La vertenza Avilla-Sottocolle

Capitolo 7

 

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La conclusione

 

Nel luglio del 1939 sul foglio “VOCE AMICA” (Bollettino della Pieve Arcipretale di Buja) compare un significativo comunicato, firmato dall’arciprete Chitussi  con il quale si vuole definitivamente chiudere la questione e tagliare ogni ulteriore polemica. Ecco il testo.

“Al fine di troncare – per quanto sta in me – ogni ulteriore discussione e togliere ogni malinteso, DICHIARO d’aver accettato in pieno la decisione dell’Ecc.mo Ordinario Diocesano nei riguardi di Sottocolle, aggregata alla Vicaria di Avilla. In conformità a detta decisione io ed i miei cooperatori inspiriamo ed inspireremo la nostra condotta. Consiglio tutti non soltanto ad obbedire con docilità, ma a cessare da ogni agitazione, anzi da ogni pettegolezzo, per il dovuto ossequio all’Autorità costituita e per un evidente senso di serietà. Se in molti casi il silenzio è d’oro, in questo caso è d’un pregio ancor più grande. Si cessi dal parlare sull’argomento: né pro né contro, né con paesani né con estranei. Se qualcuno si ostina a rimestare la faccenda, non trovi chi gli dia ascolto. Noi preti ne daremo l’esempio. F.to: sacerd. Giovanni Chitussi, arciprete”

Queste parole, ferme ed asciutte come la dichiarazione di un armistizio definitivo, non lasciano adito a dubbi: è ora di voltare finalmente pagina.  Lo scoppio della guerra in Europa nel settembre successivo e l’entrata in conflitto dell’Italia nel 1940, con il loro carico di problemi ben più seri, fanno il resto. Gli ormai noiosi incidenti, le polemiche per cose futili, i tempi che, con la guerra in atto, galoppano verso oscuri orizzonti, il desiderio di pace  tra le famiglie, scosse da lutti e rovine, portano tutti a meditare sui tanti consigli ricevuti circa l’opportunità e la convenienza di trovare all’interno delle due comunità quell’accomodamento possibile e necessario per chiudere definitivamente  questo contenzioso divenuto ormai incomprensibile.

Nella primavera del 1941, il 26 marzo, l’arciprete Chitussi ed il vicario Ribis finalmente sottoscrivono una convenzione in virtù della quale, ferma restando la giurisdizione di Avilla sulla frazione di Sottocolle, le famiglie ad essa appartenenti avrebbero optato per l’una o l’altra chiesa con pieni diritti e obblighi canonici. Le famiglie formatisi successivamente a questo referendum sarebbero state inserite automaticamente nella comunità di Avilla. Questa riconosciuta possibilità toglieva così ogni motivo di discordia e di lite tra quelle persone e tra il clero coinvolto. Con questo atto terminava un  tormentoso dissidio che ha scosso e turbato le coscienze della gente di Sottocolle e dintorni per quasi quarant’anni.

 

 
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