Venerdì 7 maggio 1976

MASSICCIA OPERAZIONE DI SOCCORSO: MOBILITATI TUTTl I MEZZI CIVILI E MILITARI

 Violento terremoto nel Friuli: oltre 80 vittime. 

Un migliaio di feriti.   Si scava tra le macerie.

 

Le scosse giudicate dagli esperti di intensità eccezionale. I paesi più colpiti sono Buia, Osoppo, Forgaria, Artegna, Maiano – Numerosi crolli – Un treno deragliato  - Molti ponti distrutti  Panico a Udine  - Ostacolate le comunicazioni nella zona anche per l'impossibilità di transito su alcune strade.

UDINE, 7 maggio (mattina)

Circa 80 morti accertati (ma si teme che siano molti di più) e forse migliaia di feriti sono il tragico bilancio di un violento terremoto che ha colpito ieri sera tra le 20.59 e le 21.25, numerose località nelle province di Udine e Pordenone. Quaranta morti sono stati accertati a Majano; otto a Ragogna; dieci a Pinzano e Vito D'Asio; e cinque a Rivoli di Osoppo.

I centri maggiormente colpiti dal terremoto sono: Buia, dove la percentuale delle case di vecchia costruzione distrutte sarebbe del 40 per cento; Osoppo, oltre il 40 per cento di abitazioni distrutte; Forgaria, un paese di circa tremila abitanti completamente rasa al suolo (i morti non sono ancora accertati); Artegna, una caserma crollata e abitazioni  gravemente lesionate; Gemona (un ospedale parzialmente danneggiato dal quale i ricoverati sono stati tratti in salvo); Colloredo, 25 per cento delle case distrutte; San Pietro di Ragogna, 30 per cento delle case distrutte; Spilimbergo, 15 per cento delle case distrutte; Maiano, crolli numerosi e numerose vittime. I feriti accertati in questi paesi superano il migliaio. Tutta la zona sinistrata è stata dichiarata «zona di emergenza ». Data la gravità della situazione, il ministro degli Interni on. Cossiga, riservandosi di proporre al Governo l'adozione dei provvedimenti eccezionali previsti dalla legge sulla protezione civile, ha per intanto incaricato il prefetto di Udine, poichè è questa la provincia più gravemente colpita, di provvedere al coordinamento degli interventi per quanto riguarda il soccorso, l'assistenza e la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e ne ha informato le autorità militari competenti, le quali hanno dato disposizioni per assicurare il più esteso intervento da parte delle Forze armate.

L'acquedotto dell'alto Friuli è saltato: pertanto centomila persone nella zona tra Palmanova e Udine sono senza acqua. Il Ministero degli interni, in collaborazione con quello della difesa, ha inviato in questa zona autobotti delle Forze armate e dei vigili del fuoco. Persino da Roma e da Foggia sono partite due autobotti con 25 mila litri d'acqua.

Da Treviso sono partiti 100 militari. Un'autocolonna composta da squadre di militari e della Croce Rossa è partita   da  Trieste. Da Verona sono partite 15 autolettighe della Protezione civile e del la Croce Rossa. Da Vicenza si è mossa una sezione logistica con una cucina che può servire 400 pasti.           

Nell'ospedale di San Daniele stanno affluendo i feriti delle zone circostanti. In particolare da quella situata a sinistra del fiume Tagliamento che comprende Maiano e Buia, dove si sarebbe registrato la maggior numero di case crollate e dove gli abitanti e i soccorsi affluiti stanno cercando tra le macerie. Anche il piccolo paese di Magnano in Riviera, presso Artegna, e Ospedaletto nella Carnia Superiore, hanno subito danni gravissimi. La statale 13 per Tarvisio, nella zona tra Ospedaletto e Dogna è rimasta interrotta da una frana, mentre a Dogna un altro blocco è stato creato dalle macerie di alcune case precipitate sulla strada che attraversa il paese. Secondo notizie non controllate, anche l'oleodotto Trieste-Ingolstadt, che attraversa appunto la zona colpita, è stato lesionato dal sisma e i tecnici hanno bloccato l'afflusso del petrolio non appena gli apparati di controllo hanno segnalato dispersione del carburante.

La corrispettiva zona a destra del fiume. vale a dire verso Pordenone, è stata gravemente colpita dalle scosse di terremoto che ha provocato crolli nei centri della Val d'Arzino e dello Spilimberghese. In particolare, a San Rocco di Forgaria i crolli hanno provocato venti feriti. Case distrutte anche a Pinzano, Ragogna, Anduins che si trova nella Val d'Arzino.

