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ATTRAVERSO  I SECOLI

" Per tutti gli ardimenti e per tutte le libertà „.

Questo è il motto che ha ispirato ogni opera nei nostri Maggiori. — Da Federico de Baden, lo "Strenuissimo Milite,, che per il suo valore ottenne l'investitura di vari castelli in Friuli, ad Ermanno de Baden, de Boga, de Faganea, etc. che combattè per la liberazione del Santo Sepolcro con la Seconda Crociata; da Enrico de Boga e fratelli, figli di Ermanno de Baden, che concedettero la libertà a degli uomini della loro masnada, ai numerosi "Streui Milites,, (onde la famiglia fu chiamata per antonomasia de Militibus) che volta a volta combatterono contro i soprusi del Principe Patriarca o del Conte di Gorizia; dai Signori di Buja, che nel 1371, rinunciando alle loro prerogative feudali, diedero a Buja stessa lo Statuto della Comunità, ai numerosi loro discendenti che,  attraverso  i secoli, si  eressero  a patrocinatori dei diritti del nostro Comune, davanti alla Serenissima, contro i soprusi di una famiglia giurisdicente, a cui l'insania del Patriarca Bertrando aveva legate le sorti di Buja — tutta una lunga serie di Gentiluomini e Galantuomini ci precede.

Perciò il soffio di libertà che la Rivoluzione Francese apportò in questa nostra terra, senza gli orrori delle stragi, affrancando le popolazioni dalla duplice tirannia dei feudatari e del clero, non poteva non essere accolto con entusiasmo dai Barnaba, diretti discendenti dei Signori di Buja, onde all'esercito Napoleonico avanzante mossero incontro a cavallo, ad Artegna, vestite d'amazzoni, le donne di nostra Casa. (Due di queste dovevano poi andar spose a due distinti Ufficiali Francesi, mentre un loro fratello Domenico-Valentino, moriva nella spedizione di Russia).

Né l'Austria, successa alla Francia nella dominazione della nostra Provincia, poteva ormai spegnere con il terrore o con le lusinghe gli ideali di libertà che furono il sogno e l'aspirazione della generazione che ci precedette, che anzi queste aspirazioni quanto più furono represse, tanto più sollevarono l'entusiasmo ed il fanatismo nei loro assertori. E tra questi, e non ultimi, furono i nostri Padri. Non vollero mai rivendicare i diritti feudali, dall'Austria di nuovo rimessi

in vigore, per non far atto di vassallaggio e prestare giuramento di fedeltà al nemico usurpatore. La loro casa fu rifugio di cospiratori e di profughi perseguitati. Studenti all'Università di Padova appartennero a quella gioventù scapigliata che allo studio preferì la congiura e doveva dare poi i migliori combattenti del Veneto alle guerre dell'Indipendenza.

Sono rimaste leggendarie a Padova le gesta dei Barnaba, onde nostro Padre, ultimo dei vari fratelli e cugini, presentandosi ad inscriversi a quell'Università, appena ebbe declinato il suo nome si senti dire da un professore austriacante: "Come.... Non è ancora finita questa maledetta razza dei Barnaba?,,.

Dello zio Pietro, di forza non comune, è notoria la scommessa fatta di disarmare ogni sera una ronda austriaca, composta di un caporale e di due soldati. Ciò gli riuscì per un dato periodo di tempo, fino a che, una sera, scontratosi con un pattuglione più numeroso degli altri venne, dopo viva lotta, arrestato e quindi condannato ad essere espulso da tutte le Università dell'I. R. Governo Austriaco.

Ed i Nostri ebbero amicizie con i migliori del loro tempo, Tommaseo - Fusinato - Dall'Ongaro - Teobaldo Ciconi (questi era loro cugino essendo essi figli di sorelle) - Manin - Paulo  Flambri  ed  altri  molti. 

Di Gustavo Modena, che doveva poi prender parte alla difesa di Palmanova e di Treviso nel 1848, mi piace qui riportare un aneddoto. Ad una cena a cui prese parte a Padova con lo zio Pietro e qualche altro amico, il grande attore lesse la distinta delle vivande ad alta voce ed in sì tragica maniera da commuovere sino alle lacrime tutti gl'intervenuti, alla vista di che egli volse gii sforzi della sua arte sublime ad ottenere un contrario effetto comico, terminando cos'i la lettura tra le scroscianti risa dei commensali. Tra il grande Cospiratore Ungherese Kossut poi, e lo Zio Domenico, corse amicizia fraterna durata fino alla morte del Kossut.

Fu  quindi   con  questa  preparazione   spirituale che si giunse al 1848.

Le notizie sugli avvenimenti di questo periodo, sono desunte da brevi cenni lasciati dallo Zio Pietro e dal libro "Ricordi,, dello Zio Domenico. Sulla fedeltà degli episodi ivi narrati da nostro Zio riporto qui il giudizio espresso nel N.° 12 dell'anno XI delle Pagine Friulane (1899).

" Un libro prezioso che descrive ogni fase della "commozione friulana di quell'epoca, libro che "resterà testimonio fedele delle gioie, dei disinganni " e dei  dolori  dei  patriotti  d'allora, è quello  intito"lato "Ricordi,, del Dottor Domenico Barnaba, che "ebbe parte importante in quegli avvenimenti ; quel "Domenico Barnaba che non si risparmiò mai quando "era da rendere un servizio alla causa Nazionale e "che per questa ebbe a sfidare gravissimi pericoli,,.

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