.............  I TEDESCHI NON SCHERZANO   -    Capitolo 6

.............  I TEDESCHI NON SCHERZANO 

 

 Attento …… i tedeschi non scherzano

 

Quando giunsero alla centrale, ad attenderli c'erano già i tedeschi…….

Anche noi fummo arrestati insieme a tanta altra gente che si trovava a lavorare nei campi li intorno.

Noi donne fummo raggruppate nel cortile di "Feran" (sopranome della famiglia ………….) a San Floreano e più tardi liberate.

Gli uomini, invece, portati in piazza a Tomba, verso sera, raggiunsero il Comando tedesco di Collosomano, dove furono schierati di fronte alle salme degli uccisi. Il  Comandante disse loro che, se non si fossero trovati gli autori del massacro, avrebbe dovuto applicare le leggi di guerra, che in quel caso, prevedevano la decimazione. 

Mio padre chiamò, allora, Armando e gli disse:

«Stammi vicino, così siamo sicuri che almeno uno di noi si salverà»

Rimasero in piedi, in attesa della decimazione, fino a notte fonda. Poi il Segretario comunale (così allora dissero), che conosceva bene il tedesco, riuscì a convincere il Comandante, di nazionalità austriaca, che l'azione era stata effettuata da partigiani titini del IX Corpus.  La decimazione venne così tramutata nel fermo di una trentina di giovani. Mio padre venne mandato a casa, mentre mio fratello, assieme agli altri, fu portato a Udine nelle Carceri di via Spalato. Un Capitano austriaco, che aveva contribuito a fermare la vendetta, venne ucciso circa venti giorni dopo San Floreano.

Quella sera mio padre, prima di lasciare mio fratello, forte dell'esperienza fatta in prigionia durante la prima guerra mondiale, gli raccomandò:

«Sono stato 25 anni fa prigioniero dei tedeschi, mi raccomando non fare il furbo  con loro …….. loro non scherzano, le cose le fanno sul serio.»

Quando arrivò a casa andò subito in cantina e, dopo aver bevuto alcuni bicchieri di vino, ci confidò:

«Ho fatto otto anni di militare e una guerra, ma uno spavento come questo non ricordo di averlo mai provato».

Quel pomeriggio, appena arrivata casa, frugando in un armadio, mi accorsi che  mio fratello aveva nascosto il necessario per andare in montagna……avrebbe dovuto partire il giorno dopo…………. 

Saputo del trasferimento degli arrestati al Comando di Collosomano, dalla rabbia mi misi ad urlare nel cortile con quanto fiato avevo in gola, tanto da essere ascoltata anche nelle case vicine:

«Ma perchè vanno a prendersela, contro dei poveri soldati intenti a portare il rancio. Facciano invece saltare i binari della ferrovia su cui viaggiano i treni che vanno in Germania con i nostri giovani ! »

Seppi tempo dopo, da un partigiano, che per quelle parole avevo rischiato la tosatura………. 

E’ difficile poter descrivere l'angoscia passata in quei giorni, quando non si sapeva da chi ci si dovesse difendere, se dai tedeschi e dai cosacchi invasori, oppure dai collaborazionisti e dai partigiani di casa nostra!

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