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Lo spaventoso naufragio del transatlantico
"Mafalda di Savoia"
Riassunto del Poeta Popolare Domenico Scotuzzi
Dall'Italia il "Mafalda" partiva
un miliaio e più passegger,
l'equipaggio solerte ubbidiva
ai comandi di un vecchio nocchier.
Il Capitano Gulì, un siciliano
intelligente e vero lupo di mar,
l'altruista dal cuore più umano
che la storia potrà ricordar.
Navigava il "Mafalda" maestoso
ed a bordo si udivan cantar
le canzoni dal ritmo giocoso
che l'Italia soltanto sa far.
E la gioia più intensa regnava
sù l'Italico e grande vapor
che veloce l'Oceano solcava
certo ignaro dell'immane malor.
Dopo quindici giorni di viaggio
sotto poppa una falla si aprì
pronto accorse l'intero equipaggio
ma il destino il suo fato compì.
L'acqua entrava, ma il buon Comandante
col telegrafo soccorsi implorò
poi con voce commossa e altisonante
lanciò un grido: Si salvi chi può!
Le scialuppe in mar fa calare
per salvar prima le donne, i bambin
poi la Marcia Real fa suonare
quasi a sfidare il tremendo destin.
Alfin per merito del nostro Marconi
che la radio telegrafia inventò
sette navi di nostre amiche Nazioni
circa un migliaio di vite salvò.
I marinai affrontando ogni onda
ben guidati dal lor superior
nella notte angosciosa e profonda
han gareggiato in altruismo e valor.
Quando il "Mafalda", ormai vuoto e affondato,
il Capitano coi suoi prodi Ufficial,
là sulla nave, viva Italia han gridato
poi scomparvero nei gorghi fatal.
Questo tragico e terribil naufragio
che all'Italia purtroppo toccò
in ogni cuor che non sia malvagio
§gran dolore e cordoglio apportò.
E a te Gulì che hai voluto perire
con la tua nave e il tuo Stato Maggior
da ogni bocca si sente già a dire
che siete degni dei massimi onor.
Tipografia R. GAYET - Torino - via San Massimo 45.