I GALLINA A BUJA 

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I GALLINA A BUJA

 

Nel mese di dicembre del 1999 Umberto Aita, collezionista tra le altre cose di timbri postali, mi mise in mano una lettera trovata in uno dei tanti mercatini di antiquariato.   (documento).
Si tratta di una lettera del Podestà di Buja, di risposta al  Giudice di Pace di San Daniele in merito ad una richiesta di informazioni su reati ascritti ad una "vedova" che lui sospetta essere Orsola Calligaro, Carie.

 

Il Podestà risponde:

 "........per tanto non mi vengono somministrati più chiari indizi rimango col dispiacere di non poter indicare il Nome, e la Casa della Vedova di cui  mi ricerca col pregiato di Lei Nº 499." 

Pur assolvendo Orsola per mancanza di indizi, non per questo si esime dal fare una serie di commenti poco edificanti  su Orsola:

"...... Orsola del fù Andrea Calligaro Castellani detta la Caria si potrebbe dire che fosse quella, poichè vedova stata inquisita e nota a tutti pel suo carattere raffinato nella scuola del Manotti fù impicato per ladro famoso. 

Ma questa è girovaga senza stabile domicilio perchè al più, mesi sono, si è veduta, a quanto si dica passava per istrada remota lungi dall'abitato."

 

La Lettera conferma tutte le ricerce finora fatte e riportate nei primi capitoli, nonchè il ricordo di Lucia: "Dicevano che era una poco di buono".

Per pura curiosità mi sono chiesto chi era, a chi si riferisse il Podestà di Buja quando cita "......raffinato nella scuola del Manotti fù impicato per ladro famoso" . Nel interessantissimo libro di Adriano Del Fabro, "Criminali, sommosse e delitti del Friuli" ho trovato la risposta al quesito nel capitolo "Il brigante Menotto e i suoi compari" da cui ho tratto quanto segue .

 "Sul finire del Settecento divennero famose in tutto il Friuli le imprese di alcuni briganti: ......................e Antonio Tosolin detto Menotto.   ..... "ladro famoso, assassino risoluto, prepotente et carico d'ogni altro vizio"" 

Era stato ordinato il suo arresto a seguito di una rissa, ma lui si era dato alla macchia e da lì passò al brigantaggio.  Naturalmente  godeva dell'appoggio e della protezione della gente di Tricesimo, Vendoglio, Ara, Cassacco,  il libro cita "poteva permettersi di venire a  suonare la chitarra nelle osterie di Tricesimo" .  A nulla valsero i vari tentativi dei presidi veneti di catturarlo, la cosa venne segnalata dal luogotenente Piero Canal al senato veneto, in quanto le comunità lo appoggiavano apertamente ed erano pronte a insorgere assalendo le truppe qualora le stesse si fossero avvicinate ai villaggi.  

Nei periodi più critici si rifugiava in Stiria o a Fiume, ed è lontano dalla gente amica, che venne catturato nel 1794. A tale scopo era stato necessario  stringere accordi con le autorità austriache, e mobilitate due squadre di cavalleria e una di sbirri.

Nel novembre 1794 nelle carceri del castello di Udine un boia giunto appositamente da Venezia lo strozzò, il suo cadavere venne appeso, a monito dei malfattori,  alla porta d'ingresso di Tricesimo.

I Francesi nel 1797, appena giunti, in pochi mesi riuscirono a smantellare tutta l'organizzazione brigantesca che per decenni era sopravvissuta in Friuli.  

Nell’archivio del comune di Buja, ho inoltre trovato un documento datato 23 dicembre 1809, spedito dal “Giudice di Pace di San Daniele” ed indirizzato al Podestà di Buja, dove si rende 

…… Necessario alla camera d’istruzione della sezione correzionale di sapere lo stato di fortuna delle due detenute Maria nata Nicoloso moglie di Domenico Mitton e Domenica pur Nicoloso soprannominate Carie, di codesta Comune, così è che io mi rivolgo a Lei, Sig. Podestà invitando la sua compiacenza a rimettermi colla massima sollecitudine il relativo certificato, facendo si che, ove occorra si presentino al mio ufficio due Consiglieri Comunali per le dichiarazioni di legge.…”.

Il Podestà Missio risponde il 22 gennaio 1810 certificando 

… che Domenica e Maria sorelle Nicoloso dette le Carie sono di condizione miserabile ed indigenti sicchè il loro mantenimento e sussistenza sono costrette procacciarlo col travaglio delle loro braccia. Tanto attesto per atto di pura verità. ………… Le inoltro l’accluso certificato d’indigenza delle detenute Domenica e Maria sorelle Nicoloso di questo Comune e in pari tempo i due Consiglieri Comunali St.mi Barachino Daniello, e Miano Antonio onde possa redigere il relativo processo....” .

 

 

AL    CAPITOLO QUESTIONI   IRRISOLTE