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VITTORIO GIAMPAOLI

Con Vittorio, il più giovane dei fratelli Giampaoli, il destino non è certo stato benevolo. Nato a Buja nel 1918, è scomparso a soli 28 anni a causa di una malattia contratta in India, in campo di concentramento. Durante la sua breve vita ha collaborato a Roma con i fratelli Pietro e Celestino in quella che per i tre artisti bujesi è stata una vera e propria bottega di tipo rinascimentale dove l'attrezzatura era povera, ma il metodo di lavoro permetteva loro di creare delle medaglie eccezionali.

Pur lavorando assieme, i tre fratelli avevano una propria autonomia ed un proprio stile inconfondibile. Dotato di grande espressività plastica e raffinatezza nell'incisione, Vittorio voleva che da quel vecchio edificio di Via Banco di S. Spirito uscissero solo vere opere d'arte.

La bottega per lui era lo spazio ideale per sperimentare sempre nuove tecniche, per primo, infatti, cominciò ad usare sui bronzi patine particolari e strumenti di lavoro come frese e flessibili, sino ad allora adoperati solo in campo dentistico. Vittorio ha, così, dato vita ad una produzione del tutto originale di ritratti, di scene religiose, di quadri campestri e di lavoro donando ampio spazio alla ricerca estetica e ad una raffinata eleganza.

Alla fine della guerra, rientrato a Roma, ha sostituito per un certo periodo come capo incisore alla Zecca il fratello Pietro, impegnato ad Aosta in una serie di esperimenti e studi sui metalli con i tecnici della Cogne. La morte prematura lo ha colto nel 1947, pochi mesi dopo aver ripreso a fondere medaglie ed a realizzare gioielli.