|    TRASCRIZIONE E ANNOTAZIONE DEL MANOSCRITTO  |  
|    n. 1974, carte 115-127,  Biblioteca  Comunale di Treviso.  |  
|    In  2° luogo parlava di Monti, e nel 3° non so se di Pallotto, o Panziroli.  L’altra scrittura era di Giulio degli Oddi, auditore del cardinal  Sacchetti, significando non poter capire come il suo padrone fosse  escluso dalli spagnuoli, mentre era stato nunzio tanto ben affetto a  quella corona, e per tanti servizii de’ suoi fratelli e massime  d’Alessandro in Fiandra col spargimento del suo sangue per diverse  ferite quivi avute, e per ciò non poteva credersi che dal cardinale  Albornoz, signore di tanta conscienzia e giustizia, derivasse tal  esclusione di soggetto più meritevole e maggiore d’ogni altro del  pontificato, significando di passaggio essere vari alcuni pretesti che  allegar si potessero per escluderlo, cioè per aver avuto un servitore  portoghese, ch’era andato a casa del vescovo di Lamegho, il che saputo  dal cardinale gli ordinò che non v’andasse più, et anco non esser  vero ciò che gli veniva opposto da alcuno compretendente di esser stato  favorevole nelle Congregazioni al detto Vescovo, per ciò che avea  sempre compito con la sua conscienza et obbligazione. Ma  che non poteva da spagnuoli essergli opposto altro che d’esser troppo  obbligato a Barberini per i benefizii ricevuti da loro, onde non  conoscerebbono esser loro mancato Urbano 8°. E che i spagnoli  vorrebbono forti che gli mortificasse, o fosse loro inimico. Era il  discorso di questa scrittura fuor di proposito indirizzato direttamente  al cardinal Albornoz, parendogli che per questo si potesse commovere e  desistere dall’impresa, come se la cagione venisse da lui e non dal  Re, da cui aveva ricevuto quattro pieghi con quest’esclusiva, che per  altro egli era amico et affezionato. S’intese  dal cardinal Macchiavelli, cugino di Barberino, esser tanta la premura  di questo nel negoziare, ch’in tutto il tempo del conclave, sinchè  s’amalò, non s’era spogliato che quattro notti per dormire in  letto, e che da ciò fosse derivata la sua indisposizione. Soleva ogni  notte per il più andar per le celle delle sue creature fuor d’ora e  talhora lo stesso faceva il cardinal Antonio per intendere gli andamenti  de gli altri cardinali e dar gli ordini di quello che dovea eseguirsi il  giorno, e quando non poteva farlo di persona si serviva a mandarlo in  scritto per i suoi confidenti Rappacciuolo, Facchinetti e Spada, sicome  furono non senza scandalo veduti, particolarmente Rappacciuolo, andar di  cardinale in cardinale per la Sala Regia et in altri luoghi del conclave  con una lista in mano leggendo ciò che ciascheduno dovea fare, e per  chi doveva votare tanto nello scrutinio quanto nell’accesso. Onde  prese occasione il cardinal Colonna, ch’incontrandosi con quello ed in  particolare con giovini, galantemente gli dicea: “Vostra Eminenza è  dello scrutinio e dell’accesso?”. E dalle risposte soleva cavare  cose considerabili.  |