3.2 Illuminismo cattolico e massoneria.
L’Ordine dei Gesuiti primeggia nell’ambito degli studi su spazio e tempo, scienza astronomica e calcolo cronologico, tra essi ci sono studiosi come Maximilian Hell, direttore dal 1755 dell’osservatorio astronomico di Vienna e i suoi collaboratori impegnati nello studio dello spazio celeste e nella redazione del calendario e nella compilazione delle effemeridi. Tra le attività dell’Ordine l’insegnamento nelle scuole e nei seminari impiega in area austriaca ben 242 religiosi, il 35% del totale, ed è l’occupazione più diffusa. Al di là delle scuole legate alla Compagnia mancano altre istituzioni educative o culturali, e al momento della soppressione dell’Ordine nel 1773 l’allontanamento dei gesuiti comporta la chiusura delle scuole.
Dopo la soppressione dell’Ordine, per tutto il periodo del regno di Maria Teresa gli ex gesuiti impegnati ancora nei diversi gradi dell’insegnamento sono la maggioranza, questa continuità si ha nei diversi gradi di istruzione, dall’università a licei e ginnasi. Nel tempo la percentuale di coloro che restano impegnati nella didattica va progressivamente diminuendo, nonostante l’impegno educativo sia da sempre tra gli impegni principali della compagnia.
Nel frattempo in Russia, Caterina II rifiuta di dare esecuzione al breve pontificio che ne determina lo scioglimento, autorizzando i gesuiti a rimanere nei loro domini e assicurando l’istruzione e il funzionamento delle scuole nel regno. Ottenendo peraltro la tacita approvazione del pontefice Pio VI, che riconoscendo l’esistenza dei gesuiti in Russia cerca di ridurre l’espandersi dello scisma ad oriente. Molti ex gesuiti austriaci si trasferiscono quindi in Russia per riprendere l’abito della Compagnia[1].
“Aufklärung” per gli scrittori cattolici significa soprattutto giusta relazione tra fede, uso della ragione, esercizio della critica, strumento di difesa del cattolicesimo. Libertà di stampa e libero esercizio della critica danno dunque la possibilità di correggere le false credenze, discernere ciò che è superstizione, separare sfera religiosa e sfera civile. Intorno al 1775 le logge massoniche europee conoscono un crescente numero di affiliazioni provenienti dal clero secolare e regolare, nonostante la chiara condanna del fenomeno massonico sia da parte del papa Clemente XII nel 1738 che da parte di Benedetto XIV nel 1751, il quale proibiva ai cattolici la partecipazione ad attività massoniche, pena la scomunica revocabile solo dal papa. Ma agli ex gesuiti e al clero in generale la massoneria appariva come una forma di socialità tipica dell’età dei lumi, nella quale era possibile diffondere la cultura e gli studi scientifici dell’epoca, e discutere la natura politica del fenomeno[2].
Fino all’inizio del 1800 la presenza del clero tra le file dei massoni era non solo numericamente significativa ma anche comunemente accettata, sostanzialmente dettata da motivi di carattere culturale e non ideologico, diffusa soprattutto nelle città dove mancava un’accademia scientifica o una società letteraria. In particolare i gesuiti, dopo la soppressione dell’ordine, vedevano nelle logge la possibilità di ricostruire una rete e uno spazio culturale laddove quello garantito dalla Compagnia era venuto meno. Nell’Austria giuseppina, nel momento in cui cambia il ruolo dell’istituzione accademica e dell’uomo di scienza, inizialmente le logge rappresentano il luogo dove poter ricostituire un circuito scientifico e culturale. I gesuiti sembrano i membri più adatti a formare questa nuova entità, infatti seppur da sempre avversi al puro razionalismo, sono da sempre strenui difensori della ragione, contro la cultura atea e deista, ed incoraggiano gli studi scientifici utilizzando il circuito delle logge come luogo di dibattito e confronto[3].
Molti ex gesuiti divenuti massoni, però, ricompariranno come antirivoluzionari. Infatti progressivamente la massoneria cambia fisionomia dall’interno, attraverso conflitti, progetti e istanze diverse che mirano a determinarne univocamente l’identità. Questo avviene con la diffusione del sistema della Stretta Osservanza e la propaganda anticattolica e antigesuitica che ne fa parte. L’intento è quello di costruire una nuova religione universale che interessi e coinvolga le alte cariche dello Stato, per affermarsi sul piano politico e sociale. Avviene così la rivoluzione massonica, ovvero l’emarginazione definitiva dei cattolici e il fallimento del tentativo degli ex gesuiti di utilizzare la realtà delle logge come spazio di lotta contro l’Illuminismo, segnata dalla vittoria della Stretta Osservanza, diffusasi in area asburgica a partire dal 1776. Riformando profondamente il sistema massonico, l’Osservanza introduce un modello settario rigido strettamente verticistico e basato sul segreto. Inoltre nel 1784 vengono unite e coordinate le attività delle logge austriache con la creazione della loggia nazionale. L’Illuminismo sta diventando sempre più chiaramente una forza culturale sociale e politica potenzialmente eversiva e rivoluzionaria[4].
[1] Trampus A., I gesuiti e l’Illuminismo. Politica e religione in Austria e nell’Europa centrale (1773-1798), Leo Olschki, Firenze, 2000, pp. 162-164.
[2] Ibid., pp. 167-170.
[3] Ibid., p. 189.
[4] Ibid., pp. 174-210.