La vertenza Avilla-Sottocolle

 

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Prefazione

Passati i sessant’anni è più facile che la conversazione tra amici “schifati” dal presente, anziché affrontare l’incerta anche se affascinante salita del futuro, scivoli via nel placido e accomodante mare del passato.

E, come  in ogni mare occasionalmente riemerge qualche spezzone di antico relitto da tempo sommerso dalle acque, così, nell’amichevole conversare sui fatti passati, mi è capitato di sentire il racconto di qualche fatto o aneddoto legato alla vicenda di Sottocolle. Fatti e aneddoti realmente accaduti, anche se non nel modo in cui sono stati tramandati, ma facenti parte di una medesima storia, i cui contorni ormai sono sfumati dallo scorrere del tempo, mentre l’essenza stessa della vertenza, per quanto mi è stato possibile verificare, nessuno più conosce nella sua effettiva consistenza.

Così, spronato da alcuni amici… di tavolata, è nato in me il desiderio di compiere alcune ricerche e conoscere, nel limite delle mie possibilità, come e perché è nata, proseguita e conclusa la vicenda della lotta vissuta tra Avilla e Sottocolle negli anni trenta e connessa alle traversie sostenute da Avilla per ottenere l’indipendenza della loro chiesa.

Quando mi sono messo all’opera non ero ancora pienamente convinto che il risultato che potevo ottenere valesse l’impegno necessario per il suo raggiungimento. Poi, mano a mano che approfondivo le ricerche  e scoprivo nuovi aspetti, lo scetticismo iniziale lasciava il posto all’entusiasmo e alla voglia di arrivare in fondo. Perché, pur essendo interessante la storia in sè, sono  ancor più  interessanti i risvolti umani dei principali protagonisti della vicenda che gettano nuova luce sulle loro personalità.

Non so se il risultato ottenuto può dirsi soddisfacente: posso affermare di aver messo il meglio per dare a questa vicenda i lineamenti più vicini alla realtà storica e documentale e per offrire al lettore un racconto leggero nella lettura e comprensibile nel suo contenuto.

Le persone che vorranno leggere queste righe abbiano la bontà di farlo senza la pretesa di aver tra le mani un saggio scientifico, ma semplicemente una modesta ricerca su un frammento di microstoria buiese, realizzata da uno che, pur scrivendo qualcosa, scrittore non è.

Dedico questo mio modesto lavoro alla memoria di  Mons. Angelo Cracina, Arciprete di S. Lorenzo di Buja dal 1966 al 1982, nel centesimo anno della sua nascita.

 

Buja, marzo 2009-03-06

 

 
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