Renzo Vidoni |
LADRI DI BICICLETTE
Una colonna inglese di carri armati proveniente da San Daniele, si dirigeva sulla Provinciale per Osoppo, l’avanguardia era già al bivio. L'animosità esistente tra cosacchi e tedeschi fu confermata quando un cosacco alto e robusto arrivò tutto sorridente e balzando dalla bicicletta l'appoggio al muro del negozio di chincaglierie. Noi, come al solito, stavamo non distanti dal negozio per scambiarci notizie, commentando sui fatti giornalieri. Ad un tratto Sergio si avvicina alla bicicletta scrutandola con ammirazione e commentando: "Chi crede di essere quel pezzo di cosacco! Chissà dove l'ha rubata questa bicicletta. Certamente non l'ha portata dalla Russia! Guardate è una Legnano... ed è quasi nuova". Imprecando contro il cosacco e con una mossa felina, montò in sella e cominciando a pedalare gridò: "Tanto l'ha rubata!" Tutto ciò successe in un batter d'occhio, tanto che ci prese tutti di sorpresa, senza aver il tempo di reagire. "E' meglio che ci muoviamo da qui", suggerii, " prima che esca dal negozio quel cosacco". Eravamo abbastanza distanti che il cosacco uscì e, non vedendo la bicicletta, cominciò a gridare parole incomprensibili. Era arrabbiatissimo. Venne di corsa verso di noi gridando: "Dove bicicletta, dove bicicletta". Noi alzavamo le spalle: "No pognimai (capire)... no pignimai tavarish, no pignimai parusky tavarish" Andava a destra e sinistra gridando, tutto eccitato e furibondo. Finalmente si rese conto che non c'era modo di farsi intendere e velocemente si diresse verso la villa del comando tedesco. Dopo un po' si tempo si videro due tedeschi che, a calci, spingevano il grosso cosacco fino verso la strada, seguito da invettive: "Farflùchte rusky". Non si sa che cosa si siano detti per essere arrivati a ciò. Si sa solo che lo stesso giorno il cosacco fu trovato morto, vicino al canale del fiume Ledra, nei pressi di Casasola. "Vox populi" diceva che i tedeschi stessi lo avevano ucciso. Non si è mai saputo con precisione. Ci furono altre storie sui cosacchi, con diverse sfumature e fantasie. Una di queste è quella del cosacco che si presentò ad un orefice con una sveglia legata al collo. Voleva a tutti i costi cambiarla con due o più orologi più piccoli. Certi di loro portavano tre o quattro orologi al braccio, anelli in ogni dito delle mani, tasche piene di gioielli e soldi d'oro e argento di diverse nazionalità. Sicuramente erano frutto delle loro razzie, specialmente in Polonia e in particolare a Varsavia, dove molti di loro avevano partecipato all'assedio del ghetto ebraico, che ridussero in cenere razziandolo. |