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Natale 1990

Don Raffaele Zanin ci ha lasciati 

di Romano Aita

 

TESTAMENTO MORALE

 

Mentre le campane della Pieve di San Lorenzo suonavano a martello, con profonda commozione sono stati celebrati ad Urbignacco sabato 27 ottobre i funerali di Mons. Raffaele Zanin, 85 anni, morto all'ospedale di Udine in seguito a trauma cranico causato da una caduta in canonica la sera di martedì 23.

Raffaele Zanin era originario di una patriarcale famiglia religiosa di Bressa di Campoformido in cui sono cresciuti ben dodici fratelli (sei maschi e sei femmine).

Consacrato sacerdote nel lontano 1928, il giovane prete assunse per un decennio l'incarico di insegnante al seminario di Castellerio, quindi per sei anni di cappellano nella parrocchia udinese di San  Giacomo.

A Urbignacco, dov'era appena completata la meravigliosa chiesa di Cristo Re, vi giunse, con ottimi propositi e giovanile fervore in qualità di primo parroco, il 30 gennaio 1944, in un clima di grandi festività.

Accanto alla chiesa don Raffaele ha presto fondato la scuola materna ed ha istituito un centro culturale-ricreativo nel quale hanno trovato spazio la musica, il canto, il teatro ed il folklore con i «Balarins di Buje» di cui è stato per lunghi anni preziosa guida e attivo presidente.

Validissimo il suo rapporto personale e attraverso il bollettino parrocchiale con gli emigranti sparsi in tutto il mondo.

L'opera più consistente di don Raffaele a Urbignacco rimane la chiesa parrocchiale di Cristo Re che, dopo il sisma, ha voluto ad ogni costo e con enormi sforzi riedificare, salvandola così dalla definitiva demolizione.

Don Raffaele è vissuto operando nel silenzio ed è morto, senza disturbare alcuno in silenzio.

Alle esequie, presiedute dall'arcivescovo di Udine mons. Battisti e concelebrate da una trentina di sacerdoti (tra cui i vescovi ausiliari Brollo e Pizzoni), c'era una grande folla raccolta attorno alla semplice bara.

In prima fila i parenti dell'estinto con il fratello prof. Fulvio e familiari, quindi, tra la folla il sindaco di Buja Aldo Baracchini, amministratori comunali e regionali, rappresentanze dei «Balarins di Buje» e di tutte le associazioni culturali, sportive e ricreative locali.

Ha suscitato emozioni la lettura, da parte di mons. Aldo Bressani del testamento spirituale di don Zanin, colmo di semplicità, di fede, di riconoscenza e di preziosi insegnamenti. L'arcivescovo Battisti, puntualizzando le tappe e la figura del sacerdote, ha tra l'altro affermato: «Mons. Raffaele Zanin va considerato una perla del clero friulano: minuscolo di statura, fu grande di una spiritualità solida e convinta. Addolorato per la devastazione della sua chiesa dovuta al sisma, ebbe la gioia e la soddisfazione di rivederla risorta. La sua cura più assillante, però, fu quella di costruire e rinnovare continuamente la comunità cristiana a lui affidata».

La Messa si è conclusa con il solenne «Libera me Domine» di Lorenzo Perosi scandito dalla cantoria parrocchiale.

All'atto finale il lungo corteo, diretto al vicino cimitero, guidato dalle cadenzate, dolenti note della banda (composta per l'occasione da elementi dei due sodalizi di Santo Stefano e Madonna, e diretta dal maestro Monasso), che alla tumulazione della salma ha eseguito il suggestivo «Sconforto» di Marini.