Sulle pagine del “Messaggero Veneto” del luglio di trent’anni fa l’annuncio dell’inaugurazione del complesso di prefabbricati.

«Villaggi così per lasciare quanto prima le tende»

- Ursinins Piccolo, 12 Luglio 1976 -  (a due mesi e sei giorni dal sisma)

L'avvocato Silvio Pelizzari tagliò il nastro del primo villaggio prefabbricato in Friuli.

State ascoltando le parole che pronunciò quel giorno. (Registrazione Elio Tessaro)

«Almeno villaggi così prima dell’inverno»: è il titolo in prima pagina (sovrastante una grande fotografia» che il Messaggero Veneto dell’11 luglio 1976 dedicò all’annuncio dell’inaugurazione del "Villaggio Brescia": «Oggi a Ursinins di Buja sarà inaugurato un complesso di prefabbricati (quattordici per abitazioni, uno per l’ambulatorio, un altro, più grande, per i negozi) sorto grazie alla somma di 227 milioni raccolta a Brescia. È il caso di augurarsi: almeno villaggi così per lasciare quanto prima le tende».
A pagina 3, l’approfondimento sul villaggio sorto a Ursinins Piccolo «che entro agosto sarà integrato da un edificio di 430 metri quadrati destinato a ospitare le elementari, il centro culturale e ricreativo di questa frazione di Buja, certamente tra le più colpite dal terremoto».

«C’è voluto un mese per compiere il miracolo, che è costato 227 milioni, cioè la somma raccolta dal quotidiano Giornale di Brescia con una sottoscrizione. E in più, il duro lavoro di squadre di operai bresciani, coadiuvati dalla gente del posto, che giorno dopo giorno ha visto realizzate le piattaforme antisismiche, montato il primo edificio, seguito dagli altri.
Ora il villaggio è pronto, anche se mancano ancora gli allacciamenti della luce e dell’acqua. Ma per le rifiniture non ci vorrà molto tempo. È già tutto predisposto, secondo un piano rigoroso che culminerà, come detto, con la realizzazione delle elementari, pronte a entrare in funzione per l’inizio della scuola. Se arriveranno altri fondi, i bresciani penseranno anche ad attrezzare l’ambulatorio.
Tra Ursinins Piccolo e Brescia si è instaurato un rapporto che va senz’altro oltre l’amicizia, per assumere i contorni di una vera e propria identità: di carattere, di impegno, di aspirazioni. Del resto era accaduto così anche in occasione della tragedia del Vajont, quando il Giornale di Brescia si rese promotore di un’iniziativa analoga. Già pochi giorni dopo il 6 maggio, una colonna di automezzi giunse a Ursinins, portando 800 posti letto, un centinaio di tende, altro materiale di prima necessità. L’obiettivo era preciso: contribuire alla rinascita di un paese del Friuli.
In poco tempo, quello che era un accampamento dalle pareti di tela su uno spiazzo vicino all’osovana, si è trasformato, diventato un villaggio vero: il Villaggio Brescia, che proprio oggi sarà inaugurato. (...)».