9 maggio 1976

SI APPLICA LA LEGGE SULLE CALAMITÀ' NAZIONALI VOTATA NEL 1972

La catastrofe mette alla prova il coordinamento dei soccorsi

Gli interventi sul posto diretti da un commissario nazionale, il sottosegretario Zamberletti -  Precise disposizioni per le offerte in natura (da inviare alla CRI) e i contributi in denaro

 

Roma, 8 maggio. Il governo è mobilitato al completo per affrontare la situazione, ma il compito che ha di fronte è difficilissimo, i precedenti scoraggianti, gli strumenti a disposizione (di burocrazia si tratta) inefficienti per tradizione. E' presto per giudicare i risultati finora raggiunti: nel marasma delle prime ore c'è stato spazio più per il sacrificio personale che per la fredda organizzazione dei soccorsi. Ma ora gli interventi del potere centrale stanno prendendo una forma precisa. Con un decreto del presidente del Consiglio, il sottosegretario agli Interni Zamberletti è stato nominato commissario della zona terremotata, con il «compito di assumere sul posto la direzione dei servizi di soccorso e l'attuazione delle direttive  generali  e  del  coordinamento dei servizi, ai fini della necessaria unità avvalendosi comunque della collaborazione degli organi regionali o di enti locali».

Con questa nomina si è provveduto in pratica alla dichiarazione ufficiale di calamità nazionale, come è stata prevista da una legge del dicembre 1970 votata con due anni di ritardo su un altro tragico terremoto, quello della Valle del Belice. In pratica la norma prevede l'immediata istituzione presso il Ministero dell'interno di un comitato interministeriale della protezione civile che ha il compito di coordinare tutti gli interventi. 

Mentre al commissario straordinario spetta il compito di dirigere i soccorsi sul posto, al ministro dell'Interno viene affidato quello di ordinare tutti i servizi e gli interventi delle pubbliche amministrazioni, civili e militari, centrali e periferiche, di enti pubblici e privati.

A tale proposito sono state rese note due disposizioni. La prima invita ad avviare le offerte in natura, in particolare coperte, vestiti e indumenti, ma non usati (per evitare ritardi per la disinfezione) alla CRI presso i Comitati provinciali e i sottocomitati locali. La seconda informa che le offerte di ospitalità a favore delle famiglie colpite vanno indirizzate all'Ente nazionale per lavoratori rimpatriati e profughi (piazzale Porta Pia, 121 Roma). Un ufficio rimarrà aperto dalle 8 alle 21. Tre i numeri telefonici (il prefisso di Roma è 06: 861530 . 861717 -860247. Un comunicato di Palazzo Chigi informa invece che i contributi in denaro per le popolazioni colpite possono essere versati sul conto corrente postale n. 24/21664. intestato al «Commissario governativo soccorsi ai terremotati Friuli Venezia Giulia presso la prefettura di Udine ».

D'accordo con l'Amministrazione delle poste, l'INPS ha deciso di anticipare da lunedì per le zone terremotate il pagamento delle pensioni in scadenza questo mese.  

L'on. Rumor ha stabilito che il ministero coordini le numerose offerte provenienti da governi, enti e privati esteri, inarcando la priorità degli aiuti necessari. La direzione generale dell'emigrazione, tramite i consolati italiani, faciliterà al massimo l'afflusso delle notizie sulle zone terremotate e sulle persone sollecitate dai familiari dei terremotati che si trovano all'estero.

Un comunicato della Sanità ha reso noto che «sono già partiti da Roma cospicui quantitativi di materiale profilattico composto di sieri, vaccini, disinfettanti, potabilizzatori, antibiotici, sulfamidici, soluzioni reidratanti e da vaccino antitifico per più di centomila dosi». Sono partiti oggi, oltre quindici autocarri militari carichi di prodotti farmaceutici, altrettanti ne partiranno domani.

E' questa, dunque, una panoramica della iniziative prese nelle ultime ore dalle autorità di governo. Il problema è quello di verificarla con le terribili esigenze create dal terremoto. Questa mattina su tutti i giornali politici, indifferentemente, si rincorreva una tema: occorre evitare questa volta, l'inefficienza, gli scandali, le vergogne del Belice, dell'Irpinia, di tante altre calamità nazionali.  Occorre testimoniare proprio davanti a una tragedia di queste proporzioni, che ci colpisce in un momento cosi critico, le capacità di reazione, di solidarietà, di onestà e di direzione, soprattutto ai vertici.