............. I TEDESCHI NON SCHERZANO - Capitolo 7
Inutili uccisioni Ad Avilla venne segnalata ai tedeschi una persona nota per le sue azioni efferate. Pochi giorni prima, per rubargli il cavallo, aveva ucciso un russo a colpi di badile, che poi aveva gettato nel fiume Ledra nei pressi di Casasola, aveva anche ucciso una donna russa, che dicono fosse incinta,. Quando sopraggiunsero i tedeschi per arrestarlo, non si sa come, riuscì a nascondersi così bene che non lo trovarono. Inutile raccontare lo spavento della popolazione nel vedere tanti soldati armati persino di lanciafiamme e la disperazione di mio padre che cominciò a caricare su di un carro quanto poteva, temendo che, per rappresaglia, i tedeschi incendiassero le case. È difficile mantenere la disciplina in un esercito regolare, figuriamoci nelle fila partigiane! C'è da credere, quando raccontano che ci sono stati molti casi in cui i capi delle formazioni stesse segnalavano certi individui ai tedeschi in quanto erano delle vere e proprie mine vaganti………… A San Floreano, il giorno 4 ottobre ’44, furono uccisi un Capitano tedesco ed il suo attendente. Il mattino seguente, sulla piazza di Avilla, trovammo una squadra di tedeschi con quattro lanciafiamme. Appena avvertito, mio padre, si mise di nuovo a caricare il carro……... Non so quale santo ci abbia salvato per la seconda volta dalla rappresaglia tedesca! I tedeschi imposero, a seguito di questi fatti, la presenza a Buia di un forte gruppo di cosacchi, che arrivarono di lì a qualche giorno. Quando fu ucciso il russo, mia madre, mi disse: «Franca andiamo a raccogliere i fagioli nel campo» «Ma come?» risposi, «se la zona questa mattina era circondata dai tedeschi !» «Adesso, però, non c'è più nessuno» aggiunse. Così ci incamminammo verso il campo di Casasola posto nelle immediate vicinanze del ponte sul Ledra e ci mettemmo a raccogliere i fagioli. A darci una mano era venuta una vicina di casa. Ad un certo punto passò per strada una camionetta di tedeschi: videro mia madre che portava un cappello da uomo in testa e la scambiarono per un partigiano. Imbracciate le mitraglie, si misero a spararci addosso; per fortuna nostra non ci colpirono ! Mentre ci stavano portando fuori dal campo di fagioli, per puro caso, passò di lì l’interprete al quale spiegai ogni cosa: L’equivoco era nato dal fatto che mia madre, per proteggersi dal sole, si era messa in testa un cappello da uomo. Nel ‘44 i problemi alimentari si aggravarono ulteriormente, a dimostrazione di ciò incominciarono a sparire i gatti. Un giorno attaccato ai muri della frazione trovammo un manifesto in cui, con “Ordinanza Municipale”, si obbligavano tutte le famiglie a dare un po' di fieno ai cosacchi. L'indomani, mio padre, visto che il carro cosacco addetto alla requisizione si stava avvicinando, mi disse di salire sul fienile. Dal portone entrò un cosacco: era giovane e bellissimo, portava una divisa dai colori vivaci, arricchita da decorazioni particolari, … sembrava un principe, rimasi a bocca aperta a guardarlo, incantata. Dopo aver buttato sul carro due forcate di fieno, lui stesso mi fece capire con un cenno della mano che bastavano e se ne andò lasciandomi con gli occhi stralunati. I tedeschi mal sopportavano i cosacchi, che, quando erano ubriachi, ne combinavano di cotte e di crude, erano stati costretti persino a tappezzare i muri del paese con manifesti che vietavano alla popolazione di dar loro da bere alcolici. Un altro brutto giorno per la frazione di Avilla fu quando Diego Piccolo di venti anni, andò, o come dicono, fu mandato nella casa dei Calligaro (Ciane) dove alcuni cosacchi ubriachi erano entrati a fare razzia. Sembra che un cosacco, vedendo il giovane puntargli contro la pistola, abbia lasciato partire una raffica di mitra che lo ha ucciso all'istante colpendo pure una ragazza che si trovava lì vicino, Gaudina Calligaro che, ferita gravemente e portata all'ospedale è spirata qualche giorno dopo. (*2) |