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LA PRESA DEL FORTE DI OSOPPO
Il 23 marzo il Governo provvisorio invitava lo Zio Domenico a recarsi ad intimare la resa al Forte di Osoppo e quindi "prenderlo in regolare possesso,,. Erano le 4 1/2 di quel pomeriggio, quando egli, in obbedienza all'ordine ricevuto, montava in una carrozza tirata da quattro robusti cavalli dirigendosi a tutta velocità verso Osoppo. Non essendosi fermato all'intimazione della guardia civica di Tricesimo, venne fatto inseguire perchè scambiato per il Duca di Modena in fuga per Vienna. Raggiunto alle barricate di Magnano, fu tosto riconosciuto da suo cugino Rodolfo Merluzzi, comandante la guardia civica di quel paese: "Ah! folc lu trai.... a l'è Meni Barnaba.... altro che Duche di Modene,,. Preso come viatico il solito bicchier di vino, prosegui per Osoppo dove giunse verso le otto di sera. Nostro Zio, con i Commissari a lui aggiunti, volle prendere prima gli opportuni accordi con i deputati comunali del paese, Rossi e Venchiarutti. Dopo lunga discussione si decise di rimandare al giorno seguente l'andata al forte. Fu così che nell'indomani mattina questa Commissione, a cui s'era pure unito il Parroco di Osoppo, si recò al Forte, guardato da pochi vecchi artiglieri al comando di un Capitano di circa 60 anni e ne ottenne la resa. Quindi nostro Zio inalberava sul Colle Napoleone, il vessillo d'Italia; poi, dopo di aver dato il Comando interinale del forte al Signor Giovanni Battista Rossi (i di cui discendenti conservano tutt'ora il ritratto ad olio dove è raffigurato con le chiavi del forte in mano) faceva, con la Commissione, ritorno ad Udine, dove al Governo Provvisorio stendeva relazione dell'avvenuta presa di possesso: indi raggiungeva Buja. |