A Udine il procuratore della Repubblica ha proclamato la mobilitazione per i medici di tutta la zona e sono stati mobilitati anche i centri che possono fornire flaconi di sangue da inviarsi con la massima urgenza nei luoghi, dove. vengono concentrati i feriti. Uno di questi è, secondo le ultime, notizie; il campo sportivo di San Daniele, che è stato illuminato con fotocellule dell'esercito. Molti, dei feriti non possono essere operati nell'ospedale del paese perché la sala operatoria dell'edificio è crollata. Il maggiore Mazzacara, che comanda le operazioni di soccorso in quella località, ha chiesto l'urgente invio di elicotteri che, dovrebbero posarsi sul campo sportivo, per caricare feriti.

L'ospedale di Udine non ha più posti per il ricovero dei feriti che numerosi hanno continuato a pervenire nel corso della notte da tutti i centri colpiti dal terremoto. Sembra che nel grande ospedale capoluogo del Friuli siano stati ricoverati più di mille feriti.  Si tratta  di  di una donna anziana, una ragazza di 13 anni e una donna, di 38 anni oltre ad un bambino di 5-6 anni. Una notizia raccolta all'ultimo momento dal centro di Gorizia (che risponde alla sigla «I3 RVS ») informa che a Castelnuovo del Friuli tutti i componenti di una famiglia, sei persone, sono morti sotto le macerie della propria case.

La situazione nella zona terremotata si va delineando sempre più grave mano a mano che affluiscono le notizie, forzatamente frammentarie. Si è appreso, ad esempio, che a Buia è crollato un ristorante, « Il Morena » , dove stavano cenando parecchie persone: sotto le macerie vi sarebbero alcuni morti che i soccorritori stanno cercando di portare alla luce. Alcuni morti vi sarebbero anche a Magnano, sotto le macerie di case crollate.

Le autorità di Montenars, un piccolo paese di 1300 abitanti sulla montagna presso Gemona, hanno richiesto con urgenza l'invio di un medico, perché il paese deve far fronte a una grave situazione. Alcuni morti sarebbero sotto le macerie di diverse case anche nel grosso centro di Maniago, proprio alle falde delle ultime propaggini collinose  sulle quali' si apre la Val d'Arzino. Le comunicazioni in tutta la zona sono ostacolate non soltanto dall'affluenza dei soccorsi, ma anche per l'impossibilità di transito su alcune strade. Ad esempio tutti i ponti sul fiume Ledra, nel circondario di Maiano, sono stati lesionati o parzialmente crollati in seguito al terremoto. Un ponte nel paese si è abbassato di cinque centimetri ed è pericolante. Un altro nella località di San Tommaso è molto lesionato, mentre è crollato a metà un terzo ponte sul fiume Tiveriacco.

Le comunicazioni ferroviarie sono interrotte dalle 21 di ieri sera lungo la linea tra Udine e Tarvisio. Secondo notizie fornite dal compartimento ferroviario di Trieste, del quale fa parte la zona di Udine, la sospensione è stata causata in se-guitò alla mancanza di tensione nel tratto che va da Gemona del Friuli a  Pontebba. A Tarcento dopo la prima scossa di terremoto, un treno viaggiatori ha subito uno svio; una vettura si è rovesciata senza provocare però feriti fra i passeggeri. L'espresso Roma-Vienna n. 232 è stato deviato lungo la linea Villa Opicina - Sesana.  Sono in corso una serie di accertamenti da parte dei tecnici del centro operativo di Trieste delle ferrovie statali per stabilire quando potrà essere riattivata la linea. In altre regioni italiane il sisma ha provocato danni più lievi o soltanto panico. In pratica il terremoto è stato avvertito dal Friuli fino alla Campania, con intensità decrescente.

 

A Venezia, Trieste, Udine, Padova, Bolzano, Verona e Gorizia i palazzi hanno tremato, i vetri delle finestre sono andati in frantumi. Alcune linee telefoniche sono saltate; è venuta a mancare l'energia elettrica, come per esempio a Trieste. A Udine, alle 21, due scosse di terremoto succedutesi a brevissima distanza, hanno messo tutta la popolazione del Friuli nelle condizioni di scendere sulle strade. La prima scossa è durata pochi secondi, ma l'intensità è stata tale da mettere tutta la popolazione in stato d'allarme. La seconda scossa, quella delle 21.02 è stata intensissima; la corrente elettrica si è interrotta, al buio i muri hanno tremato, stoviglie cadevano, crepe si aprivano sulle pareti, mentre gli abitanti delle case si precipitavano in strada urlando. Non si può ancora trarre un bilancio del fenomeno. Verso la mezzanotte le strade della città sono percorse da autoambulanze e da  militari.