TRASCRIZIONE E ANNOTAZIONE DEL MANOSCRITTO

n. 1974, carte 115-127,

 Biblioteca Comunale di Treviso.

 

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Entrati dunque la mattina del martedì nello scrutinio, il cardinale Albornoz, il quale dubitando vi intervenisse qualche fraude, disse al cardinal Rondanino, a cui come il più moderno toccava estrahere i voti dalla borsa, che la sbattesse e rivoltasse bene, sicome fù fatto. Et aspettando i Barberini che i voti dello scrutinio uscissero per Sacchetti al numero di dodici, conforme alle promesse fattegli, che con altri 26 dell’Accesso, quali stavano preparati, facevano il numero di 38 bastanti all’inclusiva, non vi furono altro che cinque voti, onde quei dell’accesso conforme a i segni concordati non concorsero se non altri cinque, che non compresero i segni. E così restò escluso il trattato benché si tenesse per sicurissimo, in modo che già stavano fuori pronti Don Taddeo et i fratelli di Sacchetti [1] con grand’applauso, e con i muratori per rompere il conclave, et il suo palazzo ben munito di soldati e sbirri con gran concorso di gente dandosi a tutti da bevere.

Fu detto per il conclave che prima di quanto successo il cardinal Sacchetti, avendo conosciuto la ripugnanza della fazione spagnuola, pregasse più volte con grand’efficacia i Barberini ch’in niun modo trattassero di lui. E’ però ben vero che doppo il successo egli fece quest’instanza per vedere i Barberini tanto appassionati et ostinati in quello ch’egli conosceva impossibile, essendo veramente huomo ben aggiustato, di bell’aspetto e sembiante allegro, e nondimeno allora si vidde assai mutato e dubitava del secondo incontro.

Restavano i Barberini ammirati e confusi vedendosi gran fazione de’ spagnuoli, e facevano gran diligenza per sapere chi delle loro creature gli mancava dichiarandosi che già mai volevano trattar d’altro soggetto, onde si mormorava che se per ogni trattato si dovesse tardar 22 giorni non si sarebbe mai venuto a fine.

Fù fatta più volte instanza al cardinal Albornoz a nome de’ Barberini che si dichiarasse in cui applicava, e sempre rispose aver ordine di Sua Maestà per l’esclusione del solo Sacchetti come diffidente, e che con la sua fazione concorrebbe in ogni altro soggetto fuori che in quelli che per se stessi sono esclusi.

 

[1] Marcello Sacchetti, fratello del cardinal Giulio Sacchetti, è depositario del conclave. VON PASTOR, Storia dei papi, vol. XIV, pp. 15-16.