Musica oggi: riflessioni di Caterina Pauluzzi
La musica è un aspetto fondamentale della vita di tutte le persone. Oggi più che mai siamo investiti da musiche di ogni genere, dalle sigle televisive alle musiche assordanti delle discoteche. Sovente non ci rendiamo neppure conto che la nostra vita sarebbe del tutto vuota se non ci fossero i suoni. D'altra parte i libri ci insegnano che la musica è nata probabilmente con l'uomo: secondo alcune tradizioni, in modo particolare quelle orientali, la cosmogenesi è stata provocata da divinità-suono. Indubbiamente l'uomo, durante la sua evoluzione, ha sempre convissuto con la musica affidandole ruoli importanti nella vita sociale: si pensi alle musiche rituali che ancora oggi sopravvivono nelle culture primitive, ai canti liturgici delle varie religioni, alle forme musicali "classiche" che per secoli hanno contraddistinto il gusto di determinate classi sociali, alla musica popolare che ancor oggi riscopriamo e cerchiamo di valorizzare, alla musica "leggera e di consumo" facilmente fruibile da tutti in qualsiasi occasione. Ma se la musica è davvero così importante e diffusa, perché ci si accontenta solo di quella che ci viene propinata dai mass-media? perché la musica popolare è apprezzata soltanto da pochi nostalgici? perché le sale da concerto, quando ci sono, sono disertate? perché non ci si accosta alla musica con curiosità e sensibilità fin da bambini? Questi interrogativi sorgono spontanei dopo una breve analisi della fruizione musicale attuale e locale. Buja è una comunità che, come poche, ha dato origine ad artisti eccellenti che, con la loro opera, hanno contribuito a smentire quella fama che indicava l'uomo friulano come forte e instancabile lavoratore, privo però di gusto e sensibilità artistici. La musica di Buja è sempre stata presente, e lo è tuttora: basti pensare ai due complessi bandistici, al gruppo corale, a tante singole persone che si occupano direttamente dell'insegnamento e della diffusione musicale. Eppure fare musica, a qualsiasi livello e di qualsiasi genere, non è facile, non solo per le difficoltà "tecniche" che i musicisti incontrano durante lo studio, ma soprattutto per la carenza di sensibilità da parte di chi dovrebbe stimolare la diffusione di quest'arte e di coloro che non ne riconoscono l'importanza e l'utilità. Spesso, infatti, il musicista si vede giudicato come un giullare che pratica la musica come un passatempo o un hobby, dimenticando che deve sviluppare un'adeguata preparazione tecnica, oltre a doti di sensibilità che gli permettano di cogliere lati nascosti della realtà e di apprezzarne la portata. Con questo non si vuole affermare che la musica sia un'arte per soli iniziati, ma si cerca di far capire che, per cogliere certe sensazioni, è neces- sario abituare la propria mentalità e i propri sensi a tener conto di tutti gli stimoli che ci vengono proposti. Nella nostra realtà bujese, sempre abbastanza sensibile alle forme associazionistiche culturali, ricreative e sportive, a volte ci si dimentica proprio della musica. Infatti sono molto pochi i concerti di qualsiasi genere che vengono organizzati, e poche sono le persone che eventualmente li ascoltano. Eppure molti si dimostrano sensibili alle organizzazioni musicali locali che si prodigano instancabilmente per portare la musica a tutti. Perché, dunque, non si ascolta musica? Perché non se ne parla di più? Probabilmente perché non ci siamo abituati, perché ci sembra banale o, peggio ancora, inutile. È scoraggiarne, per chi è appassionato di quest'arte, doverlo ammettere, ma la realtà è quanto mai evidente. Non bisogna, comunque, credere che per ascoltare musica si debbano condurre studi approfonditi e difficili: probabilmente basta abituarsi fin da bambini a soddisfare la propria curiosità e una certa sensibilità innata che è nascosta in ognuno di noi. Come fare? Ascoltare musica di qualsiasi genere, non solo classica perché ci sembra che solo questa si possa definire colta, chiedersi il perché e il come si è arrivati ad un certo risultato, assecondare il proprio desiderio di chiedere ed imparare. Se ognuno di noi, nei limiti delle proprie inclinazioni e possibilità, cerca di imparare a comprendere, non solo permette all'arte di manifestarsi pienamente, ma regala a se stesso e al proprio spirito i mezzi più belli per affrontare tante difficoltà della vita. |