Non è raro il caso di leggere qualche accenno e se non leggere sentire almeno parlare di questo argomento, in questi tempi di assestamento in cui tanti animi non sanno da quale parte orizzontarsi. Tutti comprendete che il momento attuale rappresenta un periodo di transizione, cioè di aspettativa per quelle che saranno le realizzazioni di un domani speriamo non tanto lontano. Credo opportuno perciò richiamare la Dottrina della Chiesa su questo argomento.

La Chiesa in linea di massima non è contraria ad alcuna forma di governo. Tutti i modi di reggere i popoli sono buoni, purché non ledano i diritti della Chiesa, e i principi di diritto naturale. Posto questo, si può ancora parlare di un Comunismo Cattolico? A questo proposito la parola dei Sommi Pontefici sono chiare: il Comunismo ateo negatore di ogni spiritualità è stato più volte condannato e quindi nessun cattolico può essere vero cattolico e nello stesso tempo, vero comunista ateo. Anche senza eccessivi ragionamenti comprendete che fra i due termini vi è contraddizione. 

Perciò finora quando il Comunismo conserverà i principi dei suoi fondatori, contrari non solo ai principi della Chiesa, ma altresì ai principii del diritto naturale, nessun cattolico degno di questo nome potrà iscriversi ad un partito che almeno in passato ha portato tanta rovina nelle anime e nelle famiglie. Su questo tema bisogna andar cauti. Voi sapete che la Chiesa non potrà mai a nessun costo deflettere dal suo atteggiamento, nessuna violenza di persecuzione potrà mai piegarla, come non l'ha mai piegata in passato, perché la Dottrina di Cristo è immutabile, non essendo prodotto d'umana intelligenza, ma comunicazione d'Immutabile Essenza Divina. Dalla Cattedra di Roma, come in passato così in avvenire partirà il verbo di verità, di giustizia, di carità, di pace, di benessere sociale.

Per l'avvenire dobbiamo avere una sola preoccupazione: quella di ascoltare e seguire la voce del Supremo Pastore che ha il compito di condurre tutte le anime all'Eterna Salvezza.