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GIUSEPPE BALDASSI

 Come tanti friulani anche Giuseppe Baldassi ha dovuto prendere la valigia e “lâ pal mont”. A Buja, dove è nato nel 1918, per un certo periodo di tempo ha aiutato lo zio Tarcisio, famoso fotografo, apprendendo così alcuni segreti della professione. In seguito, però, è stato costretto a partire per il Piemonte, dove ha trovato lavoro in una fornace. La sera, “finît di fâ modon”, continuava modellando la creta, creando, secondo l’ispirazione, sculture, bassorilievi e medaglioni in terracotta. La fotografia e la scultura sono sempre state le sue due grandi passioni!

Terminata la seconda guerra mondiale, Giuseppe Baldassi è entrato come operaio alla Michelin. Durante il giorno lavorava alla catena di montaggio, la sera, invece, frequentava i corsi di scultura del prof. Jacopi. Contemporaneamente continuava anche a coltivare l’arte della fotografia e ad ottenere lusinghieri riconoscimenti.

Questi incoraggianti risultati lo hanno convinto ad aprire uno studio fotografico. L’originale talento, la capacità di cogliere luce e spazi, di valorizzare effetti, persone, ambienti, gli hanno creato prestigio e notorietà, portandolo a vincere premi internazionali e ad ottenere l’ambito incarico di fotografo ufficiale delle carrozzerie Bertone, Vignale e Pininfarina.

Rientrato a Buja nel 1975 è rinata in lui l’antica passione per la scultura. Tra le sue opere più intense e riuscite alcuni monumenti funebri in cui si riflette un senso drammatico dell’esistenza sublimato, però, dalla speranza cristiana. Anche i ritratti delle sue medaglie sono particolarmente vivi, in “Don Raffaele Zanin”, “Enrico Ursella”, “Fiori Piussi” realismo e trasfigurazione ideale si compenetrano armonicamente.