29 maggio 1976

Buia: si riparano le case lievemente danneggiate

 

Permetteranno di mettere al riparo una parte delle famiglie terremotate - Alcune iniziative per agevolare i lavori.

E' di scena l'operosità friulana. Superati i momenti della paura, come era stato previsto da chi conosce questa gente, ogni giorno si notano nuovi segni della volontà di superare al più presto possibile le tremende difficoltà lasciate dal cataclisma. Anche a Buia, già da parecchi giorni, anche coloro che hanno ripreso il loro normale lavoro, impiegano la sera e i giorni festivi a riparare i tetti, ad aggiustare e sistemare tutte quelle case che non hanno subito danni irreparabili, Il primo principio, su cui tutti sembrano d'accordo, è «non aspettare». Si nota, anzi, l'ansia di riparare il riparabile, di non rimandare neanche un po' i lavori di piccola e media portata.

Angelo Tonino, di Ursinins (Buia) per esempio, sta lavorando per rimettere in sesto e ultimare la casa di cui il terremoto aveva interrotto i lavori. «Quando l'avrò finita — dice — riuscirò ad ospitare almeno una ventina di persone, che qua dentro potranno ripararsi dal freddo e dall'acqua, sino a che non sarà possibile provvedere e ultimare la più vasta opera di costruzione».

Parecchi altri lavori, come avevamo a suo tempo riferito, sono stati realizzati grazie alle tegole e ai materiali edilizi inviati dai bresciani. Ma ora si sta cercando di dare a quel tipo di iniziative un orientamento più consolidato e organizzato. Di creare, cioè, una cooperativa formata da un gruppo di abitanti del Villaggio Brescia e per cui si sta vagliando la possibilità di dare il patrocinio del Giornale.

Quello che sembra essere l'orientamento generale del Friuli, in questa seconda, importantissima fase, di ricostruzione, è stato subito recepito dai bresciani, che ormai si sentono legati a quelle popolazioni un rapporto affettivo che va al di là del momento di commozione immediato e alla semplice quota di sottoscrizione. 

L'impresa fratelli Cordioli, ha messo a disposizione un camion di cemento e altri materiali edilizi. Stanno mandando in porto la loro iniziativa, nel frattempo, anche gli alpini, i quali, come avevamo detto, hanno messo a disposizione l'opera e il lavoro di 1200 volontari. L'altro ieri è stata nel Friuli una loro commissione, formata da tecnici e impresari edili che, insieme al sindaco di Gemona e l'assessore ai Lavori pubblici, ha scelto la zona (a Campagnola di Gemona) destinata a cantiere in cui opereranno i volontari a partire dal prossimo due giugno. Il collegio costruttori edili ha messo a disposizione mano d'opera specializzata.

La sede degli alpini bresciani, in corso Magenta 58, è aperta ogni giorno dalle 17 alle 10, (il martedì e il venerdì anche dalle 21 alle 23) e il sabato dalle 9 alle 12, per raccogliere adesioni soprattutto di falegnami lattonieri, carpentieri, muratori e manovali. Domenica prossima, inoltre, si terrà a Padenghe un'adunata sezionale a cui seguirà un'assemblea dei capigruppo per reperire manodopera e materiali.