AUTOCRAZIA, LIBERTA' E BOLSCEVISMO Rina di Brazza - Savorgnan- Cergneu |
27) Verso l'Egitto
La nave fila sempre, indifferente ad ogni riflessione, a sospiri, a desideri. Essa va diritta alla meta fissata dal Capitano. Procediamo verso Aden, ma il viaggio questa volta è lungo; ci vorranno forse una ventina di giorni, forse più, poichè il Capitano pensa di non toccare la città ma, di continuare sino a Porto-Said, nell'Egitto. I giorni si susseguono belli ma uniformi ed alquanto noiosi. Non ci si arriva mai, Le notti, bellissime: l'Oceano è inondato da una tenue luce d'oro che si diffonde dal cielo pallido, come un velario di perle. Domani, si dice, saremo a Aden; domani saluteremo le acque dell'Oceano Indiano ed entreremo nel Golfo di Aden, all’altezza dell'Eritrea - di terra Italiana, che però non è Italia mia. L'aria è soffocante; un'afa quasi irrespirabile. Manca la brezza del bell'Oceano. La terra che si costeggia è tutta rossa, sterile, infuocata. Passato il Mar Rosso, vedendo sempre d'ambo le parti la terra, stiamo per giungere a Suez Eliopoli, la città del Sole. Qui è ben d'uopo fermarsi finchè arrivi il nostro turno per imboccare lo stretto canale. Diverse navi aspettano già: dunque, bisognerà attardarci otto o dieci ore, il tempo di visitare la città, almeno. Cotesta, come tutte le città marittime, è eminentemente commerciale. La specialità sua è la lavorazione di piume di struzzo e d'altri uccelli preziosissimi che vengono poi spedite in tutto il mondo, ad adornare le bellezze dell'Eva moderna.
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