Mille morti, 100mila senzatetto, una regione devastata

 

Un tragico bilancio di distruzione che raggela anche a distanza di trent’anni. Un migliaio di morti, centomila senzatetto, una superficie di 4.812 chilometri quadrati con 119 Comuni del Friuli danneggiati e, tra questi, 41 classificati disastrati e 45 gravemente danneggiati. Trent’anni fa, pochi minuti dopo le 21, il Friuli fu devastato dallo spaventoso terremoto, che nei mesi successivi replicò altre violente scosse l’11 e 15 settembre. Una tragedia che colpì profondamente l’opinione pubblica ed alla quale seguì un vasto impegno di solidarietà. Anche in quella occasione il Giornale di Brescia si fece interprete della grande generosità dei suoi lettori. Gli aiuti e l’adesione alla sottoscrizione permisero di realizzare in brevissimo tempo una tendopoli che nel breve volgere di un paio di mesi fu soppiantata dai prefabbricati del «Villaggio Brescia». Una grande pagina di impegno e generosità, l’ennesima, fu scritta anche dagli alpini bresciani ai quali Gemona attribuisce la cittadinanza onoraria.
La ricorrenza del terremoto è stata commemorata ufficialmente con una seduta straordinaria del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia svoltasi a Gemona, una delle località più colpite dal sisma. Un ricordo che si è dipanato tra l’orgoglio per la solidarietà e l’audacia delle scelte politiche, che fecero rinascere una terra devastata dalla forza della natura, ma anche un’occasione per guardare al futuro, restando fieri dei propri valori.
Un’esperienza, quella della ricostruzione, che i friulani vedono come punto d’orgoglio della propria storia, anche con il suggello delle parole del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che ha fatto pervenire al presidente regionale, Riccardo Illy, un telegramma in cui ha espresso la propria «memoria commossa», per l’evento, definito «indelebile nelle nostre coscienze, insieme all’esempio di dignità e di coraggio della gente friulana. A questo coraggio - ha aggiunto Ciampi - la collettività nazionale ha saputo rispondere con una straordinaria testimonianza di solidarietà e di unità, valori fondanti della nostra identità».