17 maggio 1976 Lieto evento, dopo tanto dolore, nel paese terremotato di Buia Due giovani uniti in matrimonio tra le tende del «Villaggio Brescia» di Renato Berti |
Tutti gli abitanti della tendopoli hanno partecipato commossi alla cerimonia - Il corteo tra le tende e le case pericolanti di Buia - Il brindisi - Un cordiale saluto di Susanna Agnelli. NOSTRO SERVIZIO Buia, 16 maggio. I «fiori d'arancio» sui bidoni della spazzatura non sono mai stati così belli. Mai stivali, jeans, e tute da lavoro sono stati capi di abbigliamento così raffinati, così eleganti e indicati per una cerimonia. Per un matrimonio, uno scalpiccio sulla ghiaia e sulla guida stessa all'aperto, un fruscio d'abito da sposa e, le mani di Anna Carla e Pierino che tremando, scambiano le fedi. Un groppo in gola. Il sole ha asciugato tanti occhi bagnati di pianto. Per un attimo le immagini della terra che trema, dei morti estratti dalle macerie, delle file di bare allineate nelle fosse comuni, ha sfiorato il campo e le menti dei presenti. Poi sulle espressioni tese e affaticate è volato un soffio sereno. AnnaCarla e Pierino insieme: dopo tanti dolori l'immagine più bella. Si sono appena rialzati dalle macerie e si sono sposati piangendo. Con un pensiero solo ricominciare. I due giovani si sono sposati davanti a un tavolo, diventato per l'occasione un altare, allestito in mezzo a due file di tende del Villaggio Brescia, la tendopoli realizzata con le offerte bresciane al Friuli. Intorno c'erano tutti i protagonisti di questa storia fatta di dolore e solidarietà: gli abitanti del paese, l'equipe del Giornale di Brescia, gli incursori della marina, i militari e tutti i volontari che hanno dato il loro contributo. Uno dei testimoni era il capo della spedizione bresciana: Maestrini. Lo hanno chiesto loro. A lui che in pochi giorni li ha conosciuti cosi bene e che a nome dei bresciani ha cercato di alleviarne il dolore dividendo con loro lavoro, problemi e difficoltà. «E' un matrimonio, ma anche un segno di speranza — ha detto Don Valerio nell'omelia — che Dio ci dia la forza di essere insieme a voi nella felicità, che Buja dimostri ancora il coraggio che ha sempre mostrato». Quando il coro (Luigino, Mario, Elio, Gardo, Redino, Mario, Paola, Annarosa, Federica, Gabriella e Ester) ha cominciato un canto alla mamma (marute me) tanti occhi sono diventati lucidi, anche quelli di qualche giornalista che in questi giorni, vivendoci in mezzo, non ha potuto fare a meno di conoscere e di affezionarsi alla gente di Buia. Quel matrimonio per il paese è il miglior auspicio. Rappresenta il futuro, la vita la dignità. Il suo significato è apparso subito chiaro. E qui, al Villaggio Brescia, lo si è subito capito, respirato, messo in pratica, ritrovando con quest'evento lo spirito dei tempi migliori. Non sono mancati, nell'occasione,fatti, e particolari significativi. La cugina di Anna Carla. Annamaria Tessaro,. ha regalato agli sposi un piatto da lei disegnato e rotto in tre pezzi. Sopra c'è riportata, in dialetto, una vecchia massima friulana « Pace, focolare e amore: ogni sposo è ricco». Lo aveva appena terminato, quando è sopraggiunta la scossa di terremoto. Ne sono rimasti quei tre pezzi. Una donna del campo, Vitalina Baldassi, si è alzata al mattino e ha appoggiato sul tavolo anche il suo mazzo di fiori di campo. «E' l'unica cosa che potevo fare — ha detto — non mi è rimasto niente». Gli incursori della marina, hanno voluto partecipare con una torta fatta fare con qualche difficoltà tra i resti di una pasticceria. Anche i lettori di Brescia, alla cui generosità, in fondo, era dedicato questo matrimonio, hanno voluto dare attraverso il giornale il loro contributo. Di prima mattina sono arrivati dalla città, Arrighini, Mantovani e le mogli di Maestrini e Solina (Dirce e Luciana) con i doni del giornale. Una grande torta, bottiglie per il brindisi, pasticcini, capi di corredo, i biglietti per il soggiorno a Sirmione. Con loro c'era anche Ilva Alloni, che ha portato un «bouquet» di fiori alla sposa. Alla rappresentanza bresciana era stato delegato anche la consegna di un altro dono: un pacchetto di caramelle raccolte dai bambini della scuola materna «La leonessa ». Il rinfresco si è tenuto nel tendone ricreativo. Il sindaco ha pronunciato alcune parole commosse, C'è stato spazio per un po' di buonumore, per lo stappare degli spumanti, per gli auguri reciproci. Al brindisi ha preso parte anche Susanna Agnelli, che ha allestito un campo in una borgata poco distante, e che si è compiaciuta per l'organizzazione della tendopoli. Ad aspettare fuori, sotto il portichetto della tenda del centro operativo, c'erano due amiche della sposa, Fabiola Vezzio e Claudia Calligaro. Insieme, sino a poco tempo fa, formavano un trio inseparabile. Tutte e due erano rimaste sepolte nelle loro case. Si sono salvate per miracolo e, anche se tuttora ferite, hanno voluto venire alla frazione di Ursinins. Quando AnnaCarla è venuta a salutarle sono scoppiate a piangere. Avevo immaginato tutto molto diverso — ha detto Claudia — ma dopo quello che è successo avete compiuto un gesto bello e incoraggiante ». Anna Carla e Pierino avevano fissato il giorno del matrimonio già da alcuni mesi. Avevano anche trovato un grazioso appartamentino in cui sarebbero andati ad abitare. Lei aveva preparato l'abito da sposa; lui era stato in sartoria per ordinare un bel completo scuro. All'improvviso, il terremoto. L'appartamento è crollato, la sartoria non esiste più, l'abito di lei viene recuperato a stento tra le rovine di casa. E tuttintorno decine di morti. Eppure, nonostante; tutto, non hanno rinviato la data. Lo hanno fatto per la gente del paese, per i propri parenti, per se stessi. Ursinins: Villaggio Brescia. Dalla tragica sera del terremoto sono passati solo dieci giorni. Troppo poco per dimenticare, ma abbastanza per ricominciare a sperare. La vita continua. |