dimenticare i disagi del momento. Oggi il menù prevede: risotto, la «brovada» una specialità friulana a base di rape sotto vinaccia, e, naturalmente, del buon vino. Qualcuno è anche riuscito, a salvare della splendida grappa, così, dopo pranzo, ci si concede dieci, minuti di riposo per parlare un po' tra noi. Sono presenti anche i tipografi Mantovani e Salvini, mandati dal Giornale a portare altri generi di prima necessità: viveri, asciugamani, pile, ecc. Hanno portato anche diverse copie del Giornale di Brescia con il primo articolo sul villaggio. Tutti vogliono leggerlo, se ne discute. con una certa soddisfazione, e, infine, inevitabilmente, questa gente si sente ormai davvero legata ai bresciani da un affetto profondo. Proprio per questo sembra, necessario far conoscere ai lettori qualcuno dei numerosi amici che sono venuti ad abitare nelle tende a loro offerte. E' tutta gente, come abbiamo detto ieri, di pasta Oltre alla cuoca che oltre alle sue doti è diventata subito un personaggio, c'è Enzo (38 anni) che fa da magazziniere. Nella sera del terremoto gli è caduto un masso sul piede ed ha una gamba ingessata. In qualche maniera, però, ha voluto fare in modo di essere utile alla sua gente. E' lui stesso che conosce le esigenze delle varie famiglie e che dice: « Tu hai bambini, perché non prendi delle arance? E tu, che sei anziano e malato, perché vuoi prendere solo del pane?». Si, proprio qui, in un magazzino si può assistere ad episodi significativi sul carattere e la fierezza di questa gente. Oggi una donna voleva pagare i viveri mandatile in aiuto: « Ho 78 anni diceva, ed ho sempre pagato tutto quello che ho preso». I responsabili del gruppo sono Giuseppe Tonino e Silvano Taboga. Il primo, con il figlio Luigi, di 17 anni, da quando siamo arrivati, non sono stati fermi un minuto. Prima hanno montato le tende, ora stanno pensando a tutti gli altri piccoli problemi quotidiani. Anche le altre figlie, Teresa e Sandra, di 20 e 9 anni, si danno da fare in cucina; Silvano Taboga è consigliere comunale e coordina gli interventi. Preziosa è anche l'opera di Angelo Tonino, che va avanti e indietro da Udine con il camioncino, trasportando materiali preziosi. Ci sono anche due tedesche instancabili: Inge e Marlene, madre e figlia, sposate a uomini del paese. Molti dei lettini che si trovano nelle tende li hanno sistemati loro: è gente meravigliosa, coraggiosa e piena di volontà. Un violentissimo temporale, mentre stiamo scrivendo alla luce della lampada a gas, con la macchina per scrivere appoggiata sulla brandina, sta imperversando sulla zona. Ci ritroviamo tutti uniti nella tenda. Intorno vedo tanti giovani distintisi in questi giorni di duro lavoro di soccorso: Luigi, Sergio, Angelo, Umberto, Enzo. Marco, e tanti altri che, poco a poco, nei prossimi giorni faremo conoscere attraverso il Giornale. Approfittiamo dell'occasione, del lavoro forzatamente sospeso, per fare il punto della situazione. Questa notte si aspetta un nuovo camion della OM, mandato dal Giornale. Trasporta altre tende (la gente che chiede di venire a vivere al «Villaggio Brescia» è in continuo aumento), e poi sedie; tavolini, linoleum per migliorare il pavimento provvisorio. Il discorso si sposta sulla organizzazione della cucina, in modo che i pasti siano sempre ben calcolati e non ci siano sprechi. Il temporale aumenta e diventa a poco un vero e proprio nubifragio. Molte tende giù in paese sono ormai allagate, e molte non sono fornite di brandine, e la situazione diventa ancor più disagiata. Nel «Villaggio Brescia» opportunamente provvisto di un fondo in ghiaia per ora tutto bene. |